Un Palio (da rifondare) per pochi intimi
di rcampopiano
Ieri, 5 luglio, la stagione remiera si è consegnata agli archivi con lo svolgimento del 78° Palio Marinaro (clicca qui per leggere la cronaca, le interviste e i tempi di arrivo del Palio Marinaro). Cosa ci resta di tre mesi gare? Poco, per non dire nulla. Se proviamo a fare un indagine tra tutti i livornesi chiedendo: “Ieri eri al mare o alla terrazza Mascagni a vedere il Palio?” non sbagliamo se diciamo che il 90% risponderebbe con la prima scelta. E non osiamo chiedere: “Sai quand’è il Palio?” per paura di deprimerci ancora di più. Già perché ad assistere alla manifestazione c’erano i classici “fedelissimi”, formati dai parenti dei vogatori, dai dirigenti delle sezioni nautiche e da chi non vuol perdere il contatto con le tradizioni che hanno fatto la storia di Livorno. Prendete come esempio la classica tribunetta che viene allestita alla Terrazza. Alle 18.05 (ovvero dieci minuti prima dell’inizio delle gare a 4) era desolatamente vuota. Abbiamo contato sì e no una decina di persone a sedere. E qui bisogna fare una tirata d’orecchie agli organizzatori. Alle 18 il termometro segnava quasi 30 gradi: chi se ne starebbe fermo con il sole che picchia forte? Magari sarebbe il caso di metterci una piccola copertura in maniera da invogliare le persone ad assistere all’evento. L’afflusso tuttavia rappresenta soltanto la punta dell’iceberg di una serie di problemi che hanno affossato il mondo remiero. Anni fa si faceva “a botte” per avere un posto in prima fila per vedere il Palio. Ci si spingeva sulle spallette degli Scali delle Cantine per non perdersi l’arrivo delle diverse imbarcazioni. Ora invece possiamo arrivare tranquillamente 5 minuti prima per avere una visuale perfetta. Chi paga le conseguenze di tutto questo? I vogatori naturalmente. Pochi incoraggiamenti e applausi nonostante i ripetuti “solleciti” dello speaker Massimiliano Bardocci. E’ come se le partite di calcio venissero giocate davanti a qualche centinaio di persone. L’assessore allo sport Perullo in diverse interviste (clicca qui e qui) auspicava una ripresa di questo mondo con una serie di riforme volte a far conoscere il Palio a tutta Italia. “Questo è un anno di transizione, dal prossimo tutto cambierà” è il riassunto di quanto detto ieri. Speriamo, aggiungiamo noi. Una tradizione come questa deve essere salvata, ma soprattutto migliorata.
In primis non capiamo il senso di far gareggiare nello stesso giorno tutte le categorie: minipalio e femminile al mattino, gozzi a 4 e 10 nel pomeriggio. Ieri mattina la terrazza era vuota. Forse una ventina di persone al massimo hanno assistito a queste due competizioni. Non sarebbe meglio provare a spostarle magari al sabato sera anche per evitare che spettatori e vogatori stiano sotto un sole cocente? “Siamo stati sfortunati con il tempo” ha sottolineato Perullo, ma la prima domenica di luglio non è difficile ipotizzare afa e tanto caldo. Lo stesso dicasi per le gare dei big. Provare a farle in notturna magari avrebbe un altro appeal visto che è stato dimostrato che la domenica pomeriggio i livornesi preferiscono stare sdraiati al Romito piuttosto che venire in Terrazza (ammesso e non concesso che sappiamo che in quel preciso istante si disputi il Palio).
Altro problema è l’organizzazione delle gare. Nella categoria femminile hanno gareggiato solo due imbarcazioni e le ragazze del Borgo hanno protestato per questo. Come possono sentire la gara se sanno che devono competere soltanto contro un’altra gozzetta? Lo stesso dicasi per il Minipalio. Solo la metà delle sezioni nautiche può vantare un equipaggio di under 18. Perché? Poche risorse? Poca voglia di investire sui giovani? Puntare tutto sul Palio?
Fa sorridere invece vedere anche le stesse sezioni nautiche presentare l’armo a 10 ma non quello a 4. “Colpa di un infortunio” è stata la scusa. Ma possibile che in tutto l’anno non si riesca a metter su una squadra con almeno un ricambio? La colpa in questo caso va ascritta ha chi ha deciso di togliere promozioni e retrocessioni. Così facendo si è perso proprio quello spirito battagliero che contraddistingueva questa manifestazione. Adesso si voga tanto per vogare, non per mantenere alto l’onore del proprio quartiere o per conquistare o non perdere il proprio gozzo. Forse servirebbero anche regole più decise del tipo: non presenti il gozzo a 4? Allora niente Palio. E il discorso si potrebbe allargare anche per le femmine e il Minipalio. In ogni gara ci devono essere presenti tutte le sezioni nautiche, pena l’esclusione dalle altre.
Ultimo, ma non per importanza, la pubblicizzazione del Palio. Poca, pochissima pubblicità per Livorno. Dovrebbe essere l’evento dell’anno così come accade per Siena, invece nessun cartellone, nessuna bandiera alle finestre delle case. Anche per l’estrazione delle boe non c’era niente che richiamasse a questo evento.
Caro assessore, lei ha in mano una bella gatta da pelare. Speriamo che mantenga fede alle promesse fatte e che il Palio torni ad essere un vanto per la nostra città, altrimenti si unirà alla triste lista di persone che hanno affossato e distrutto questa tradizione.
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