Piombino, Val di Cornia, Isola d’Elba. Una grande opportunità per i ragazzi

Ragazzi al bivio. Nasce dalla necessità di combattere il senso di inadeguatezza, aggressività e ovviamente la disoccupazione, il progetto “Drop-Out Addetto all’accoglienza nelle strutture ricettive”, che concentra le proprie conoscenze e risorse specialistiche attraverso percorsi di formazione professionale ad alto contenuto di apprendimento per l’occupabilità giovanile, maggiori possibilità di occupabilità garantita anche da uno staff docente per la prima volta nel settore sociale con una forte esperienza con Aziende multinazionali (clicca sui link ai pdf in fondo all’articolo per scaricare e consultare il bando, la brochure e la locandina del progetto).
Il progetto, studiato appositamente per Piombino, Val di Cornia e Isola d’Elba riguarda la formazione di adolescenti definiti drop-out, di età da scuola dell’obbligo, che rischiano di rimanere intrappolati nello stato di disoccupazione prolungata, formandoli specificamente per il settore turistico alberghiero. Quante volte al telegiornale, tra amici, sui quotidiani sentiamo di giovani che hanno difficoltà a trovare lavoro. E’ vero, il periodo storico che stiamo vivendo non aiuta, ma la domanda che ci è saltata in mente è stata: i giovani, hanno le risorse interne necessarie a realizzarsi? O il pessimismo cosmico degli adulti, ha contagiato anche loro?
Giovani inattivi che non cercano occupazione, giovani che lavorano saltuariamente, giovani che rifiutano violentemente il modello scolastico, con difficoltà persistenti dovuti ad una sottostima delle proprie capacità, giovani formalmente a scuola con scarsi rendimenti che sporadicamente lavorano, giovani in “crisi di apprendimento”, giovani incuranti del proprio futuro, giovani che appartengono a nuclei familiari economicamente in forte difficoltà o dagli equilibri sensibili. Per coloro che hanno anche solo una delle sopracitate situazioni, non è facile concepire positivamente il futuro, se poi a gravare ulteriormente c’è una pressione pessimista esterna e/o interna.
Il progetto DROP-OUT della durata di due anni, ha differenti obiettivi, e fornisce differenti strumenti da quelli della scuola. I fulcri su cui si fa forza sono responsabilità, affidabilità, disponibilità, autoimprenditorialità, cercando di scardinare quelle convinzioni calcificate tipiche di coloro che hanno rinunciato a realizzarsi, spostando il controllo da esterno: che accredita la responsabilità dei propri fallimenti ad agenti esterni (insegnanti, genitori, società…) ad interno, autostima, autoefficacia cioè la percezione di poter riuscire in qualcosa con le proprie forze.
A guidare gli allievi non un insegnante, ma il formatore, che faciliterà i metodi per apprendere cose nuove, caratterizzati dal piacere e aumenterà la motivazione e il benessere di chi le utilizza; svilupperà una molteplicità di conoscenze “latenti” che neanche il soggetto saprà di avere. L’apprendimento deve produrre negli allievi nuove rappresentazioni della realtà, e nuovi comportamenti.
Oltre alle ore in aula, lo strumento indispensabile a creare un ancoraggio emotivo sarà l’outdoor training definibile come una serie di “attività formative che vengono svolte all’aria aperta a fini didattici, per sviluppare determinati comportamenti dei partecipanti sotto la conduzione di un formatore appositamente preparato” (Rotondi, 2004). Da non confondere con intrattenimento o animazione, le attività fisiche sono solo strumenti per rilevare le potenzialità personali dei ragazzi e del gruppo. Ad esempio, saper scalare un albero o compiere un percorso a 10 m di altezza, per l’outdoor training non è il fine, ma rappresenta solo il mezzo attraverso il quale far sperimentare determinate situazioni e comportamenti, costruendo una forte emozione che potrà poi essere rievocata ai fini dell’apprendimento che rappresenta per il formatore l’unico obiettivo al quale riportare tutte le attività svolte.

V.E.R.A. Consulting

 

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