Livorno-Pescara 1-2. Crollo amaranto, capodanno amaro

Mercato: Surraco rescinde. Vicino il ritorno in patria

di Riccardo Campopiano e Simone Panizzi

Chi si aspettava i botti di fine anno da parte del Livorno rimarrà deluso. Niente spettacoli pirotecnici, ma al massimo lo scoppio di qualche minicicciolo intervallato da un magnum (gol di Galavinov). No, così non va proprio. L’ultima gara della stagione (LA CRONACA) lascia più di un dubbio su questa squadra perché ci si aspettava una reazione dopo le prestazioni non proprio brillanti di Chiavari e Vicenza (LA CLASSIFICA). Invece ne è arrivata una ancora peggiore, paragonabile solo a quella di Frosinone. Che ti succede Livorno? Possibile che gli exploit contro Trapani e Ternana siano destinati a restare un fuoco di paglia? Il Pescara sceso al Picchi ha dimostrato che nel calcio bastano le giocate semplici per vincere le partite, non i campioni (LE INTERVISTE). Vantaggiato e Galabinov non hanno niente di meno in confronto a Melchiorri e Maniero eppure sembrava che tra le coppie d’attacco ci fosse almeno una categoria di differenza. Baroni è stato bravo a bloccare sul nascere ogni azione del Livorno che per quasi tutta la partita si è affido a lanci lunghi: non a caso il primo corner è arrivato al minuto 92.

Che il match non fosse tutto rosa e fiori si era capito già dall’inizio: al primo contrasto Mosquera va subito ko. Le immagini mostrano come la rotula esca dal suo posto e in molti temono il peggio. Il colombiano, come recita il bollettino medico, ha riportato una lussazione della rotula. Porterà un tutore rigido per sette giorni dopodiché verranno fatti degli accertamenti per capire l’entità dell’infortunio. Impossibile al momento stabilire i tempi di recupero. Può essere un mese come tre o quattro. Se Spinelli è furbo, capisce che servono come il pane un centrocampista entro il 17 gennaio (giorno dello scontro con il Carpi capolista) e uno entro il 2 febbraio. E preparatevi a dire addio a Siligardi.

La parola ai numeri – Per capire meglio l’involuzione che la squadra sta avendo, prendiamo come punto di riferimento la vittoria con la Ternana datata 18 ottobre. Da allora sono arrivate soltanto tre vittorie, quattro pareggi e altrettante sconfitte. Il tutto tramutato in punti dice: 13 punti (in dodici partite) su 36 totali. Non proprio il ruolino di marcia di una squadra che dovrebbe, vista la rosa a disposizione, stare in testa al posto del Carpi. Date uno sguardo alla classifica: il Livorno dista 12 lunghezze dalla capolista Carpi, tre dal secondo posto (utile per la promozione diretta), ha un punto meno dell’Avellino e soltanto uno in più di Lanciano, Pro Vercelli e Trapani. Tre squadre queste che pagherebbero oro per avere l’organico degli amaranto.

La partita – Difficile commentare una prestazione del genere. Gautieri per l’occasione rispolvera il 4-3-3 puro con Cutolo Vantaggiato e Galabinov in attacco. In difesa torna Ceccherini mentre a centrocampo Luci inizialmente parte dalla panchina. Il Pescara risponde con un 4-4-2 ordinato che in più di una circostanza ha dato noia agli amaranto. Le occasioni sono tutte di marca biancoblù e prima Mazzoni poi la traversa negano la gioia agli uomini di Baroni. Sembra incredibile, ma nel momento migliore degli abruzzesi passano gli amaranto con Galabinov abile a deviare una punizione di Emerson. Il primo tempo sembra scorrere via senza troppi sussulti, ma al 47’ erroraccio in fase di appoggio di Vantaggiato e Maniero pareggia i conti. Lo stesso attaccante nella ripresa si procura e trasforma il rigore della vittoria. Gautieri prova anche le carte Belingheri e Jelenic ma di tiri verso lo specchio neanche l’ombra. Il primo calcio d’angolo, come detto, arriva al 91 e finisce tra le braccia di Aresti. E’ notte fonda.

I giocatori – Mazzoni, nel post partita, ha accusato qualcuno di non impegnarsi. A vedere l’atteggiamento di qualcuno, qualche dubbio viene. Galabinov spesso si estranea dal gioco e dà sempre l’impressione di fare un favore a scendere in campo. Il bulgaro, se resterà, deve mettere la testa a posto perché va bene segnare ma non è possibile essere utili alla squadra una volta nel giro di 90 minuti. C’è da dire però che di cross in partita ne arrivano veramente pochi e l’ex Avellino non può sempre giocare spalle alla porta. Cutolo invece sta attraversando un pericoloso passaggio a vuoto mentre Vantaggiato appare chiaramente in debito di ossigeno senza contare che non la mette dentro dal 16 novembre (3-1 sulla Pro Vercelli). Luci deve ancora tornare quello di un tempo e la difesa deve evitare di commettere certi errori. Insomma, materiale su cui lavorare Gautieri ne avrà. La palla ora passa in mano a lui.

Il tabellino

Livorno: Mazzoni, Ceccherini, Emerson, Bernardini (53′ Belingheri), Lambrughi, Moscati, Mosquera (1′ Luci), Djokovic, Cutolo (70′ Jelenic), Galabinov, Vantaggiato. A disp: Coser, Ricci, Gonnelli, Gemiti, Siligardi, Favilli. All. Gautieri

Pescara: Aresti, Pucino, Pesoli, Salamon, Zampano, Politano, Memushaj, Selasi (79′ Brugman), Bjarnason, Melchiorri (84′ Pasquato), Maniero (87′ Pogba). A disp: Fiorillo, Cosic, Vitturini, Appelt, Da Silva, Caprari. All. Baroni

Arbitro: Abisso di Palermo

Rete: 34′ Galabinov, 47′ Maniero, 79′ Maniero (r)

Note: angoli 4-1 per il Pescara, ammoniti Mazzoni, Djokovic, Lambrughi, Moscati, Emerson, Memushaj, Zampano, Luci, Bjarnason, Maniero, recupero 3′ + 5′, spettatori 6.017

Mazzoni 7 (Uomo Partita QuiLivorno): migliore in campo del Livorno, e già questo la dice lunga. Salva due volte in uscita, poi mette il piede su Bjarnason e Maniero. Intuisce il rigore di Maniero, ma non ci arriva.

Ceccherini 6: timidissimo da esterno, non prende mai un’iniziativa. Molto meglio quando scala al centro dopo la sostituzione di Bernardini.

Bernardini 5: soffre lo sgusciante Melchiorri, ma a sua discolpa c’è da dire che prende un colpo alla testa che ne condiziona in rendimento (53’ Belingheri 5: entra come interno di destra, con Moscati che passa in difesa. Dopo lo svantaggio cambia in esterno destro. Due ruoli, zero risultati).

Emerson 5,5: prestazione incolore, nel finale si lascia prendere troppo dal nervosismo invece di guidare la squadra con la sua esperienza. Unico merito, la punizione da cui nasce il vantaggio.

Lambrughi 5,5: più di un problema a star dietro al folletto Politano, cerca riscatto in avanti proponendosi appena possibile.

Moscati 5: partita ordinata per 78’, poi combina il patatrac stendendo il lanciato Melchiorri per il rigore che decide il match. Peccato capitale.

Mosquera sv: esce subito infortunato, speriamo lo stop non sia lunghissimo (2’ Luci 5: ancora stentiamo a riconoscerlo. Sempre in ritardo sulla lettura dell’azione, sbaglia una quantità enorme di appoggi anche semplici).

Djokovic 6: nel primo tempo è uno dei migliori, copre bene le due fasi e va vicino al gol. Cala, come tutta la squadra, nella ripresa.

Cutolo 5: triste e sconsolato, si isola a destra e cerca infruttuosi dribbling a rientrare. Da ex avrebbe voluto scrivere un’altra storia (71’ Jelenic 5,5: stavolta non entra bene in partita, più confusione che altro).

Galabinov 6: trova il quinto gol in campionato in modo fortunoso, toccando appena una punizione di Emerson. Poi fa la guerra coi centrali pescaresi, uscendone con le ossa rotte.

Vantaggiato 5: la sua peggior partita in amaranto. Retropassaggio sciagurato sul pari ospite, invece di Mazzoni trova Maniero che lo beffa. Non si scuote e gioca in apnea il resto della gara.

All. Gautieri 5: prestazione timida e senza idee, la squadra è scarica mentalmente e fisicamente anche a causa di una panchina cortissima. Sia benedetta la sosta, speriamo serva a mettere di nuovo a punto il motore.

PESCARA

Aresti 6: sicuro nelle poche volte in cui è stato chiamato in causa.

Pucino 6,5: bravo a togliere spazio a Vantaggiato, risolve un paio di situazioni complicate.

Pesoli 6: buona prestazione, difende l’area di rigore senza rischiare.

Salamon 6,5: contende molti palla alte a Galabinov, è già questo fa notizia. Inoltre, disputa un’ottima gara.

Zampano 6: si vede poco oltre la metà campo, ma dietro non concede niente al diretto avversario.

Politano 6,5: una spina nel fianco a destra, avvia moltissime ripartenze.

Memushaj 6,5: piedi educati, sta tornando sui livelli della scorsa stagione a Carpi.

Selasi 6: appena maggiorenne, ma personalità enorme. Il primo a prendere palla e avviare l’azione (79’ Brugman sv).

Bjarnason 6,5: uomo ovunque del centrocampo, bravo a coprire come a presentarsi al tiro.

Melchiorri 6,5: non segna ma è decisivo lo stesso, procurandosi il rigore dei tre punti. Prima altre cose buone (85’ Pasquato sv).

Maniero 7: una traversa, un gol in rovesciata da vecchia volpe di categoria e un rigore calciato alla perfezione. Prestazione importante per un meritato premio di migliore in campo (87’ Pogba sv).

All. Baroni 7: la sua squadra gioca bene e si prende meritatamente i tre punti. Dopo un inizio difficile, sembra finalmente aver trovato la quadratura del cerchio.

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