Livorno-Catania 4-2. Rimontone e terzo posto

di Riccardo Campopiano e Simone Panizzi

Davvero strano il calcio. Al 76’ il Livorno era sesto, a pari merito con l’Avellino, a meno dieci dalla capolista Carpi. Nel giro di 120 secondi, il tempo buono a Jefferson e Galabinov per ribaltare il risultato, ecco gli amaranto che balzano al terzo posto in coabitazione con lo Spezia (LA CLASSIFICA). Questa è l’ennesima testimonianza di come in questo campionato basti davvero poco per passare dalle stelle alle stalle e viceversa. Buona parte di questo 4-2 (LA CRONACA) va attribuita a Gautieri: sotto di un gol, inserisce dentro Galabinov, Siligardi e Jefferson e proprio questi tre segnano i gol che stendono un Catania. Un pandoro andrà regalato anche a Frison che, con una papera degna di “Mai dire gol”, ha avviato la rimonta amaranto. (LE INTERVISTE)

Chi parlava di amaranto in crisi o spuntati è pregato di bussare da un’altra parte. Anche la partita di oggi è stata la dimostrazione di come a questa squadra basti davvero poco per fare sfracelli dei propri avversari. Gautieri ha sorpreso un po’ tutti all’inizio schierando un tridente anomalo con Vantaggiato supportato da Cutolo e Jelenic. Quest’ultimo si sta rilevando una freccia davvero utile nella faretra del mister. Migliore in campo a Modena e gol a inizio gara oggi. Gautieri ha trovato l’ennesimo ricambio utile. Il tutto senza contare che in difesa mancavano tre titolari su quattro: Ceccherini, Emerson e Lambrughi, appiedati dal giudice sportivo. Queste defezioni hanno dato modo di scoprire Gonnelli. Il giovane amaranto ha sempre ben figurato quando è stato chiamato in causa. Sembra assurdo, ma l’unico avversario vero per gli amaranto nella corsa alla promozione è proprio il Livorno. Se gioca così il salto sarà possibile, se gioca come a Frosinone son dolori.

La panchina – Inutile girarci intorno. La forza maggiore di questa squadra è la panchina non lunga, lunghissima. Guardate la differenza tra gli amaranto e il Catania: sotto di una rete, Gautieri ha potuto schierare Galabinov, Jefferson e Siligardi. Non proprio tre sconosciuti. Sannino invece per  sostituire gli infortunati Martinho, Capuano e Rosina si è dovuto affidare a tre ragazzini sconosciuti (per sua stessa ammissione) del 1995. Se guardiamo la difesa di oggi: Maicon, Bernardini, Gonnelli e Gemiti non si direbbe che mancavano tre titolari. Spinelli, a differenza degli anni passati, ha consegnato all’allenatore una rosa all’altezza che può essere soltanto migliorata con il mercato di gennaio.

La gioia e il pianto – La partita era cominciata benissimo per il Livorno con Jelenic che dopo neanche dieci minuti aveva portato in vantaggio i suoi con un tocco sotto dopo il palo di Moscati. Il vantaggio, paradossalmente, ha bloccato la squadra che è stata incapace di proporre gioco finendo con l’essere schiacciata dal Catania che con Chrapek ha trovato il pareggio. Nella ripresa, la musica non è cambiata e Calaiò su rigore (il decimo concesso agli etnei in diciotto giornate) ha portato avanti i suoi. A questo punto Gautieri non ci ha pensato due volte: dentro solo attaccanti e passaggio al classico 4-2-4 che, ancora una volta, si è dimostrato fondamentale per la vittoria.

Che rimonta – Galabinov ha saputo tenere alta la squadra con Siligardi che è entrato subito in partita. Ci ha pensato però Jefferson a ristabilire la parità con un tiro da fuori area che ha trovato in Frison un prezioso alleato. Il pareggio ha raso al suolo il morale del Catania che nel giro di due minuti si è trovato sotto per via della magia di Galabinov da fuori area. A quel punto si è capito che i tre punti sarebbero andati in porto e Siligardi, a un minuto dalla fine, ha messo la parola fine alla partita. Spinelli a fine gara ha elogiato Gautieri per come ha gestito la partita. D’accordissimo presidente, ma non è possibile ogni volta finire sotto per vedere una squadra sprezzante e micidiale sottoporta.

Il tabellino

Livorno: Mazzoni, Maicon, Bernardini, Gonnelli, Gemiti, Moscati, Biagianti, Luci (59′ Galabinov), Cutolo (62′ Siligardi), Vantaggiato, Jelenic (76′ Jefferson). A disp: Cipriani, Ricci, Macera, Djokovic, Belingheri, Surraco. All. Gautieri

Catania: Frison, Escalante, Sauro, Spolli, Capuano (29′ Parisi), Martinho (47′ Jankovic), Chrapek, Rosina (62′ Garufi), Odjer, Calaiò, Cani. A disp: Terraciano, Ficara, Ramos, Garufi, Piermarteri, Berezny, Marcelinho. All. Sannino

Arbitro: Di Paolo di Avezzano

Rete: 9′ Jelenic, 35′ Chrapek, 56′ Calaiò (r), 77′ Jefferson, 79′ Galabinov, 89′ Siligardi

Note: angoli 6-2 per il Livorno, ammonito Maicon, Luci, Martinho, Jankovic, Chrapek, Mazzoni, Spolli, recupero 2’+ 5′, spettatori 5.410

Mazzoni 6: prende due gol: uno su rigore (forse da ribattere) e uno dopo una mischia. Salva su Cani a inizio ripresa.

Maicon 5,5: troppo svagato, prende un giallo dopo una manciata di minuti. Un paio di buoni affondi, ma dietro annega nelle incertezze.

Bernardini 5: pure lui fuori giri, Cani e Calaiò sono due brutti clienti ma lui non fa niente per limitarli.

Gonnelli 6: sicuramente il migliore dei due centrali, non commette alcun peccato di gioventù.

Gemiti 6: non corre pericoli col timido Escalante, ma non mette mai un cross.

Moscati 5,5: rigore ingenuo che abbassa il voto, non c’era necessità di entrare sull’uomo. Per il resto, solita partita sulla linea della sufficienza con il palo nell’azione del gol di Jelenic.

Biagianti 6: sbaglia un gol incredibile di testa a un giro di lancette dall’intervallo, in mediana cerca di metter pezze a destra e a manca.

Luci 5,5: esce quando c’è da recuperare, e in effetti dei tre di centrocampo era quello più in difficoltà. Ancora molto impreciso (59’ Galabinov 7: come al solito quando ha voglia entra e contribuisce a riscrivere la storia della partita. Segna di sinistro il gol del sorpasso e tiene in apnea la difesa etnea nei minuti finali).

Cutolo 5,5: pochi spunti buoni per puntare al sei stiracchiato. Avvia l’azione del vantaggio, me non è il vero Cutolo (63’ Siligardi 6,5: altro titolare momentaneamente prestato alla panchina e dentro nel momento del bisogno. Segna nel finale il quinto gol in campionato).

Vantaggiato 6: massimo impegno, ma pochissime occasioni buone. Sull’unico spunto trova un super Frison.

Jelenic 6,5: seconda rete in carriera in Italia, bravo a capire che l’inzuccata di Moscati sarebbe finita sul palo (76’ Jefferson 7 Uomo Partita QuiLivorno: a lui va il simbolico premio di migliore in campo. Fortunato nel trovare la complicità del portiere su quel tiro da fuori, ma ha il merito di averci provato. Regala anche l’assist a Silgardi).

All. Gautieri 6,5: fortunato o capace? Il dubbio rimane. Non esita a mettere dentro 4 attaccanti a quindici minuti dal novantesimo, ma se non fosse per la papera di Frison probabilmente il Livorno la partita non l’avrebbe vinta.

CATANIA

Frison 4,5: errore decisivo, perché rianima il Livorno nel momento di massima difficoltà amaranto.

Escalante 5,5: gara ordinata, copre bene su Gemiti ma latita in fase di spinta.

Sauro 5,5: troppo spazio a Galabinov sul tre a due.

Spolli 5: completamente allo sbando nei venti minuti finali, non tiene in mano la difesa.

Capuano 6: neanche mezzora in campo prima di alzare bandiera bianca (29’ Parisi 5: travolto anche lui nella fase clou della partita).

Martinho 6,5: uno dei punti di forza dei siciliani, impegna spesso Maicon. Esce anche lui infortunato(47’ p.t.  Jankovic  5,5: spreca una buona occasione a inizio ripresa, si adatta a fare l’esterno con risultati modesti).

Chrapek 6,5: primo gol in campionato per il giovane polacco, bravo a trovare il varco giusto.

Rosina 5,5: nessuna giocata decisiva, gioca troppo lontano dalla porta (61’ Garufi 5,5: presenza impalpabile in mezzo al campo).

Odjer 5,5: prima da titolare per il giovane ghanese: da rivedere.

Calaiò 6,5: freddo calcolatore dal dischetto, gioca per la squadra in modo esemplare. Ma sbaglia di testa il possibile tre pari.

Cani 5,5: furbo a guadagnare il rigore, ma si divora due gol fatti.

All. Sannino 5,5: scelta in corso d’opera condizionate dagli infortuni, ma quando la squadra sbanda non riesce a rianimarla. Non approfitta a pieno di un Livorno in giornata no fino a venti minuti dalla fine, ma alla fine a condannarlo sono soprattutto gli episodi.

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