Livorno-Ascoli 1-3. Bruttissima figura e amaranto contestati

di Riccardo Campopiano e Simone Panizzi

Questa volta non ci sono scuse che tengano. Non veniteci a parlare di arbitri, infortuni o squalifiche. Qui, quello che manca sono attributi e voglia di lottare. Il tempo delle giustificazioni è finito perché non esiste prendere tre gol dall’Ascoli in una sfida fondamentale come questa per la salvezza (LA CRONACA). E’ finita con la curva, che ha sempre sostenuto gli amaranto, che ha abbandonato lo stadio a dieci minuti dalla fine. Segno che anche loro, i tifosi, non ne possono davvero più. Spinelli aveva detto che l’imprenditore che voleva acquistare il Livorno si era tirato indietro perché ha visto gli amaranto sprofondare in classifica (LA CLASSIFICA). Speriamo non abbia assistito alla gara di oggi perché altrimenti stacca il telefono e cambia anche identità pur di non essere accostato agli amaranto. Purtroppo non sembra esserci un rimedio per la crisi dalla quale il Livorno non riesce più a uscire. Inutile stare a parlare anche della prossima sfida a Lanciano perché se i giocatori scendono in campo con questo atteggiamento, il risultato non potrà che essere negativo (LE INTERVISTE).

Per dare un’idea di contro chi si è perso bastano i numeri. L’Ascoli fin’ora aveva segnato soltanto 13 gol in venti giornate, non segnava più di due reti dall’11 ottobre (3-1 al Pescara) e in trasferta aveva raccolto tre punti su 27 disponibili. In una sola partita ha fatto meglio che in tutto il campionato visto che si è trovato in vantaggio di due gol dopo neanche cinque minuti. Mutti aveva chiesto una reazione dopo Perugia mentre Mangia voleva la partita della svolta. Il tecnico ascolano può dirsi pienamente soddisfatto mentre il suo collega dovrà riflettere e non poco perché se non vince a Lanciano farà i bagagli con sei mesi di anticipo. Al triplice fischio lo stadio non ha neanche avuto la forza di fischiare o contestare Spinelli. L’indifferenza è peggio della rabbia.

Avvio shock – Se un tifoso fosse arrivato allo stadio con cinque minuti di ritardo e avesse chiesto il risultato, probabilmente non avrebbe creduto che il Livorno era già sotto di due reti. Invece questa era l’amara realtà. Petagna e Cacia hanno segnato con una tale facilità che sembrava di assistere alla partitella del giovedì in allenamento. Invece qui ci si sta giocando la salvezza in serie B. Mutti ha allargato le braccia e si è stropicciato gli occhi “questo è solo un brutto sogno e ora mi sveglio” avrà pensato. Lo stadio ha iniziato a contestare Spinelli e i giocatori, ma da parte degli amaranto non c’è stata la minima reazione. Mutti ha provato a cambiare già nel primo tempo togliendo Calabresi (in evidente difficoltà a fare il terzino) per Vajushi con il ritorno al 4-4-2. Ma per tutti i primi 45 minuti di occasioni neanche l’ombra.

Senza storia – La musica non è minimamente cambiata nella ripresa. L’Ascoli, in vantaggio di due reti, non ha pensato altro che a difendersi rinunciando ad attaccare. Mangia ha schierato i suoi con un prudentissimo 5-3-2, con tutti gli uomini dietro la linea della palla. La partita sembrava scorrere senza sussulti, ma ecco la (possibile) svolta. Vajushi svirgolando un tiro ha trovayo l’inaspettata deviazione di Nava. Vantaggio dimezzato e nuova linfa nella gambe dei giocatori. Che si esaurisce subito a quanto pare visto che quello dell’albanese resterà l’unico pericolo di tutti i secondi 45 minuti. Stanco di difendere e basta, l’Ascoli poi ha deciso di chiudere i giochi. Emblematica l’azione del terzo gol. Cacia e Petagna hanno fatto quello che volevano in area di rigore senza che nessuno li togliesse il pallone. Per Nava poi è stato un gioco da ragazzi mettere in mezzo per l’accorrente Giorgi. Fine dei giochi. Solo fischi (pochi) e tanti nubi all’orizzonte.

Il tabellino
Livorno: Ricci, Calabresi (29′ Vajushi), Gonnelli, Lambrughi, Gasbarro, Moscati, Schiavone, Luci (81′ Biagianti), Pasquato, Jelenic (59′ Bunino), Vantaggiato. A disp: Pulidori, Vergara, Ceccherini, Kukoc, Rafati, Biagianti, Emerson. All. Mutti
Ascoli: Svedkauskas, Mengoni, Cinaglia, Milanovic, Pecorini (17′ Nava), Giorgi, Addae, Carpani (69′ Altobelli), Jankto, Petagna, Cacia (85′ Caturano). A disp: Ragni, Del Fabro, Frediani, Pirrone, Del Grazia, Berrettoni, Caturano. All. Mangia
Arbitro: Marini di Roma

Reti: 2′ Petagna, 5′ Cacia, 66′ Nava (aut), 81′ Giorgi
Note: angoli 7-2 per il Livorno, ammoniti Pasquato, Vajushi, Cinaglia, Nava, Carpani, Petagna, Altobelli, recupero 1′, + 3′ spettatori 5.281

Ricci 5,5: prende gol sui primi e unici due tiri in porta del primo tempo, forse si butta in ritardo su Petagna. Poi Giorgi segna da due metri il tris.

Calabresi 4,5: mezz’ora in campo da pesce fuor d’acqua (29’ Vajushi 6: unica nota lieta della serata. Nella ripresa salta sistematicamente il diretto avversario e contribuisce in maniera decisiva all’autogol che riapre momentaneamente i giochi).

Gonnelli 5: troppo lontano da Petagna sul primo gol, in linea di massima dà sempre l’impressione di soffrire gli attaccanti ospiti.

Lambrughi 5: copia incolla della pagella di Gonnelli: sensazione di sicurezza mai così vaga.

Gasbarro 5,5: anche lui ha le sue pecche, ma almeno prova a spingere e attaccare lo spazio con generosità.

Moscati 5: altro giocatore che si eclissa quando le cose in campo si fanno difficili.

Schiavone 5: unico lampo il cross da cui nasce l’autogol, poi una serie di nuvoloni neri da cui non esce mai il sole.

Luci 4,5: una delle peggiori partite del capitano. Errori in serie, sembra sentire sulla pelle la brutta situazione in cui si è infilata la squadra (82’ Biagianti sv).

Jelenic 5: Mutti gli cambia tre posizioni in 45’. Poi provate voi a non andare in confusione (59’ Bunino 5: un altro mistero: ma invece di un classe 1996 alle prime armi non era meglio una punta di riserva navigata?).

Vantaggiato 5,5: pochissimi palloni buoni per colpire, lui come al solito fa la guerra da solo contro il mondo.

Pasquato 5: altro giocatore in involuzione, lontano parente di quello visto nei primi due mesi di campionato.

All. Mutti 4,5: approccio alla gara assolutamente inadatto a questi livelli e una serie di incomprensioni tattiche che snaturano diversi giocatori. Due punti in sei gare e zero gioco, si sbrighi a trovare il modo di ripartire.

ASCOLI

Svedkauskas 6: poco lavoro da sbrigare, viene tradito da fuoco amico.
Cinaglia 6: se la cava bene su entrambe le corsie di difesa.
Milanovic 6,5: guardia serrata sugli avanti amaranto a cui concede veramente poco.
Mengoni 6: giocatore di categoria, molto concreto e avvezzo alla lotta per la salvezza.
Pecorini sv: subito fuori per un infortunio muscolare (18’ Nava 5,5: prestazione macchiata da un autogol e molta sofferenza su Vajushi, ma piazza l’assist per Giorgi).
Giorgi 7: uno degli elementi nella rosa di Mangia di maggior livello tecnico e tattico. Partita maiuscola, impreziosita dal punto del tre a uno nel finale.

Addae 6,5: irruento e poco elegante, ma utilissimo con la sua fisicità in mezzo al campo.
Carpani 5,5: parte in mezzo poi viene spostato in fascia e si perde un po’(69’ Altobelli sv).
Jankto 6: giovanissimo (neanche vent’anni) ma sa bene cosa fare col pallone tra i piedi.
Petagna 7: il gol dopo 2’ lo esalta, è una spina nel fianco della difesa per tutta la gara.
Cacia 6,5: passano gli anni ma non dimentica come si segna. E per il Livorno è notte fonda (85’ Caturano sv).
All. Mangia 6,5: fortunato a trovarsi subito con il doppio vantaggio, però ha il pregio di schierare la squadra con coscienza e di tenere alta la concentrazione per tutti i 90’.

 

Riproduzione riservata ©