Pescara-Livorno 3-0. Figuraccia e fallimento
Sarebbe bastato un misero pareggio per non gettare alle ortiche la stagione del centenario. Sarebbe bastato non buttare via tutti quei punti per strada onde evitare di giocarsi i playoff all’ultima giornata. Sarebbe bastata una società con un pizzico di programmazione e logica e allora ora si poteva scrivere un’altra storia (LA CLASSIFICA). La verità invece è che il Livorno ha subito una tremenda lezione di calcio all’Adriatico e il Pescara, con il 3-0 finale, esulta e sorpassa proprio gli amaranto prendendosi l’ultimo posto utile per gli spareggi promozione (LA CRONACA). Quale parola si potrebbe usare per descrivere al meglio la partita di oggi e la stagione? Forse fallimento è quella che più calza a pennello perché comprende tutti: dalla società al magazziniere (LE INTERVISTE).
Trovare le parole è anche difficile perché d’accordo che nessuno si aspettava che il Livorno facesse un campionato a sé, ma l’ingresso nei playoff era considerato l’obiettivo minimo di una stagione che sarebbe dovuta finire in maniera completamente diversa. E pensare che fino a un paio di mesi fa si continuava a fare i conti sul Bologna o sul Frosinone. Occorreva invece guardarsi indietro e vedere che gli amaranto erano in una fase involutiva preoccupante. Finisce così una stagione iniziata con “non siamo inferiori a nessuno” e terminata con “meglio non andare ai playoff in queste condizioni”.
Panucci, perché? – Nel presentare la partita, il tecnico aveva detto a chiare lettere “andiamo a Pescara per vincere”. In campo però si è vista un’altra squadra, schierata con un 4-5-1 molto conservativo con Vantaggiato unica punta supportato, male, da Jelenic. L’impressione è che l’obiettivo numero uno fosse “primo non prenderle, poi vediamo”. Magari un atteggiamento più aggressivo volto alla ricerca del gol della sicurezza sarebbe stato più azzeccato. Panucci, con tutte le attenuanti del caso (infortuni, preparazione fisica e uomini contati), purtroppo ci ha messo del suo e risultati e numeri gli danno contro: dodici punti in undici partite sono davvero un bottino troppo magro.
La partita – La scorsa giornata di campionato, nonostante il pareggio all’ultimo secondo del Vicenza, si era chiusa a nostro favore. I playoff erano più vicini e gli amaranto potevano permettersi anche di non vincere a Pescara per centrare l’obiettivo. In campo però è scesa una squadra che a tratti è sembrata impaurita, che giocava senza la giusta cattiveria. Non a caso il Pescara, con Oddo all’esordio assoluto in panchina, ci ha messo appena mezz’ora a passare in vantaggio con Melchiorri che è entrato nella difesa amaranto come un coltello nel burro. Sotto di una rete ci si aspettava la reazione di Luci e compagni. Reazione che invece non c’è stata visto che Fiorillo ha continuato a fare lo spettatore non pagante.
Addio – Panucci, finalmente, capisce che così non si può giocare e cambia. Dentro subito Biagianti e Galabinov e proprio il bulgaro sarà, suo malgrado, l’eroe in negativo della ripresa. Da un calcio d’angolo infatti la palla gli arriva sui piedi a due passi dalla porta, ma l’attaccante la cicca clamorosamente. Ecco, forse le speranze playoff del Livorno si sono spente qui anche perché dopo neanche 60 secondi Bjarnason ha trafitto per la seconda volta Cipriani chiudendo di fatto la partita. Sotto di due reti infatti il Livorno è completamente sparito dal campo. Panuccci ha provato la mossa della disperazione inserendo Jefferson, ma tutto è stato vano. Anzi, c’è stato il tempo per Bjarnason di siglare la sua personale doppietta. Torniamo a casa battuti da una squadra che la partita prima ne aveva presi due dal Varese già retrocesso e che ora faceva sedere in panchina un debuttante.
Il tabellino
Pescara: Fiorillo; Pucino, Salamon, Fornasier, Rossi; Torreira, (73′ Zuparic), Memushaj; Politano (78′ Sansovini), Bjarnason, Pasquato (86′ Brugman); Melchiorri. A disposizione: Aresti, Pesoli, Caprari, Abecasis, Pettinari, Lazzari. All. Oddo
Livorno: Cipriani; Maicon, Ceccherini, Emerson, Lambrughi; Moscati (45′ Galabinov), Luci (45′ Biagianti), Appelt Pires, Djokovic (70′ Jefferson), Jelenic; Vantaggiato. A disposizione: Pulidori, Strasser, Gemiti, Belingheri, Gonnelli, Remedi. All. Panucci
Arbitro: Maresca di Napoli
Rete: 29′ Melchiorri, 51′, 91′ Bjarnason
Note: angoli 5-2 per il Livorno, ammoniti Moscati, Ceccherini, Luci, Biagianti, Melchiorri, Pires, recupero 2′ + 4′
Cipriani 6: esordio più difficile non ci poteva essere. Il giovane portiere però non si lascia prendere dal panico ed è forse l’unica nota lieta della serata.
Maicon 4,5: fornisce l’ennesima prova impalpabile con l’aggravante che in fase difensiva non fa quanto dovrebbe su Pasquato che lo supera sempre.
Ceccherini 4: prima lascia girare Melchiorri con troppa facilità in occasione del vantaggio abruzzese. Poi si fa saltare dallo stesso Melchiorri nel 2-0. Giornata da dimenticare.
Emerson 5: parte molto bene nel primo tempo, ma nella ripresa cala e si perde Bjarnason che lo infila senza problemi.
Lambrughi 6: grazie Alessandro. Sei stato uno dei pochi che ha sempre giocato con il cuore, ma giochi in difesa e non in attacco.
Moscati 4: dispiace ma il ragazzo stecca ancora una volta. Non arriva una volta sul fondo e cicca clamorosamente qualunque pallone gli arrivi (45’ Galabinov 4,5: ha sui piedi il pallone del pareggio ma sbaglia una rete roba da Mai dire gol. Poi si eclissa come suo solito).
Luci 4,5: anche il capitano incappa in una giornata terribilmente negativa. In difficoltà a centrocampo dove sbaglia troppi passaggi (45’ Biagianti 5: la sua partita è così come quella di tutta la squadra, insufficiente).
Pires 5: Spinelli aveva detto che non era ancora pronto per giocare in B. Le qualità ce l’avrebbe, ma non le sfrutta a dovere. Troppo lento e macchinoso.
Djokovic 5: nel primo tempo non riesce mai a trovare la giusta posizione. Si fa vedere soltanto con un paio di cross sbilenchi (70’ Jefferson sv).
Jelenic 5: corre come un indiavolato, peccato che lo fa a vuoto. Cambia posizione almeno tre volte senza mai convincere in nessuna.
Vantaggiato 5: per la stagione che ha fatto meriterebbe 10, ma quando in una partita come questa non ricevi un passaggio buono per battere a rete è difficile strappare il sei.
All. Panucci 4: per giustificare il voto basta questo semplice concetto: ha preso una squadra in zona playoff e in due mesi non è riuscito a mantenere questa posizione.
PESCARA
Fiorillo 6: giornata tranquilla per l’ex di turno. Solo ordinaria amministrazione.
Pucino 6: dalla sua parte non spinge nessuno, può rilassarsi
Salamon 6,5: il gigante polacco vince nettamente il duello contro Vantaggiato.
Fornasier 6,5: sicuro in ogni intervento. Partita impeccabile.
Rossi 6: dalla sua parte ha Maicon e Moscati, può stare tranquillo.
Torreira 6: schierato titolare a sorpresa, non sente la pressione e prende per in mano il centrocampo (73’ Zuparic sv).
Memushaj 7: il capitano mette muscoli e grinta in favore della zona mediana.
Politano 6,5: tra le linee spesso diventa imprendibile (78’ Sansovini sv).
Bjarnason 8: si è scoperto anche un grande finalizzatore. Giocatore di categoria superiore.
Pasquato 7: contro il Livorno si ricorda di aver giocato in passato per la Juve e torna ad essere un vero giocatore (86’ Brugman sv).
Melchiorri 7,5: freddo e preciso in occasione dell’1-0. Strepitoso l’assist fornito a Bjarnason nel raddoppio abruzzese
All. Oddo 6,5: alla sua prima partita coglie l’ingresso nei playoff. Il suo l’ha già fatto, ora si goda questo traguardo.
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