Livorno-Verona 2-3, sfiorata la remuntada. Il gol di Greco il più bello per la Gazzetta. Cos’è mancato?

di RICCARDO CAMPOPIANO e SIMONE PANIZZI

IL GOL DI GRECO AL PRIMO POSTO PER LA GAZZETTA – GUARDA QUI

CARICHE DELLA POLIZIA NEL PRE PARTITA – LEGGI QUI

LA CRONACA

LE INTERVISTE 

RISULTATI E CLASSIFICHE

Riuscire a battere il Verona, negli ultimi due anni, sembra essere diventato un qualcosa di impossibile. Anche in quest’occasione a festeggiare sono i gialloblù mentre agli amaranto resta l’amaro in bocca. Il risultato finale non deve illudere perché per buona parte di partita il Verona ha fatto quello che gli pareva. Le assenze di Ceccherini, Benassi, Luci e Biagianti hanno pesato come un macigno e anche le scelte iniziali di Di Carlo sono da rivedere. Purtroppo con una rosa ridotta all’osso era difficile fare di più. Da salvare sicuramente c’è la seconda parte della ripresa quando Paulinho e Greco hanno illuso che la grande rimonta fosse possibile. Ora c’è da rimboccarsi le maniche in vista del prossimo impegno casalingo contro il Napoli.

Quante assenze – Con un Livorno ridotto ai minimi termini era prevedibile che il Verona prendesse il sopravvento, anche se nessuno pensava di chiudere la prima frazione sotto di tre reti. L’assenza di Luci in mezzo al campo si è fatta sentire ed Emerson non è in grado di ricoprire quel ruolo. Il brasiliano è andato in difficoltà più di una volta e si vedeva che non aveva il passo. A centrocampo è mancato un uomo e Di Carlo non se l’è sentita di rischiare Mosquera dal primo minuto. Male, anzi malissimo Castellini arretrato sulla linea dei tre difensori. Iturbe ha fatto quello che voleva a sinistra e il terzo gol gialloblù ne è stata la riprova. La società ha detto che la rosa così è completa, ma due sole assenze (Benassi e Biagianti) hanno creato il vuoto.

Dominio Verona – Nei primi 45 minuti c’è stata una sola squadra in campo, quella veneta. Il Livorno ha pagato a caro prezzo le numerose assenze e si è limitato a fare da comparsa. Si contano almeno otto nitide palle gol per la truppa di Mandorlini contro nessuna amaranto. Il tridente Jankovic-Toni-Iturbe ha fatto quello che voleva di fronte ad una difesa troppo sulle gambe. Bardi quando ha potuto ci ha messo una pezza, ma per la legge dei grandi numeri prima o poi il gol sarebbe arrivato. Il Verona ne ha fatti tre nel giro di quindici minuti (dal 33’ al 46’) a suggellare un primo tempo dominato dal primo all’ultimo minuto.

Illusione amaranto – Di Carlo capisce che così non va e prova a cambiare. Fuori Castellini e dentro Belfodil con la squadra che passa al 3-4-3. I primi minuti della ripresa confermano quanto visto in avvio. La scossa la dà Paulinho che con un preciso tiro a giro dal limite riapre i giochi. Passano sessanta secondi (73’) e Greco fa 2-3. Manca ancora un quarto d’ora e il Livorno si getta nell’area di rigore avversaria. Peccato però che le forze e la lucidità comincino a mancare. Rafael non deve compiere nessuna parata degna di nota e così il Verona negli ultimi minuti può amministrare il vantaggio. Rimane l’amaro in bocca di essersi svegliati troppo tardi.

Il tabellino

Livorno: Bardi, Coda, Rinaudo (60’ Gemiti), Castellini (45’ Belfodil), Mbaye (90’ Mosquera), Greco, Emerson, Duncan, Mesbah, Emeghara, Paulinho. A disp: Anania, Aldegani, Valentini, Bartolini, Biagianti, Borja. All. Di Carlo

Verona: Rafael, Cacciatore, Moras, Marques, Albertazzi, Romulo (81’ Donati), Donadel, Marquinho, Jankovic (82’ Gomez), Toni, Iturbe (78’Sala). A disp: Andreade, Borra, Agostini, Pillud, Cirigliano, Donsah, Martinho, Cacia, Rebusic. All. Mandorlini

Arbitro: Peruzzo di Schio

Rete: 33’ Jankovic, 42’ Romulo, 45’ Toni, 71’ Paulinho, 73’ Greco

Note: angoli 8-6 per il Verona, ammoniti Emerson, Toni, Gemiti, Greco, Sala, Coda, recupero 1’ + 5’, spettatori  10.030

 

Bardi 5: pesanti responsabilità sul primo gol veronese, il tiro cross di Jankovic parte da trequarti campo e gli rimbalza davanti.

Coda 5: impacciato quando cade nella ripresa dando via libera a Iturbe. Sbanda come i suoi compagni, non trova le misure.

Rinaudo 4,5: aggirato spesso e volentieri da Toni, fatica a tenere le redini di una difesa in bambola (60′ Gemiti 6: in campo con voglia e dedizione, spinge per mezzora buona e mette un paio di cross che avrebbero meritato miglior fortuna).

Castellini 4,5: dura un tempo, ma probabilmente avrebbe preferito non giocarlo neanche. In costante difficoltà con Iturbe, rischia anche un rigore (46′ Belfodil 6: sufficienza stiracchiata, sperando che i minuti accumulati servano a fargli riacquistare brillantezza. I piedi e il fisico ci sono, le gambe solo a momenti).

Mbaye 5: fuori fase, perde due volte Jankovic e son dolori. Di testa regala un rigore con palla in movimento a Marquinho che tira in curva (90′ Mosquera sv).

Greco 6: si adatta a un ruolo che non è proprio il suo, e in fase di ripiegamento latita. Però è l’unico a proporre gioco, e ha il merito del gol due a tre.

Emerson 5: non ha il passo per giocare in mezzo al campo, finisce poi per schiacciarsi sulla linea di difesa. Meglio quando passa dietro, ma la partita ormai è chiusa.

Duncan 5: ha molta libertà, ma la sua naturale propensione alla confusione lo porta a essere meno efficace di quanto potrebbe esserlo.

Mesbah 5,5: tra i pochi a provarci nel primo tempo, trova un paio di corridoi buoni a sinistra. Dietro è lento a raddoppiare su Iturbe.

Paulinho 6,5 (Uomo Partita QuiLivorno): nella buona e nella cattiva sorte, sul brasiliano si può sempre contare. Arretra fino a centrocampo per trovare un pallone che non vede mai nei primi 45′, poi si sveglia dal torpore e guida la mancata rimonta. Dopo aver provato di testa e di piede, trova il punto che rianima la squadra.

Emeghara 5,5: ronza a destra e sinistra, ma un po’ per demeriti propri, un po’ per sufficienza dei compagni, non gli arriva mai la palla buona. Nel finale sbaglia a puntare la difesa palla al piede.

All. Di Carlo 5: regala un tempo al Verona, questa è la verità. Sbaglia formazione iniziale, perché mettere Castellini su Iturbe è da suicidio, così come indebolire la difesa stessa spostando Emerson in mediana. Crediamo nella sua buona fede e nel fatto che avesse preparato la partita in modo diverso, ma in campo si è vista una squadra incapace di intendere e volere per un tempo. Aggiusta il tiro dopo la pausa e sfiora la clamorosa rimonta, ma sarebbe stato un premio forse troppo grande.

HELLAS VERONA

Rafael 6: spettatore non pagante per un tempo, il lavoro aumenta dopo l’intervallo. Poche colpe sui gol subiti.

Cacciatore 5,5: solido interprete del ruolo, ma quando lo puntano va in difficoltà.

Moras 6: allontana i pericoli dall’area, bene anche sulle palle alte.

Marques 6: bene fino a che il Livorno non decide di spingere.

Albertazzi 6: rimane basso, in pratica senza passare la metà campo. Vista la giornata nera di chi aveva di fronte, avrebbe potuto osare anche di più.

Romulo 7: questo è un signor giocatore, trasformato da Mandorlini dopo l’annata grigia a Firenze. Regista e interdittore insieme, fa in tempo a segnare il quinto gol stagionale (82′ Donati sv).

Donadel 6,5: lo davano per finito, al Picchi dimostra che nella massima serie può ancora starci.

Marquinho 6: prima da titolare, complice la squalifica di Hallfredsson. Buone cose, ma si divora un gol fatto a metà ripresa.

Jankovic 6,5: il gol è più trovato che cercato, ma ha comunque il merito di averci provato. Non ha il passo dei giorni migliori, ma la cifra tecnica è rimasta elevata (82′ Juanito sv).

Toni 7: va a finire che ai Mondiali ci va davvero. Forma fisica eccellente, assist a Romulo e ne sfiora un altro paio. Se risparmiasse al pubblico qualche scenata sarebbe anche più simpatico.

Iturbe 6,5: sonnecchia qualche minuto, quando parte spacca la partita. Avvia l’azione del raddoppio e offre a Toni la palla del tris. Cala nel secondo tempo (78′ Sala sv).

All. Mandorlini 7: ha una squadra che gioca a memoria, idee chiare e giocatori di qualità. Interpreta alla perfezione la gara chiudendo il primo tempo in vantaggio di tre gol (ma potevano essere di più). Calo fisiologico nella difesa, forse ritarda troppo i cambi.

 

Riproduzione riservata ©