Livorno-Cittadella 0-1. Sprofondano gli amaranto
di Riccardo Campopiano e Simone Panizzi
Finisce con i fischi dello stadio la prima partita di Panucci da allenatore del Livorno. Un esordio che peggiore non poteva essere visto che il Cittadella ha fatto quello che voleva con gli amaranto incapaci di creare un’occasione degna di tale nome (LA CRONACA). Il rigore di Sgrigna sentenzia il secondo stop consecutivo con la classifica che comincia seriamente a far paura. Il Livorno infatti è sceso pericolosamente all’ottavo posto (ultimo buono per i playoff) con il Perugia che, vincendo ad Avellino, dista soltanto un punto (LA CLASSIFICA). Adesso sì che la situazione si fa critica perché se fino a qualche settimana fa l’obiettivo era quello di tentare l’aggancio al secondo posto, adesso diventa difendere gli spareggi promozione. Un’ipotesi impensabile, ma con questa squadra, al momento, non ci sono certezze (LE INTERVISTE).
Spinelli pensava che il cambio di allenatore desse quella sterzata ad una squadra alla disperata ricerca di se stessa. La missione al momento sta fallendo anche se è presto per fare processi. Panucci infatti ha avuto soltanto tre giorni per “farsi conoscere” e qui una sonora tirata d’orecchie al presidente va fatta: se veramente non si fidava di Gelain doveva cacciarlo all’indomani del ko di Spezia, non il martedì, alla ripresa degli allenamenti. Certo, alcune scelte di Panucci hanno fatto drizzare i capelli e la speranza è che sia stato solo un esperimento finito male e che dalla prossima partita si veda un Livorno più equilibrato. Spinelli infatti ha cacciato Gelain anche per colpa di alcune scelte insensate. A buon intenditor…
Tutti all’attacco – A leggere la formazione iniziale del Livorno chiunque avrebbe pensato che corresse la metà del secondo tempo è che gli amaranto fossero sotto di una rete. Invece il calcio d’inizio doveva ancora essere fischiato. Panucci in un colpo solo ha messo dall’inizio Vantaggiato, Galabinov, Jefferson in attacco con Jelenic e Djokovic sulle corsie. In fase offensiva sembrava di assistere ad un inedito 3-2-5. Ma ne valeva davvero la pena? La scelta ci lascia più di un dubbio. Se è vero che Panucci aveva visto tutte le partite del Livorno allora verrebbe da chiedergli: “Jefferson esterno d’attacco? Jelenic e Djokovic sulle corsie laterali?”. Questa mossa ha anche di fatto privato il tecnico dei cambi visto che avendo tutti i giocatori offensivi in campo, dalla panchina non è potuto entrare nessuno in grado di dare maggiore peso all’attacco quando la situazione lo richiedeva.
Zero occasioni – Con tutti questi attaccanti in campo sarebbe lecito attendersi un assedio dal primo all’ultimo minuto. Già, sarebbe. Perché di fatto gli amaranto non si fanno mai vedere dalle parti di Pierobon (46 primavere) se non con alcune traversoni bassi che sono sempre stati preda dei difensori. Il Cittadella non si è mai scomposto e ha vinto tuti i duelli arrivando sempre primo sui palloni. Per certi tratti sembrava essere tornati allo “schema Gautieri”: palla in avanti sperando che gli attaccanti inventino qualcosa. Neanche lo svantaggio ha scosso gli amaranto. Sotto di una rete per il gol su rigore di Sgrigna (fallo di mano di Galabinov), Luci e compagni sembravano quasi intimoriti nello spingere. Non a caso nel secondo tempo non arriva lo straccio di un tiro verso la porta veneta con Panucci che non sa più a che santo votarsi visto che non ha più attaccanti da gettare nella mischia.
Quale futuro? Come se non bastasse, l’arbitraggio di oggi è stato da rivedere. Passi il rigore, ma l’espulsione di Bernardini nella ripresa è stata inventata visto che il braccio del difensore era attaccato al corpo. Il giocare con l’uomo in meno è stata una mazzata troppo grossa per gli amaranto che, come capita troppo spesso, sono apparsi in debito di ossigeno. Panucci si è inventato Djokovic difensore al fianco di Lambrughi e Ceccherini poi uscito per infortunio sostituito da Gonnelli. Il Cittadella poteva tentare di cercare il raddoppio, ma si è limitata a difendere lo 0-1 e questo è bastato per contenere gli amaranto. Adesso occorre un bell’esame di coscienza perché se si continua su questa strada non arriveranno neanche i playoff. Scordiamoci la promozione diretta perché onestamente la squadra non la merita. L’obiettivo ora deve essere prima di tutto difendere gli spareggi promozione cercando di posizionarsi nel miglior modo possibile.
Il tabellino
Livorno: Mazzoni, Ceccherini (67′ Gonnelli), Bernardini, Lambrughi, Jelenic, Pires, Luci, Djokovic, Jefferson (46′ Moscati), Galabinov, Vantaggiato. A disp: Bastianoni, Cipriani, Gemiti, Strasser, Belingheri, Maicon, Empereur. All. Panucci
Cittadella: Pierobon, Cappelletti, Scaglia (26′ Camigliano), Pellizzer, Barreca, Bazzoffia (72′ Paolucci), Rigoni, Benedetti, Minesso, Stanco, Sgrigna (76′ Coralli). A disp: Valentini, Donazzan, Gerardi, Busellato, De Leidi, Pecorini. All. Foscarini
Arbitro: Sacchi di Macerata
Rete: 39′ Sgrigna (r)
Note: angoli 4-3 per il Livorno, ammoniti Camigliano, Cappelletti, Pires, Lambrughi, espulso Bernardini al 57′, recupero 2′ + 2′
Mazzoni 6: l’unico tiro nello specchio è il rigore, ma viene spiazzato.
Ceccherini 5,5: bene nel chiudere la strada agli attaccanti, ma quando deve giocare palla mostra tutti i suoi limiti (67’ Gonnelli 6: dentro a metà ripresa, con il Cittadella chiuso dietro ha poco lavoro).
Bernardini 5,5: paga l’intransigenza dell’arbitro Sacchi con un doppio giallo abbastanza severo.
Lambrughi 6: dietro non sbaglia niente, nel grigiore generale è uno dei pochi a uscire dal campo a testa alta.
Jelenic 5: trova spesso il fondo, ma non indovina un cross che sia uno. Si demoralizza e sbaglia anche le cose più banali.
Luci 5: se anche il capitano perde la bussola, la nave non può che andare alla deriva. Non trova mai tempi e spazi per giocate decisive.
Appelt Pires 4,5: la sua peggior prova in amaranto. Di una lentezza disarmante, perde palloni in serie.
Djokovic 5: nel primo tempo quasi gioca terzino e guarda la panchina come a chiedere che deve fare. Leggermente meglio dopo l’intervallo.
Jefferson 4,5: attaccante che non morde, rimane lontano da Galabinov e arretra troppo a cercar palla (46’ Moscati 5,5: l’espulsione di Bernardini lo costringe e giocare basso a destra, il suo apporto è minimo).
Galabinov 5: indolente, sfiduciato, tutto quello che volete. Però gioca sempre spalle alla porta e servito solo con palle alte. Causa il rigore saltando in area con le braccia larghe.
Vantaggiato 5,5: si vede che ci tiene da morire, perché si dispera per ogni errore. Da trequartista non fa paura, meglio quando si avvicina all’area di rigore.
All. Panucci 5: inizio col botto, in senso negativo. Prova la mossa delle tre punte, ma il Livorno non tira mai in porta, poi l’espulsione di Bernardini complica ulteriormente le cose. Non riesce neanche a scuotere la squadra, apparsa timida e impacciata.
CITTADELLA
Pierobon 6: alla sua età non disdegna un pomeriggio di riposo.
Cappelletti 6: giovane e affidabile, si capisce perché quest’anno le ha giocate in pratica tutte.
Scaglia 6: si fa male per anticipare Galabinov lanciato a rete (26’ Camigliano 6: entra a freddo e prende subito un giallo, però tiene botta per tutta la gara).
Pellizzer 6,5: guida alla perfezione una difesa di giovanissimi. Suo il colpo di testa da cui nasce il rigore.
Barreca 6: qualche ingenuità dovuta all’esuberanza, ma copre e spinge con continuità.
Bazzoffia 6: nei primi minuti è un rebus per la difesa del Livorno, cala nella ripresa (72’ Paolucci sv).
Rigoni 6,5: dinoccolato e grezzo, però quanto corre e quanto propone.
Benedetti 6: altro giocatore tutto grinta e agonismo perfetto per i veneti.
Minesso 5,5: contenuto bene da Jelenic, ha un paio di spunti interessanti ma infruttuosi.
Stanco 5,5: uno dei pochi sottotono, fatica a trovare palle giocabili.
Sgrigna 7: gioca a tutto campo, uno sorta di regista offensivo. Perfetto sul rigore (77’ Coralli sv).
All. Foscarini 7: vittoria frutto di organizzazione di gioco e perfetta condizione fisica della squadra, che nel girone di ritorno è una di quelle ad aver fatto più punti. Tre punti fondamentali nella corsa salvezza.
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