“Già contattata la Disney”. Bacci: “Conserviamo la storia”

Lo aveva già espresso “timidamente” con un “like” sotto al post sulla pagina facebook di Daniele Caluri riguardante l’idea di trasformare i ruderi del Mausoleo di Ciano nel deposito di Zio Paperone (clicca qui per leggere l’articolo). Adesso il sindaco Nogarin ha fatto di più e si è sbilanciato dichiarando “sì l’idea mi piace e abbiamo già preso contatti con la Disney”. Lo ha annunciato prima al Corriere.it e dopo lo ha confermato anche al nostro quotidiano. “Non è uno scherzo, ci avevo già pensato anch’io da ragazzino. Adesso ci sono i primi contatti con la Disney anche se questa decisione non sarà scevra da polemiche”. E chissà dunque che non si possa veder trasformato il mausoleo di Ciano in un parco a tema.
L’idea ha  già riscosso moltissimi apprezzamenti da parte di lettori, curiosi e livornesi di ogni credo e appartenenza. Certo non sono mancate le critiche e i progetti alternativi e le idee di riqualificazione del vetusto mausoleo del gerarca fascista che si erge sulle colline livornesi.
La replica del sindaco di Collesalvetti e del segretario provinciale del Pd Lorenzo Bacci – La storia è maestra di vita.  Ci si può “scherzare” sopra quanto si vuole. Ma sarebbe opportuno che non provassimo a sbiadirla a colpi di bischerate, considerata la nostra predisposizione ad essere un popolo di corta memoria. Dovremmo tutti essere consapevoli che appena poco più di 70 (e non 7000) anni fa, nel nostro territorio (e non in Baviera), in tantissimi inneggiavano al regime totalitario fascista e si custodivano “talenti” locali pronti ad essere celebrati con statue in stile Colosso di Rodi, come nel caso di Ciano.

Creativamente e artisticamente parlando è stimolante l’idea che ha attraversato sicuramente la mente di molti di noi, ripresa di Caluri, e cioè immaginarsi il basamento del mausoleo di Ciano come il deposito di dollari di Paperon De’ Paperoni. Del resto la dissacrazione è uno degli ingredienti principali, soprattutto per chi unisce l’arte alla cultura satirica, come nel caso dello stesso Caluri.

Però ritengo che almeno da parte delle Istituzioni ci debba essere un limite al senso del ridicolo: compito delle Istituzioni dovrebbe essere invece pretendere che le generazioni future non pensino che sia così “normale” trasformare il simbolo di un regime che ha visto la nostra città a lungo protagonista attiva, in una specie di parco giochi.

Per rendere più chiaro il concetto, anche Auschwitz probabilmente potrebbe diventare un piacevole campeggio intitolato alle Giovani Marmotte con Qui, Quo, Qua all’ingresso a fare l’accoglienza ai turisti… Ma sappiamo che ciò non avverrà mai.

Dobbiamo essere consapevoli di cosa siamo stati protagonisti, come nazione, come popolo e anche come città.
Invece celebrando i martiri della Resistenza ragioniamo spesso come se Livorno non fosse stata anche una delle tante roccaforti del fascismo.

Facciamo i conti con la nostra storia e diamo alle generazioni future la possibilità di chiedere ai propri genitori, come molti di noi hanno fatto arrivando dal mare: “Babbo cos’è quell’affare là sulla collina?”.
Lo so, è una domanda che “dà noia” e che ci costringe a fare i conti con ciò che siamo stati.
Ma una civiltà priva di consapevolezza di quello che è stata capace di compiere, non può essere definita tale.

E l’idea che tra altri 70 anni guardando dal mare questo pezzo di storia i nostri figli non vedano altro che una divertente riproposizione del deposito di Paperone a me fa venire i brividi.

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