“Sveglia Italia”, corteo in città. In mille scesi in piazza

Sabato 23 gennaio, alle ore 15 concentramento in piazza Attias da cui partirà il corteo a favore delle unioni civili,per manifestare per l'equità dei diritti e per la dignità di tutte e tutti

Anche Livorno è scesa in piazza, come tantissime altre città italiane (più di 80), per manifestare per l’equità dei diritti in vista delle unioni civili che presto verranno dibattute in parlamento (clicca sul link in fondo all’articolo per vedere la fotogallery e il video). Una manifestazione per la giustizia sociale, la dignità di tutte e tutti, ma anche per manifestare con energia, i corpi e le nostre vite, quelle stesse vite che il percorso di questa legge toccherà e influenzerà. Erano circa mille le persone che nel pomeriggio di sabato 23 gennaio si sono ritrovate in piazza Attias per dire sì ai diritti, per dire sì all’amore all’interno della manifestazione Nazionale “Sveglia Italia” in concomitanza con la presentazione in Senato del Ddl Cirinnà sulle unioni civili.
Intanto per il Family Day della prossima settimana è pronto un pullman che porterà circa 50 livornesi a Roma a manifestare per la “famiglia tradizionale” (clicca qui per leggere l’articolo di Roberto Olivato)

La manifestazione livornese “Sveglia Italia” è stata organizzata da: Arcigay Livorno, Arcilesbica Pisa, Agedo Toscana Gruppo di Livorno, Famiglie Arcobaleno Toscana in collaborazione con Livorno Rainbow Coordinamento Lgbt
Il corteo, partito da piazza Attias, si è svolto per le principali vie del centro: via Ricasoli, piazza Cavour, via Cairoli, piazza Grande, piazza del Municipio. Dalle scale del Municipio, dove ha sventolato la bandiera rainbow, gli interventi politici dei rappresentanti delle associazioni e delle autorità (la Vicesindaco del Comune di Livorno Stella Sorgente, il Sindaco del Comune di Collesalvetti Lorenzo Bacci, l’assessora alle Pari Opportunità del Comune di Pisa Maria Luisa Chiofalo)

La settimana prossima inizierà la discussione in Senato del Ddl Cirinnà sulle unioni civili, che è ancora ben lontano dal traguardo di parità di diritti e doveri ai quali miriamo, malgrado questo si preannuncia già grande battaglia politica tra laici e cattolici e mai come in questi giorni, ascoltando le dichiarazioni di alcuni politici o esponenti della Chiesa si respira un clima di omofobia e intolleranza.

Attraverso le piazze in tutta Italia sarà rivolto il seguente appello a Governo e Parlamento:

“L’Italia è uno dei pochi paesi europei che non prevede nessun riconoscimento giuridico per le coppie dello stesso sesso. Le persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali non godono delle stesse opportunità degli altri cittadini italiani pur pagando le tasse come tutti. Una discriminazione insopportabile, priva di giustificazioni. Il desiderio di ogni genitore è che i propri figli possano crescere in un Paese in cui tutti abbiano gli stessi diritti e i medesimi doveri. Chiediamo al Governo e al Parlamento di guardare in faccia la realtà, di legiferare al più presto per fare in modo che non ci siano più discriminazioni e di approvare leggi che riconoscano la piena dignità e i pieni diritti alle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, cittadini e cittadine di questo Paese. La reciproca assistenza in caso di malattia, la possibilità di decidere per il partner in caso di ricovero o di intervento sanitario urgente, il diritto di ereditare i beni del partner, la possibilità di subentrare nei contratti, la reversibilità della pensione, la condivisione degli obblighi e dei diritti del nucleo familiare, il pieno riconoscimento dei diritti per i bambini figli di due mamme o di due papà, sono solo alcuni dei diritti attualmente negati. Questioni semplici e pratiche che incidono sulla vita di milioni di persone.  Noi siamo sicuri di una cosa: gli italiani e le italiane vogliono l’uguaglianza di tutte e di tutti”.

 

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