Cicchiello ritorna a fare il pediatra dopo i domiciliari. “Vi racconto il mio inferno”

Il medico: "I carabinieri hanno anche pianto quando mi venivano a trovare agli arresti domiciliari"

Il Tribunale del Riesame di Firenze, dopo aver revocato gli arresti domiciliari rivedendo così la misura di custodia cautelare imposta al pediatra Cicchiello dopo lo scandalo del latte artificiale, ha revocato anche la sospensione dal pubblico impiego al dottore livornese (clicca sul link in fondo all’articolo per vedere la video-intervista al pediatra). Renato Domenico Cicchiello torna quindi a fare quello che ama di più nella vita: il pediatra. Il medico, difeso dal tandem legale Marco Guercio-Massimiliano Ferretti, torna quindi ad esercitare la professione dopo le pesanti accuse della magistratura di corruzione. Cicchiello infatti era finito nel mirino del Nas e nel registro degli indagati a seguito di presunte accuse che lo avrebbero visto suggerire latte artificiale al posto di quello materno. “Accuse infondate per tanti motivi, tra cui quello che il latte non è un farmaco”, hanno subito replicato i suoi avvocati (leggi qui la difesa dei pediatri).
La posizione del Tribunale del Riesame che ha accolto il ricorso. “Quanto alla posizione del Cicchiello- si legge nelle carte scritte e firmate dal giudice – il tribunale ritiene che il ricorso debba essere accolto non ravvisandosi nel caso in esame la sussistenza di indizi che raggiungano il grado di gravità della legge quale imprescindibile presupposto per l’applicazione di una misura cautelare”. Il Riesame si esprime anche al riguardo della somma a trovata a disposizione del dottor Cicchiello, di cui lui giura di non averne mai saputo niente, nel giugno del 2012. “Nel caso di specie-  scrive il tribunale – è pacifico che non vi è stata ricezione del denaro messo a sua disposizione perchè, come riferisce una dipendete dell’agenzia di viaggi, tale somma non è mai stata utilizzata dal Cicchiello ed è ivi ancora giacente da ben due anni e mezzo circa. Non è pertanto configurabile l’ipotesi criminosa sotto l’aspetto di ricezione di denaro“.
Parla il dottor Cicchiello – “Ho avuto dei pensieri bruttissimi durante i giorni in cui sono stato ai domiciliari – racconta sfogandosi davanti ai giornalisti il dottor Cicchiello all’interno dello studio legale dove si è tenuta una conferenza stampa – sono stato male, ero angosciato e in depressione. Poi grazie alle tante attestazioni di stima ricevute dai genitori dei miei pazienti e alle rassicurazioni dei miei avvocati ho rialzato al testa e non ho avuto più timore di uscire di casa. La gioia più grande? Ritornare a fare il pediatra. Non tanto la sospensione della detenzione domiciliare quanto poter tornare ad esercitare la mia professione. Giovedì prossimo, o al massimo venerdì, sarò in studio. C’è tanto lavoro da fare e non vedo l’ora”.

Renato Cicchiello adesso è sereno. “I primi giorni sono stati durissimi. La cosa più infamante è stata quella di avermi accusato di aver sconsigliato di dare il santo latte materno al posto di quello artificiale. Una cosa che mi ha fatto molto male se si considera che sono anche il referente Asl per l’allattamento al seno. La magistratura fino ad oggi si è comportata in modo splendido accogliendo tutte le richieste dei miei avvocati e facendo cadere ogni tipo di misura cautelare nei miei confronti. Sono sollevato. Il mio problema era, non tanto per il fatto in sé perché sapevo di non aver fatto niente di male, ma quello di uscire di casa e di vedere la gente coni l dito contro che diceva eccolo! Poi uscendo di casa invece ho trovato l’opposto, gente che mi sosteneva e mi abbracciava. E questo mi ha fatto bene e mi ha fatto ripensare a tutto”.
“I carabinieri che venivano a casa erano molto gentili. Qualcuno ha anche pianto”–  Il dottor Cicchiello racconta tutto il suo calvario sin dal primo giorno. “Nel giro di due settimane si è ribaltato il mio mondo due volte. Quel venerdì 21 novembre sono sceso di casa presto al mattino, era ancora buio. Non mi ha suonato nessuno e mi stavo recando all’altra mia abitazione poco distante da dove risiedo.Sotto casa c’erano già delle persone. Siamo i carabinieri volevamo parlare un po’ con lei, mi hanno detto, è possibile?.
Così sono salito di nuovo a casa e ho avvisato la mia compagna che avevamo ospiti. Sono stati gentilissimi, anche il comandante: duro e risoluto ma cortese. Mi hanno detto: dottore lei per qualche giorno, ci scusi, ma deve stare due o tre giorni a casa. Dove vuole rimanere in questa casa o nell’altra? Così tutti i giorni venivano i carabinieri in borghese a farmi visita. Qualcuno, devo dire la verità, ha anche pianto perché era o nonno o padre dei bimbi da me seguiti. Continuavano a dirmi: dottore ci scusi. Prendevamo caffè, parlavamo un po’ e sono sempre stati molto gentili. Non hanno perquisito o fatto niente di strano. Quella mattina siamo andati prima in studio e poi negli uffici a firmare tutte le carte del caso”.
“Sono stati giorni disperati, poi è tornato il sorriso” – Il dottor Cicchiello racconta come ha vissuto la sua carcerazione domiciliare. “Sono stato a casa. Ho avuto anche pensieri disperati. In queste situazioni  ti senti un delinquente quando non lo sei. Se mi sono tirato su è grazie ai miei  pazienti. Per loro forse affitterò lo stadio per ringraziali.  Devo dire che dopo i primi momenti comunque a casa sono stato bene. Ho letto tantissimo (Josè Saramago “Memorie dal Convento” ndr) e ho sentito tanta musica jazz
La telefonata che non ti aspetti.  “Ieri ero a casa stavo e stavo leggendo il mio libro. Squilla il telefono e vedo un numero sconosciuto. Rispondo. Dall’altro capo del telefono è un maresciallo, una donna carabiniere, che mi annuncia che è stata revocata la sospensione dal lavoro e mi chiedeva di passare dalla caserma per firmare alcuni fogli. Io le ho risposto che entro mezz’ora sarei andato li e che l’avrei abbracciata e baciata. Ero contentissimo. Giovedì o venerdì torno al lavoro. Non vedo l’ora”.

(Seguono aggiornamenti)

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