Presentato il porto del futuro. Inaugurato ponte mobile
Presentato in Fortezza Vecchia, in occasione dell'apertura del ponte mobile, il libro “Livorno: un porto e la sua città”. Il volume è stato commissionato dalla Port Authority. Gallanti: "È il nostro dono alla città"
Immaginatevi un percorso pedonale aereo, sopraelevato, che colleghi la nuova stazione marittima dell’Alto Fondale al quartiere della Venezia. Immaginate, anche, una Fortezza Vecchia completamente circondata dal mare, o l’ex silos sulla Calata Sgarallino trasformato in centro servizi, oppure un nuovo mercatino americano, galleggiante, in fregio alla Fortezza Nuova. Non sono sogni, ma alcune delle proposte contenute nel libro “Livorno: un porto e la sua città”, presentato il 25 giugno nella cornice della splendida Fortezza Vecchia, alla presenza del commissario dell’APL, Giuliano Gallanti e dell’assessore comunale al commercio, Paola Baldari in occasione dell’apertura del ponte mobile (leggi qui e guarda le foto). Il volume, commissionato dalla Port Authority, contiene diversi spunti di analisi incentrati attorno al tema della integrazione tra il porto e la città. Il nuovo piano regolatore (illustrato dal responsabile dell’APL, Cluadio Vanni); la riorganizzazione dell’area della nuova stazione marittima; la sostenibilità e l’efficienza dell’uso dello spazio portuale; il recupero delle Cantine e dei Fossi e quello della Fortezza Vecchia, sono questi gli aspetti su cui il curatore del libro, l’architetto Marco Massa, e altri 12 autori, per lo più ricercatori universitari e dipendenti della Port Authority, si sono soffermati durante l’evento di presentazione del volume. Il filo rosso che unisce i molteplici capitoli che si susseguono senza soluzione di continuità all’interno delle 192 pagine del libro è il recupero del patrimonio storico-cittadino. «Si tratta di un formidabile strumento di coesione sociale – ha detto Massa, in apertura di convegno –; una politica di recupero urbanistico intelligente attenta alla compatibilità tra le funzioni e le caratteristiche del monumento è il punto cardine attorno al quale dovrebbe ruotare qualsiasi seria discussione sulla rigenerazione delle città portuali». E il libro presenta non a caso molti esempi di rivisitazione dello spazio urbano attiguo al porto. Marco Massa, per esempio, ha preso spunto dalla posizione strategica della Fortezza Vecchia, “cerniera tra porto e città”, per rilanciare alcune idee già contenute nel Master Plan e nel piano particolareggiato per l’area di interfaccia tra città e porto, strumenti a carattere orientativo redatti nel 2010 con lo scopo di integrare le previsioni urbanistiche approvate negli ultimi anni con le future sistemazioni.
Una sopraelevata con vista sul mare – Tra le proposte messe in campo dal curatore del volume c’è quella di definire un percorso diretto verso la Stazione Marittima. «Oggi – scrive Massa nel libro – lo sbarco dei crocieristi avviene in uno spazio privo di qualità, in una specie di paesaggio di periferia dove Livorno non è riconoscibile». L’idea è quella di risolvere il problema creando un collegamento pedonale sopraelevato che, usando uno dei finger che marcano il paesaggio della stazione marittima, scavalchi la strada sbucando di fronte a Piazza del Luogo Pio, offrendo quindi un itinerario con panorama dall’alto verso il mare.
L’ex silos sulla calata Sgarallino – Particolarmente originale è inoltre la proposta di recupero del Silos. Vero e proprio baluardo paesaggistico, il bene architettonico è oggi collocato come un’enclave al centro di un’area che resta adibita a piazzale di imbarco a servizio dei traghetti. L’idea è di utilizzarlo almeno in parte per servizi alla città, mentre la copertura potrebbe assumere un ruolo di belvedere, terrazza panoramica sul porto e la città. Massa propone inoltre di collegare il silos alla fortezza. Come? Con un percorso aereo simile a quello progettato per collegare il quartiere della Venezia alla nuova stazione marittima. Il tratto pedonale sopraelevato dovrebbe sbarcare direttamente nel silos e da lì un ascensore potrebbe portare il turista direttamente sulla terrazza, dove ad accoglierlo ci sarebbe un bar o un ristorante.
La Fortezza Vecchia – Naturalmente, non potevano mancare nel dibattito anche le riflessioni sul futuro della Fortezza Vecchia. Per Massa il monumento mediceo è il vero fulcro della nuova relazione tra città e porto, fra spazi pubblici e la nuova stazione marittima. L’obiettivo è quello di restituire al manufatto l’acquaticità originaria. In origine, infatti, si accedeva al complesso fortificato solo via mare, grazie anche allo scavo di un canale tra il 1522 e il 1523 che lo isolò dal resto della città. L’opera di restauro prevede la completa messa in acqua del manufatto. Per la Fortezza Vecchia è inoltre prevista una nuova accessibilità: il manufatto sarà collegato con il quartiere Venezia e il centro storico attraverso un nuovo percorso pedonale ottenuto interrando un tratto del viale lungomare e restaurando l’originale ponte sul canale Venezia; mentre a sud verrà realizzata una nuova passeggiata lungomare che, partendo dalla Terrazza Mascagni e attraversando la Bellana, raggiungerà il porto storico.
Il mercato flottante – Nel volume occupa infine uno spazio rilevante il progetto relativo alla valorizzazione del sistema dei fossi. L’idea, già presentata in passato, è quella di trasferire il tradizionale mercatino americano di Livorno dalla sede provvisoria attuale, sui piazzali della vecchia stazione marittima, nel cuore della città storica, di fronte alla Fortezza Nuova, ricostruendolo in forma galleggiante. A detta del professor Alessandro Rosselli, che ha curato la messa a punto del progetto, si tratterebbe del primo mercato flottante delle pulci in Europa. La proposta si basa sul riutilizzo dei container attualmente usati per le attività commerciali.
Questi progetti hanno tutti un unico comun denominatore, abbattere le barriere, strutturali e sovrastrutturali, che ancora oggi rendono poco accessibile il porto. «Uno dei rischi principali derivanti dalla fase attuale di riorganizzazione delle strutture portuali – ha detto Gallanti – è quello di accentuare, anziché ridurre, la cronica separazione tra città e porto. Forse in parte questa dinamica è ineluttabile, ma in parte può essere tenuta sotto controllo e compensata, in vari modi: la verità è che il porto ha bisogno più che mai oggi della propria città, ha bisogno di lavorare in un clima di serenità e interdipendenza. Questo libro lo vogliamo donare alla cittadinanza, perché riteniamo possa essere di interesse per la collettività e perché rappresenta, meglio di ogni altro lavoro, l’attenzione che l’Autorità Portuale ha voluto riservare al tema».
Riproduzione riservata ©