Ruggeri a Raspanti: “Perché votare me”. BL: “Pd incompatibile col cambiamento”

“Ho letto con interesse il ragionamento con cui Andrea Raspanti ha fatto ciò che in molti si aspettavano: sostenere il candidato del MoVimento5Stelle. Mi rivolgo a lui, ma soprattutto ai suoi elettori, per chiarire alcuni punti. (clicca qui per leggere il comunicato di Raspanti su Nogarin e il dibattito fra i lettori).

1. Domenica 8 giugno non si vota il segretario del PD, si vota il prossimo sindaco di Livorno. I cittadini devono scegliere la persona che dovrà risolvere i problemi, mettere a posto le strade, migliorare la raccolta dei rifiuti, curare la mobilità, badare al decoro urbano, attrarre investimenti per rilanciare l’occupazione, prendere le decisioni più importanti per la quotidianità. I cittadini dovranno dunque scegliere la persona che, secondo loro, è più in grado di fare tutte queste cose. Dispiace che un candidato giovane e molto apprezzato come Andrea abbia sacrificato gli interessi di Livorno all’altare della politica vecchio stampo. La scelta di domenica non vale solo domenica, vale per i prossimi cinque anni. Sbagliare sindaco è una scelta quasi irreversibile. A Parma Pizzarotti promise il blocco dell’inceneritore in campagna elettorale. Tutti sanno com’è andata. Alle Europee, il M5S ha preso il 35% in meno del PD a Parma, e non è di certo un caso.

2. Ho accettato tutte le critiche mosse da Buongiorno Livorno in questi mesi. Ma in me non è mai venuta meno la fermezza di lavorare per scrivere una nuova pagina per la città, sia nell’amministrare sia nel creare un clima più disteso tra le forze politiche, soprattutto quelle di sinistra. Sta a me convincere i livornesi che dico e faccio sul serio: l’Italia sta cambiando, ora cambiamo Livorno. A Raspanti, che non ho mai criticato personalmente, mi permetto oggi di dire una sola cosa: chi si professa di sinistra non può sostenere il candidato di un partito che in Europa si allea con l’estrema destra, con tanto di foto sorridenti e reciproci attestati di stima tra Grillo e Farage. Davvero, non ci sono giustificazioni.

3. Il ragionamento di Raspanti è di un’ingenuità sorprendente quando afferma che il sostegno di Buongiorno Livorno è subordinato a una “presa di distanza” del MoVimento5Stelle dalla destra. In primo luogo perché, come ho già detto, l’orientamento nazionale del partito è un altro, come vediamo da questi giorni. In secondo luogo, ancora più importante, perché la somma dei voti di Nogarin e Raspanti al primo turno non è sufficiente a vincere le elezioni, l’unico modo per farlo è con i voti della destra. Quindi Raspanti, a meno che non voglia mettere in discussione la matematica, sta chiedendo ai suoi elettori di allearsi con la destra a Livorno, e con un partito alleato con l’estrema destra a livello nazionale.

4. Mi spiace che un movimento come quello di Raspanti a cui riconosco un risultato elettorale importante indirizzi il proprio consenso elettorale solo contro e non per incidere sul cambiamento della città. Io sono impegnato su questo e sulla costruzione di una nuova classe dirigente. Ora c’è il bene di Livorno da tenere in considerazione, e non può essere ignorato in questo modo”.

È quanto scrive sulla sua pagina Facebook Marco Ruggeri, candidato sindaco di Livorno per la coalizione di centrosinistra, in merito alle ultime dichiarazioni di Andrea Raspanti.

La risposta di Andrea Raspanti (spedita alle redazioni alle 17.53 di domenica 1° giugno) alla lettera di Marco  Ruggeri
Marco,
non è mia intenzione partecipare in alcun modo alla campagna elettorale: ad oggi mi sento lontano tanto dal tuo partito quanto dal M5S. Prendi quindi questa mia risposta come un contributo all’intelligenza pubblica dello scenario politico che stiamo attraversando.
Trovo innanzitutto semplicistica e fuorviante la sovrapposizione immediata, proposta in questi giorni dal Pd, tra il piano politico nazionale e quello locale, e credo che un partito che rivendica una discendenza dal Pcidovrebbe prendere sul serio il compito di elaborare analisi e letture complesse della realtà. Analisi e letture che non dovrebbero essere strumentali alla vittoria elettorale ma a un più generale progetto di trasformazione della cultura e della società contemporanee. Detto questo, ti faccio notare che il partito che ha espresso la tua candidatura ha poco da guadagnare e molto da perdere da questo spostamento dell’attenzione collettiva sul piano nazionale. Dopo la breve parentesi della presidenza di Enrico Letta, in cui ha avuto Silvio Berlusconi come principale alleato, oggi il Pd condivide responsabilità di governo con il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, la cui gioventù è stata recentemente sorpresa a omaggiare la liturgia fascista col saluto romano. Dobbiamo concluderne che il Pd è un partito colluso col fascismo? Sinceramente non lo penso, e non l’ho pensato nemmeno quando alle primarie dell’8 dicembre avete ammesso a votare Er Pecora, che fascista è per sua ammissione.
Ma veniamo a Livorno. La situazione drammatica che la nostra città sta attraversando è responsabilità di chi l’ha governata. È talmente evidente che nemmeno tu hai potuto negarlo, scegliendo anzi la strategia del Punto-e-a-capo e additando Alessandro Cosimi come unico responsabile dello sfacelo. Tentativo goffo e anche un po’ sleale, considerato che negli ultimi 10 anni hai rivestito ruoli di primo piano nel Pd livornese (prima segretario, poi consigliere regionale). L’esito della tornata elettorale del 25 maggio è stato chiaro in proposito: i livornesi alla retorica del Punto-e-a-capo non ci hanno creduto. Hanno puntato l’indice contro tutto il Pd locale, e l’hanno fatto a ragione.
Adesso il tuo partito ha cambiato strategia. Ha visto che Renzi ha avuto buon gioco a impostare l’elezione europea (ah, io ho votato Tsipras) come un referendum antiGrillo e vuole seguirne l’esempio stimolando la pancia dei livornesi e delle livornesi e chiamandoli a raccolta contro la minaccia delle destre. Voglio essere chiaro: io credo che il M5S sia una realtà complessa e contraddittoria, e credo anche che sia molto limitata, ma non credo che sia una forza di destra, e mi ha fatto piacere leggere che è dello stesso avviso il professor Iacono, sulla cui collocazione a sinistra spero nessuno voglia avanzare dubbi. Credo altresì che il Pd livornese sia una forza conservatrice incompatibile col cambiamento di cui la nostra città ha bisogno urgente e prioritario. Lo penso perché ritengo che la difesa dei privilegi e delle rendite di posizione, i clientelismi, le logiche partitocratiche siano una cosa di destra anche quando sono portate avanti da un partito che si dichiara di centrosinistra. Da una situazione come quella livornese, prodotto di decenni in cui è mancato anche solo il rischio dell’alternanza, non si esce cambiando il sindaco ma cambiando tutto, e tu non sei nella condizione di farlo. Non è nella condizione di farlo il Pd, irretito nella trama di favori e interessi che ha tessuto negli anni perché ad essa deve in ultima istanza la sua relativa tenuta sul territorio. Non potrà sicuramente liberarsene in caso di vittoria perché, nel vuoto ideale che lo caratterizza e nell’assenza di una reale capacità politica e culturale di mobilitazione, sarà stato costretto a farvi appello per vincere. Potrà forse in caso di sconfitta.
Questo spiega le ragioni della scelta di Buongiorno Livorno di orientare il voto verso Filippo Nogarin, lasciando agli elettori la responsabilità di valutare la proposta politica del M5S livornese e fornendo un criterio per questa valutazione (presa di distanza sul piano dei valori e dei contenuti dalle destre). Sono sicuro che mi renderai atto che, nella mia posizione, non è stata la decisione più conveniente. Possono dire lo stesso coloro che hanno scelto la strada ufficiale dell’equidistanza o del non voto? Nessuno, all’indomani del 25 maggio, godeva in città del credito che avevo io. Avrei potuto scegliere soluzioni più pilatesche, ma il senso di responsabilità verso la città me l’ha impedito. Buon lavoro.

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