M5S, espulsi (con una lettera) i dissidenti
Grillotti e Pecoretti pubblicano sulla loro pagina Fb la lettera con cui lo staff di Grillo annuncia l'espulsione. Maggioranza appesa a un voto
Espulsi. Al Movimento Cinque Stelle proprio non è andata giù che i consiglieri comunali M5S Sandra Pecoretti, Giuseppe Grillotti e Alessandro Mazzacca si siano espressi contro l’atto di giunta che prevedeva il concordato.
L’espulsione è arrivata il 14 dicembre con una mail scritta dallo “staff di Beppe Grillo”, e resa pubblica da Grillotti e Pecoretti sulla sua pagina Fb, i tre dissidenti sono stati dunque cacciati dal movimento. Adesso la maggioranza di Nogarin è appesa a un voto. I tre, a inizio dicembre, era stati sospesi. Per i consiglieri, così come specificato nella mail che ne decreta l’espulsione, è possibile “proporre ricorso entro 10 giorni se pensa che questa decisione si basa su informazioni non corrette”.
Parole pesantissime – sono arrivate l’11 dicembre durante il Consiglio Comunale da parte dei tre consiglieri sospesi dal Movimento 5 stelle: Giuseppe Grillotti, Sandra Pecoretti e Alessandro Mazzacca, di cui ormai è molto probabile la definitiva espulsione (Nogarin spiega la scelta del concordato per Aamps – leggi qui).
Per difendere la loro scelta di avere votato contro l’ipotesi di concordato hanno deciso di rispondere allo staff di Beppe Grillo direttamente via streaming, rivolgendo critiche durissime al sindaco Filippo Nogarin. “Ho espresso parere difforme ma non in contrasto con la giunta – ha affermato l’ex capogruppo Giuseppe Grillotti – su più di 250 delibere ho votato contro la maggioranza solamente in un paio di casi: sui rimborsi casa-lavoro degli assessori e sulla variante anticipatrice del piano regolatore del porto. Votare in libera coscienza non significa boicottare, ma fare valere la propria libertà di espressione, e questo continuerò a fare”. E ricorda di come anche altri consiglieri del suo gruppo abbiano votato talvolta in modo diverso dalla maggioranza: “Espellerete anche loro quindi?”, è il duro attacco di Grillotti. E di come anche il sindaco, in due occasioni, abbia votato contro alle proposte del Movimento 5 stelle: l’astensione riguardo alla commissione d’inchiesta su Aamps e il voto favorevole sul prp. Non risparmia poi rimproveri durissimi su “come il Movimento 5 stelle si fosse candidato alle elezioni amministrative dello scorso anno con l’obiettivo di cambiare tutto: invece a distanza di diciotto mesi non è stato fatto nulla”. Venendo poi al tema che sancito la sospensione, Aamps, ha affermato: “Ma vi sembra normale che noi non sapessimo niente? Così come è già successo peraltro in altre situazioni. Lei – ha continuato rivolgendosi a Nogarin – fin dal suo insediamento ha gestito la macchina amministrativa come se fosse un qualcosa di sua proprietà. Non c’è stata trasparenza sulla scelta degli assessori, su quella dei consulenti e dei componenti dei vari cda, basti dire che ad Aamps è stata messa una persona ora indagata per peculato. Non è vero poi che c’è un dirigente su ogni quattro lavoratori di Aamps, così come non corrisponde a realtà il fatto che siano tutti messi su dai sindacati, molti sono semplicemente preoccupati del loro posto di lavoro”. “Sono costernato che Grillo difenda la parte sbagliata e chiedo di prendere le distanze da Lei – ha proseguito Grillotti – Io ho creduto in questa persona, Filippo Nogarin, e ho sbagliato: se potessi riportare indietro le lancette dell’orologio, la eviterei come la peste e sosterrei la candidatura a sindaco di chiunque altro. Chiedo però di non confondere il Movimento 5 stelle livornese con quello nazionale”. Grillotti tuttavia, qualora arrivasse l’espulsione, non si dimetterà da consigluiere comunale: “Farò il possibile per non fare cadere il Comune. Continuerò a sostenerla perchè l’alternativa sarebbe il Pd e questo sarebbe inaccettabile”.”Spesso è mancata la trasparenza – è la critica fatta anche dalla consigliera Sandra Pecoretti – e ritengo anche oggi che la scelta del concordato non sia la più adatta né per i lavoratori, né per l’azienda. Ho preso una decisione diversa dal mio gruppo, ma i miei colleghi questo lo sapevano. Se dallo staff di Beppe Grillo dopo la sospensione arriverà anche l’espulsione ne prenderò atto, nonostante ciò continuerò ad andare avanti anche fuori dal gruppo, giudicando le proposte che arriveranno non da chi saranno presentate, ma dalla loro validità”. Da Alessandro Mazzacca è arrivato l’estremo invito, senza risultato, a “fermarsi e a prendere un mese di tempo per trovare una soluzione migliore per Aamps: se poi si rivelerà essere quella del concordato anche noi tre dissidenti saremo disposti a votarla. Ebbene – ha avvisato – dal prossimo Consiglio ne vedrete delle belle: a me sono stati dati dieci giorni di tempo per fare le mie controdeduzioni alla mail che mi sospendeva dal Movimento, allo staff di Grillo non basteranno certo per conoscere quello che è stato fatto nei diciotto mesi di governo Nogarin”.
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