Aurigi boccia il porto turistico al Maroccone. “Sì” a nuovi alberghi alla Stazione Marittima

L'idea dell'assessore è quella di non decentrare il flusso turistico ma concentrarlo in città grazie a bed and breakfast e ostelli

di letizia

Insieme alla questione del commercio, giovedì 1° ottobre, durante la quarta commissione consiliare, si è parlato di turismo. È stata infatti l’occasione per spiegare, da parte dell’assessore Aurigi, la contrarietà dell’amministrazione comunale al progetto di costruzione di un nuovo porticciolo turistico al Maroccone, di cui l’architetto Augusto Cagnardi aveva lanciato l’idea nel giugno scorso (clicca qui per leggere il progetto di Cagnardi).
“Uno dei punti chiave del nostro programma è il consumo zero di territorio – ha dichiarato il responsabile all’urbanistica – in virtù di questo quindi devo dire che il progetto del Maroccone non rientra nelle nostre intenzioni. Non è automatico infatti che nuove infrastrutture producano sviluppo economico. È invece utile puntare su un tipo di turismo ecologico e sostenibile che porti con sé un basso livello di infrastrutturazione, investendo su quelle che sono le peculiarità del territorio livornese”.
Sempre in tema di uso di altre porzioni di suolo Aurigi conferma l’indisponibilità a costruire nuove strutture alberghiere, salvo però farlo in zone già urbanizzate come il Porto Mediceo e la Stazione Marittima.
L’idea dell’amministrazione è poi quella di sviluppare il concetto di ‘albergo diffuso’ ossia fare aumentare la presenza in città di piccoli alberghi, ostelli, bed and breakfast capaci di attirare soprattutto i giovani: “Se riuscissimo a farlo – ha commentato l’assessore al turismo Nicola Perullo – saremmo in grado di risolvere parte dei problemi legati all’organizzazione di eventi in città”.
Sollecitato da più parti, prima da Marco Cannito (Città diversa) e poi da Monica Ria (Pd), su che cosa intende fare l’amministrazione comunale riguardo al ponte di S.Trinita, Aurigi ha spiegato che “si tratta di un’infrastruttura datata che disturba la fruibilità turistica di una parte pregiata della città. È necessario per questo provare a studiare, con gli strumenti tecnici a nostra disposizione, soluzioni alternative, se queste non dovessero essere percorribili, saremo costretti a tenerci il ponte così com’è”.

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