Porto turistico al Maroccone e vie pedonali. Parla il guru dell’architettura

di letizia

Il porto dovrà essere il punto di partenza forte per la costruzione del piano strutturale della città. Con questo concetto ieri Augusto Cagnardi, progettista dello studio Gregotti di Milano che ha l’incarico di seguire la costruzione del nuovo piano, ha iniziato l’incontro all’auditorium Pamela Ognissanti. Tuttavia ha tenuto a precisare più volte l’architetto meneghino che quelle presentate ieri sono solamente “proposte, pensieri e fantasie” e non è detto che esse siano attuate nella fase di realizzazione del nuovo piano strutturale. “Il porto adesso risulta essere pressoché impenetrabile – ha affermato Cagnardi – invece esso potrebbe ampliare le sue funzioni e aprirsi verso la città. Per esempio i moli potrebbero essere utilizzati anche come luogo dove fare una passeggiata”.
Insieme a un cambio di prospettiva per il porto mediceo l’urbanista milanese pensa anche alla creazione di un porticciolo turistico (il turismo dovrebbe essere uno dei punti chiave del nuovo piano) nella zona del Marroccone, oggi area lasciata all’incuria: “Sarebbe un’opportunità straordinaria – ha sottolineato Cagnardi – a mio parere ci sarebbero le condizioni per farlo”.
L’architetto milanese tuttavia non ha in mente solo il turismo cosiddetto tradizionale ma anche quello ‘alternativo’ dedicato agli amanti del trekking e della natura: “Potremo far diventare la collina un posto privilegiato della città – ha sottolineato Cagnardi – e non considerarla, come in parte viene fatto oggi, come una nemica. Si potrebbe rendere la zona tra il rio Maggiore e il rio Ardenza il fuoco centrale dell’esplorazione delle colline, la Mesopotamia della città”.
Tra Antignano e Montenero potrebbe essere poi costruito un sentiero pedonale, prevedendo magari collegamenti con la vecchia stazione e il monumento a Ciano, “immaginando anche di poter costruire in quell’area, in mezzo al la macchia, una spianata dove poter fare spettacoli all’aperto con il mare alle spalle”.
Lasciando le colline Cagnardi pensa a come poter modificare la città: innanzitutto recuperando il valore originario della piazza che attualmente viene vista solo come un luogo in mano all’auto, invece sostiene Cagnardi che debba essere cambiato il modo di muoversi. “Con l’ampliamento del porto inevitabilmente sul viale Italia si creerà maggiore traffico – ha spiegato l’architetto – si dovrebbe pensare quindi a una divisione del flusso per le merci e di quello che va al mare”. Il progettista a questo proposito ha fatto sapere di avere allo studio, con i suoi consulenti alcune ipotesi: una di queste prevederebbe la riduzione della percorribilità di Santa Trinita, rendendolo pedonale e mettendo delle scalette, simili a quelle dei ponti di Venezia, “resta da capire però se alcuni passi sono possibili da fare”.
Ciò che invece Cagnardi non cambierebbe è la costa, che secondo l’architetto “va benissimo così com’è. Non esiste in Italia un posto dove possono convivere diverse attività e periodi storici diversi”.

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