Nogarin riceve Miss Livorno in Comune

Sulle polemiche sollevate in questi giorni dopo l’elezione di Miss Livorno (leggi qui la lettera che ha scritto alla città) interviene anche l’ex ministro all’integrazione Cecilia Kyenge: “Solidarietà a Cioma Ukwu: per quanto mi riguarda una persona che nasce in Italia è italiana”. Sono queste le parole con cui l’europarlamentare Pd  ha risposto ai tanti giornalisti presenti a Firenze nella giornata di ieri al termine di un dibattito sull’immigrazione. “Dobbiamo continuare a lavorare su questo tema, che ho affrontato molto nei mesi in cui sono stata al governo – ha aggiunto Kyenge – oggi l’Italia non è più quella degli anni ’30 o ’40, e deve far conoscere il nuovo volto dei cittadini che abitano in Italia. Secondo me una buona risposta sarebbe da politica e istituzioni sarebbe la riforma della cittadinanza. Nell’era in cui la comunicazione è radicalmente cambiata – ha detto Cecilia Kyenge a proposito degli insulti razzisti– bisogna trovare gli strumenti per proteggere le persone: è un tema da affrontare con una regolamentazione giuridica”.

Il sindaco incontra Miss Livorno-  Il sindaco Filippo Nogarin ha incontrato il 29 agosto a Palazzo Municipale Cioma Ukwu, per porgerle personalmente, a nome della città, le scuse per le gravi offese che le sono state rivolte sui social network e sulla rete, dopo la sua elezione a Miss Livorno 2014.
Cioma ha raccontato che le era già capitato in passato di ricevere qualche manifestazione di intolleranza, ma che mai si sarebbe aspettata una reazione di tale portata in un’occasione che doveva essere solo una festa d’estate.
“Forse – ha detto il sindaco – chi è seduto davanti al computer a scrivere offese, ha perso la percezione che dall’altra parte a leggere c’era una persona in carne ed ossa, oltretutto una persona molto giovane e pertanto particolarmente indifesa, che si è trovata bullizzata”.
“Chi si è espresso in un certo modo ha dimostrato ignoranza e profonda insensibilità, non c’è giustificazione alcuna”, ha ribadito Nogarin, affermando che gli è sembrato surreale e quasi incredibile il dibattito che si è sviluppato in rete riguardo all’autenticità della “italianità” e della “livornesità”.
“Dibattito sterile e inutile perché le nostre città, sembra banale dirlo, sono composte inevitabilmente da persone di origini e culture differenti, ed è su questa realtà di fatto che dobbiamo confrontarci, in termini di rispetto reciproco e di diritti, non certo – ha concluso – sul chiedersi chi corrisponda o meno oggi al prototipo dell’ “italiano vero”.

 

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