Debatte chiude dopo 129 anni

La cartoleria chiuderà definitivamente i battenti il 31 maggio. Debatte era stata premiata più volte dalla camera di commercio per i numerosi anni di attività

Le sue vetrine hanno visto da quegli stravaganti cappelli di fine ‘800 alle minigonne anni ’60, dai borsalini anni ’30 al pantalone a zampa anni ’70 fino ad arrivare ai selfie fatti con gli Iphone dei giorni nostri. Diploma di medaglia d’oro per i 58 anni di attività. E ancora un altro diploma consegnato, sempre dalla Camera di Commercio, per la longeva attività di oltre 100 anni. Per l’esattezza 129. Ben 129 anni in cui livornesi di ogni età e di ogni esigenza si sono serviti per comprare penne, quaderni, borse, astucci e tutto il necessario che la Cartoleria Debatte ha saputo offrire ai suoi clienti in oltre un secolo di vetrine. Vetrine che il 31 maggio si spegneranno definitivamente, per sempre (come anticipò Quilivorno.it il 2 marzo scorso), a poche settimane dalla scomparsa del mitico cane Scott vera e propria mascotte cittadina. “Stiamo tutt’ora valutando – rende noto Edoardo Farinelli, socio di maggioranza della cartoleria – se continuare magari con uno store online”.
Ambretta Agretti, 71 anni, nata e cresciuta tra scaffali di penne e quaderni, madre di Edoardo, ha visto crescere il negozio, cambiare e strutturarsi fino a divenire quello che tutti noi, passando da Largo Duomo, avevamo modo di vedere ogni giorno passeggiando verso via o piazza Grande.
Il motivo della chiusura è spiegato con l’età della signora Agretti, “per me è ogni giorno sempre più dura”, ha spiegato lo scorso marzo a Quilivorno.it, e per altri motivi  familiari dettati da scelte differenti dei figli. “A tutti i nostri clienti non possiamo che tributare un grazie infinito”, rendono noto con le lacrime agli occhi dalla cartoleria
La saracinesca su Debatte si abbasserà definitivamente quindi con lo spegnersi di maggio. Non più borsalini, non più minigonne né Iphone davanti a quelle vetrino. Debatte rimarrà semplicemente nel cuore di ogni livornese e negli occhi del bimbo che è stato.

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