Ciao Franco! Folla ai funerali di Ferrucci
di Letizia D’Alessio
Sono arrivati in tantissimi stamani con un libro in mano, o in una busta, al cimitero dei Lupi per dare l’ultimo saluto a Franco Ferrucci, storico libraio livornese e fondatore della Gaia Scienza, scomparso giovedì scorso a causa di un malore, a soli sessant’anni (clicca qui per leggere tutti i ricordi dei suoi più grandi amici e tutti i messaggi di cordoglio) . Una lunga fila di persone lo ha accompagnato nel piazzale di fronte all’edificio della Cremazione, dove si sono svolti i funerali: familiari, amici, colleghi ma anche esponenti del mondo della politica e della cultura, a partire dalla vicesindaco Stella Sorgente, l’assessore alla cultura Serafino Fasulo, l’ex sindaco Alessandro Cosimi il presidente e i consiglieri comunali di Buongiorno Livorno Stefano Romboli, Andrea Raspanti e Marco Bruciati, gli ex parlamentari Marco Susini e Marida Bolognesi insieme a Claudio Seriacopi, membro della segreteria del Pd labronico, Valerio Cartei di Sel, l’ex assessore alla cultura Mario Tredici, la regista Simonetta Del Cittadino, Pardo Fornaciari. A rendere omaggio a Franco Ferrucci sono arrivati anche il direttore del Fatto Quotidiano Antonio Padellaro, dove il figlio Alessandro lavora, e moltissimi cittadini che frequentavano la sua libreria.
Prima dell’inizio della cerimonia laica sono stati disposti, intorno alla fotografia di Ferrucci, i libri portati, a formare delle colonne, che al termine della funzione ognuno dei presenti ha potuto prenderne uno a scelta, trasformando così un momento di dolore in un’occasione di scambio e di diffusione culturale. Simone Lenzi, scrittore e musicista, ha voluto ricordare Ferrucci raccontando un aneddoto relativo all’infanzia del fondatore della casa editrice Erasmo, “ che ci ha fatto molto ridere. Quando a nove anni Franco viveva a Roma e frequentava la parrocchia di S.Eugenio: fu ideato un ‘campionato di chierichetti’ al termine del quale venivano consegnate delle medagliette direttamente dal vescovo di Roma, ovvero il Papa. Arrivato però il giorno tanto atteso, Ferrucci capita alla fine della fila e non riesce a prendere la tanto agognata medaglietta, così visto che non ce ne era per tutti quasi ‘per ripicca’ qualche anno dopo si iscrisse alla Fgci”. “ Si andava da Franco – ha raccontato Andrea Pellegrini – per trovare un rimedio: scrivere o leggere un libro. Lo ricordo sempre con un volume in mano e oggi voglio ringraziarlo per avere ascoltato le mie storie”. Anche il docente, scrittore ed ex consigliere comunale Lamberto Giannini ha voluto dare il suo contributo: “ Sapeva sempre ridere, ascoltare e allo stesso tempo essere di stimolo. È riuscito però anche a portare armonia e a capire la profondità dei livornesi. Ora me lo immagino litigare con Roberto Antonini riguardo alla pubblicazione di un libro”. Non potevano mancare i ‘ragazzi della Gaia Scienza’: “ Franco lascerai dentro di noi – ha detto uno di loro a nome di tutti, rivolgendosi direttamente a Ferrucci – un vuoto incolmabile, per noi eri come un padre e lavorare con te è stato un privilegio, un bel gioco. Non smetteremo mai di ringraziarti, ma c’è una cosa che ci farà andare avanti: noi saremo sempre per te i ragazzi della Gaia Scienza e tu il nostro direttore”. Toccante è stato il saluto del figlio Alessandro, “ Sono un uomo fortunato perché ho avuto un babbo straordinario, ma allo stesso tempo complesso, perché buttava ogni cosa in battuta e le sue risposte dovevano essere interpretate. Se penso a babbo lo vedo come un compagno, è morto nel giorno in cui è morta l’Unità, giornale che distribuiva da giovane”. Un lungo applauso e le note di Eppure il vento soffia ancora di Pierangelo Bertoli, canzone molto amata da Franco Ferrucci, hanno concluso la cerimonia.
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