Sicuri in pancia, sicuri in auto. Come trasportare i bimbi

Nel 2015 la Polizia Municipale ha introdotto molte forme nuove di prossimità tra le quali la prossimità di genere per mettere la propria competenza al servizio delle donne (e non solo…). Si è dunque pensato che la gravidanza e l’allattamento siano fasi della vita di grande cambiamento per la donna e la famiglia che si preparano ad accogliere il nuovo arrivato. I genitori sono affamati di informazioni sul piccolo e su tutto quello che occorre per provvedere ad una crescita sana e felice. Da qui l’idea di questo progetto “Trasportiamoli con cuore: sicuri in pancia, sicuri in auto” (clicca sul link in fondo all’articolo per consultare il progetto nel dettaglio e l’opuscolo informativo). Come accudiamo i bambini nel pancione dobbiamo continuare a pensare alla sicurezza anche quando li trasportiamo. Osservare le regole sul corretto trasporto dei minori, oltre ad essere un obbligo previsto dal Codice della Strada è un vero atto d’amore perché può salvare i nostri figli da incidenti mortali o menomanti.
Ci muoviamo di fretta, portiamo i bambini all’asilo , a scuola , dai nonni, spesso facendoli sedere nell’abitacolo dell’auto o (quando sono più grandi) sui veicoli a due ruote in maniera quasi casuale. La scuse più frequenti sono: “Il bambino piange e non vuol stare sul seggiolino”, “Il seggiolino è rimasto nell’altra auto”, Ma sono partito ora”, “Ma devo andare vicino”, “Ma lo tengo in braccio”, “Andiamo a scuola!”, “Andiamo al mare!”.
Invece non ci devono essere scuse: i bambini hanno diritto di essere trasportati in maniera idonea e sicura.
Da oggi la Polizia Municipale ha iniziato incontri di informazione presso i corsi pre-parto e allattamento dei Consultori in collaborazione con l’Azienda USL Toscana Nord Ovest Educazione alla Salute. Nell’ottica dell’educazione e dell’informazione saranno trasmesse nozioni importanti sulle norme del Codice della Strada relative al trasporto dei bambini, sui tipi di dispositivi di sicurezza ma anche sui danni provocati dal fumo di sigaretta nell’abitacolo delle autovetture. Nella speranza che si diffonda sempre più l’utilizzo della bicicletta , mezzo di trasporto divertente e salutare, si invita anche all’uso del caschetto protettivo pur non essendo ancora obbligatorio.
Durante il 2016 il progetto sarà lievemente modificato per estenderlo dai genitori ai nonni che da sempre, ma ancor di più nell’epoca moderna, rappresentano una presenza preziosa nella crescita dei nostri bambini.
A coordinare e a realizzare il progetto sono state la dottoressa Michela Pedini dirigente della polizia municipale di Livorno, la dott.ssa Tafi per il coordinamento del gruppo di lavoro, la realizzazione dell’opuscolo e i contatti con l’Asl, la dott.ssa Adimari e la dott. ssa Santini per l’intuizione, la dott.ssa Adimari per la realizzazione delle slides, la dott.ssa Corsi per la realizzazione grafica e la collaborazione nella stesura dei testi.

Riproduzione riservata ©