L’Atletica Livorno non ci sta: “La pista si allaga”
di Irene Spagnoli
In risposta alle affermazioni dell’assessore allo sport, Nicola Perullo, riguardo le condizioni della pista di atletica (clicca qui per leggere) abbiamo intervistato chi tutti i giorni il campo scuola lo frequenta. A cominciare dall’atleta Emilio Marconi: “E’ giusto affermare che tutti gli sport richiedono dei miglioramenti alle proprie strutture. Riguardo il campo scuola era da molto tempo che necessitava di avere una nuova pista, in quanto quella precedente presentava dei problemi, come l’allagamento in caso di pioggia. La richiesta è stata presentata per diversi anni e adesso è stata fatta. I problemi, tuttavia, ci sono ancora in quanto la pista continua ad allagarsi e si formano delle bolle”.
La responsabile dell’ufficio sport, Marcella Previti, nel suo intervento, ha ribadito come la nuova pista sia omologata per le gare a livello regionale, al contrario della vecchia che lo era soltanto per quelle a livello provinciale: “Gli atleti – commenta Marconi – non sono d’accordo con questa affermazione in quanto anche la vecchia pista era omologata per gare di livello regionale, infatti a Livorno si sono svolti i campionati toscani assoluti e inoltre esiste un circuito di gare a livello regionale,“Gran Prix”, di cui due competizioni vengono svolte a Livorno. La pista continua ad allagarsi in curva e la situazione è peggiorata rispetto a prima perché adesso si allagano le prime tre corsie”.
Riguardo la necessità di una nuova “gabbia” per il lancio del martello il dirigente della società atletica Livorno, Nicholas Tori, dice che “Livorno è riconosciuto come centro di élite federale e per questo dovrebbe essere un punto di riferimento per il lancio del martello. Uno dei tecnici, Riccardo Ceccarini, tempo fa aveva pensato di poter portare a Livorno un campionato Europeo di lanci. E’ impensabile che uno dei centri migliori in Italia non sia dotato di una gabbia del martello”.
La società Atletica Livorno si era rivolta al Comune più volte inviando sollecitazioni e proposte: una di queste era stata di anticipare i 15mila euro per il rinnovo o il rifacimento della gabbia. “Sapevamo benissimo che saremmo andati incontro a difficoltà burocratiche, però la situazione è davvero tragica, un po’ come giocare a calcio con una porta sola perché si gioca soltanto in attacco o in difesa – spiega il dirigente Tori – L’ambiente del campo scuola è formato dalla pista, dalla gabbia, dalla pedana per il giavellotto, per il salto in lungo e per il lancio del peso: se ne viene a mancare uno, come in questo caso, la situazione diventa problematica”. L’Atletica Livorno ha presentato molte volte la richiesta di potersi gestire autonomamente e spera che questa venga presa in considerazione, anche per poter avere una maggiore flessibilità negli orari di apertura e chiusura della struttura: in agosto il campo scuola resta chiuso una settimana quando ci sono dei ragazzi che devono preparare delle gare per il mese di settembre e sono costretti ad un allenamento fai date, in strada, oppure in altri centri come quello di Cecina o di Pisa.
Il comunicato del presidente – Alle nostre interviste, ha fatto seguito il presidente dell’Atletica Livorno, Marco Marsi, che risponde all’assessore e all’ufficio sport: “E’ falso dire che la pista non si allaghi, basta vedere le foto allegate, scattate il giorno dopo la conferenza stampa. Gli accorgimenti tecnici sono consistiti nel fare una serie di forellini, del diametro di pochi millimetri, all’interno del cordolo della pista che, naturalmente, oltre a non risolvere il problema, come si vede, si sono subito otturati. Ma gli allagamenti sono anche in altre parti della pista (alla partenza delle gare di velocità) dove niente è stato fatto. I problemi alla pista sono anche altri: a sei mesi dalla consegna definitiva dei lavori, la pedana del salto in alto presenta delle inflorescenze e dei ciuffetti d’erba che sono stati fatti notare anche ai responsabili del campo. Ma perché sono stati fatti così male i lavori (avvallamenti, toppe, rilievi, fori, ecc)? Tra l’altro le piste devono essere drenanti – la precedente lo era -, come ormai lo sono anche molti asfalti stradali, l’attuale non lo è e si deve ricorrere ad “accorgimenti tecnici” che non risolvono. Per la gabbia del lancio del martello abbiamo ribadiamo la necessità, anche per motivi di sicurezza, che venga ripristinata al più presto”.
Il presidente poi evidenzia altre carenze: “Le targhette indicatori degli ostacoli, distanze, partenze che in parte sono già divelte causa certamente della scarsa attenzione degli utenti, ma sicuramente della assoluta mancanza di cura da parte di chi di dovere. Ricordiamo che anche queste hanno sei mesi di vita come la pista. Il terreno del prato potrebbe essere più curato: si sa che in atletica leggera ci sono le specialità dei lanci (disco, peso, giavellotto, martello) e quando gli attrezzi arrivano a terra lasciano “il segno”, mai si vedono coprire questi segni (in diversi casi vere buche), specie nel campo interno, che possono causare distorsioni a chi corre o salta. Molte parti del campo sono sporche: foglie, fazzoletti, bustine e altro, il fossato che delimita il confine con il parcheggio del Pala Macchia è una vergogna guardarlo, oltre l’erbaccia spesso incolta che limita lo scorrere delle acque. Al canalino di scolo delle acque della pista (interno al cordolo) la manutenzione viene fatta una volta l’anno e le acque non scorrono come dovrebbero, sotto al cordolo ci si accumula ogni cosa, in particolare aghi di pino. La pista non viene mai spazzata o lavata – fortunatamente lo fa la natura con il vento e la pioggia – per cui sembra che abbia già anni di vita. Le grondaie vengono ripulite raramente. Nella sala muscolare ci sono due finestre i cui cardini sono rotti da tempo e, seppur segnalato il pericolo, sono ancora in quello stato con il rischio che cadano addosso a qualcuno. La stessa palestra non è più in gestione a nessuno perché la convenzione è scaduta da sei mesi e gli operai pensano che sia ancora in carico alle società. Infine riconfermiamo la volontà ed il piacere di sederci al tavolo con l’amministrazione per affrontare ogni argomento: dalla gestione, alle risorse, dalla manutenzione, ai lavori più urgenti e necessari. Tutto questo però, dopo le riunioni e le decisioni, deve corrispondere a fatti, fatti concreti, possibili e realizzabili sulla base degli impegni e delle risorse disponibili che, sappiamo benissimo, essere poche ma che non devono costituire l’alibi a non fare alcunché”.
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