Nogarin si difende in Tv: ‘Livorno diversa da Lodi’.
Il sindaco Nogarin è stato invitato alla trasmissione Fuori Onda in diretta su La 7 domenica sera alle 20,30 (clicca sul link in fondo all’articolo per vedere la video-intervista) per parlare dell’ormai noto avviso di garanzia per bancarotta fraudolenta in concorso che ha ricevuto sabato 7 maggio e che ha annunciato tramite la sua pagina facebook (leggi qui l’annuncio del sindaco, le accuse del Pd e i commenti dei lettori).
“Perché non mi sono dimesso? Credo che non ci sia una linearità diretta tra ricevere un avviso di garanzia e le dimissioni – spiega il primo cittadino al giornalista del talk show – dipende da quello che accade. Nella fattispecie mi viene notificato un avviso di garanzia per concorso in bancarotta fraudolenta in un’indagine che abbiamo promosso noi. Siamo stati noi – specifica Nogarin – ad aver portato per primi i libri in tribunale, noi i 42 milioni di debiti li abbiamo trovati e non fatti. Abbiamo chiesto noi alla magistratura di far piena luce di quello che è accaduto dal 2012 fino ad oggi all’interno della gestione Aamps”.
Secondo lei la magistratura si è comportata in modo corretto ad inviarle questo avviso?
“Essendo stato io a portare i libri in tribunale me lo aspettavo e credo che i pm abbiano fatto quello che dovevano fare. Tutto questo ci stava”.
Visto il suo Movimento chiede le dimissioni a chi riceve un avviso di garanzia- chiede il giornalista in studio- in quale casi è necessario dimettersi. Ad esempio, il sindaco di Lodi, deve dimettersi?
“Qui si va mescolando un paragone tra me il sindaco di Lodi che non sta né in cielo né in terra. Esiste una questione morale. Sono due situazioni differenti. Io ho promosso la richiesta di aprire un’indagine e nell’ambito di quello che è un ragionamento complessivo. Il sindaco di Lodi, invece, addirittura da quanto si evince dai giornali avrebbe truccato un appalto, avrebbe cercato di portare avanti interessi personali. Io ho cercato di avere un comportamento differente. Io non ho avuto nessun beneficio, Ho cercato di portare avanti un ragionamento a tutela dei miei cittadini. E’ tutto al contrario”.
Voi però siete di solito durissimi allorquando vengono indagati gli “altri”. Voi dite sempre “dimissioni” in ogni caso…
“Io credo che la presunzione di innocenza sia un cardine fondamentale della giustizia italiana. Ma tra noi e Lodi le cose sono molto differenti, ripeto. Ci sono ragionamenti legati alle accuse. Noi non ci vogliamo sostituire ai giudici quando gridiamo dimissioni. Ma il Pd si trova davanti a 102 indagati all’interno di un meccanismo che non si può paragonare a quello che viene mosso al sottoscritto o all’assessore Lemmetti”.
In quale caso si dimetterà? Se rinviato a giudizio?
“Io credo che semplicemente laddove la mia condotta in qualche modo possa essere dimostrata differente da quanto appena detto. Sempre mosso nella piena trasparenza. Laddove si dovesse vedere qualcosa di differente e che potesse inquinare me o il Movimento io non avrei alcun minimo dubbio”.
Lei quindi può andare a testa alta a Livorno?
“Certamente. Fino ad oggi si è sempre usato il metodo della ricapitalizzazione, di far pagare ai cittadini l’inefficienza di una gestione e classe politica che ha prodotto 42 milioni di debiti che non ho certamente fatto io. Io l’ho detto molto chiaramente, laddove in qualche modo andando avanti nel percorso giudiziario si dovesse dimostrare che io ho prodotto un danno alla città allora le mie dimissioni saranno sul tavolo. Posso tenere la testa alta su questo punto. Vedrete che sia io che l’assessore Lemmetti verremo tirati fuori da questa vicenda”.
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