Maxi sequestro di 37mila articoli “non sicuri”. Dogane: iphone e pc rubati, denunciato
Nei giorni scorsi, finanzieri del Gruppo di Livorno hanno proceduto al sequestro di un notevole quantitativo di prodotti, esposti per la vendita, in quanto sprovvisti dei requisiti previsti dal Codice del Consumo (leggi qui – pc e iphone rubati: denunciato dall’ufficio dogane).
Gli articoli sequestrati sono stati individuati dai militari, durante i controlli normalmente eseguiti a tutela del consumatore, nel corso di tre distinte attività eseguite nell’ultimo bimestre, presso esercizi gestiti da cittadini di etnia cinese, che commercializzano prodotti di vario genere, tra cui giocattoli, accessori per la telefonia, prodotti cosmetici e prodotti per l’igiene personale.
Le irregolarità hanno riguardato circa 37.000 prodotti, destinati alla rivendita, tra i quali, in particolare, oggettistica per la casa, suppellettili, accessori per la persona e per la telefonia, giocattoli, filtri per sigarette.
Gli articoli, parte dei quali destinati a consumatori anche minorenni, sono risultati tutti privi di istruzioni d’uso e/o indicazioni circa le loro caratteristiche tecniche (in lingua italiana), sì da non fornire, in tal modo, alcuna informazione di tracciabilità con riferimento alla relativa composizione, produzione e confezionamento, dati essenziali per una valutazione soggettiva della intrinseca pericolosità. Ciò è ancor più importante ove si consideri che taluni prodotti avevano una componente elettronica (tale, quindi, da suggerire una particolare cautela nell’uso) ed altri erano giocattoli per bambini con parti facilmente ingeribili.
I titolari delle imprese, nei cui confronti sono state rilevate le citate irregolarità, sono stati segnalati alla Camera di Commercio di Livorno per le violazioni di cui al decreto legislativo nr. 206 del 2005 (Codice del Consumo), per le quali sono previste sanzioni fino a 25.000 euro, oltre alla confisca e distruzione dei prodotti sequestrati.
Le attività eseguite testimoniano il costante presidio esercitato dalla Guardia di Finanza di Livorno sul territorio, a contrasto di comportamenti idonei, da un lato, ad alterare la concorrenza tra gli operatori del mercato e, ancor più, a cagionare potenziale nocumento alla salute del consumatore finale, nell’acquisto incauto di prodotti privi della marcatura “CE”, la quale, di converso, ne avrebbe garantito l’assemblaggio con materiali certificati.
È per tale ragione che i controlli della specie – effettuati in risposta ad un’esigenza sempre più avvertita dalla collettività – costituiscono argine e deterrente al dilagare del fenomeno illegale, a garanzia della salute pubblica e della tutela degli imprenditori onesti.
Riproduzione riservata ©