Moscati: “Io, innocente. Rispetto per la mia famiglia”
di Marco Palumbo
Marco Moscati si è presentato davanti ai giornalisti nella sala stampa dello stadio Armando Picchi di Livorno per chiarire la sua posizione in merito alla partita Catania-Livorno del 2 maggio scorso (finita 1-1), uno dei cinque incontri al centro dell’inchiesta del “Caso Catania- I treni del gol” (clicca qui per leggere le dichiarazioni del presidente del Catania Pulvirenti).
Il centrocampista ha rilasciato poche parole, affidate ad un breve comunicato letto dallo stesso numero 8 amaranto.
«Buonasera, sono Marco Moscati, sono un giocatore del Livorno Calcio dal 2002- ha letto Moscati davanti alla stampa – quindi da quando avevo dieci anni. Ho fatto tutta la trafila delle giovanili, fino alla Primavera ed ho esordito in serie B con l’allenatore Walter Novellino. Dopo tre anni in prestito al Perugia Calcio, ho coronato il mio sogno di indossare, da titolare, la maglia amaranto nella stagione calcistica da poco terminata e sto tuttora provando a coronare quello di diventare un calciatore. Ho ricevuto il 25 giugno 2015 un avviso di garanzia da parte della Procura della Repubblica di Catania. Ho letto sulla stampa l’infamante possibilità di aver partecipato ad una presunta combine per favorire la vittoria del Catania, in occasione della partita Catania-Livorno del 2 maggio scorso. Non conosco alcuna delle persone che, secondo la stampa, sarebbero coinvolte in questa scellerata vicenda e non sono mai stato contattato da alcuno per proposte del genere. Se fosse accaduto e accadesse in futuro, avrei riferito e riferirei immediatamente il fatto alla Società e agli organi competenti. L’educazione morale e sportiva che ho avuto dalla mia famiglia e dalla Società, mi pongono anni luce lontano dal solo pensare di truccare una partita per un euro o per milioni di euro. Attendo di poter chiarire al più presto questo incubo e da persona completamente innocente ed estranea a qualsiasi coinvolgimento in fatti così infamanti, spregevoli, anti-morali e antisportivi, chiedo con cortesia rispetto per me e per la mia famiglia”.
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