"Torquato contro Torquato", la guerra del 5 e 5 in 80 metri. Il vecchio proprietario cancellerà il nome

Battaglia legale tra le due pizzerie. Ieri il verdetto del giudice che dà ragione ai "nuovi" soci

di gniccolini

LIVORNO –  La maglietta che portano mentre sfornano pizze e cinque e cinque recita “Gli amici di Torquato” ma, di amichevole in questo scambio di carte bollate e aule di tribunale, c’è davvero poco. “Torquato contro Torquato”, è questa in sintesi la battaglia legale che le due pizzerie di via Provinciale Pisana “Gli Amici di Torquato 2- Da Torquato” e “Giuliana e Torquato” hanno ingaggiato da circa un anno. Due attività identiche (e con praticamente lo stesso nome) a ottanta metri l’una dall’altra. A lanciare il guanto di sfida, incentrato proprio sul diritto di sventolare sull’insegna il nome di Torquato, due soci, Luca Tonci e Michele Mattei che dal maggio 2012 hanno rilevato la pizzeria storica, “con tanto di forno a legna” tengono a sottolineare, che fu del “vecchio Torquato”.
LA STORIA. La storia affonda le sue radici a circa sei anni fa quando il “signor Torquato” vende la sua attività a due soci per dedicarsi a tutt’altro lavoro: l’apicultore. Dopo quattro anni circa a sua volta l’attività ubicata in via Provinciale Pisana al numero 17 viene ceduta a Tonci e Mattei che aprono “Da Torquato- Gli Amici di Torquato 2”. Dopo neanche sei mesi dall’apertura ecco che “il vecchio Torquato” decide di ritornare a far pizze e cinque e cinque prendendo un fondo commerciale a neanche cento metri dal suo originale forno al numero 78. Ottanta passi circa e un marciapiede di distanza. Ed ecco che sull’insegna ricompare il nome “Da Torquato”.
Un nome di troppo che ha fatto scattare la scintilla e ha portato la questione davanti ai giudici. Dopo un primo scambio legale scompare “Da Torquato” e compare “Da Giuliana (la moglie ndr) e Torquato”. Cambiano l’ordine degli addendi ma non il risultato.
LA BATTAGLIA LEGALE. “E’ vero, abbiamo comprato l’attività -commenta Luca Tonci – ma anche il nome. Questo locale mi è costato una certa cifra proprio perché ho acquistato il nome. Senza “Torquato” avrei pagato la metà sicuramente”. E’ con questo spirito che i due soci si sono mossi rivolgendosi agli avvocati Alessandra e Debora Del Secco per aver giustizia. “Abbiamo chiesto fin da subito – prosegue il pizzaiolo – che il nome fosse solo nostro. Per noi è un danno che a neanche ottanta metri il vecchio Torquato abbia voluto riappropriarsi di un nome che, per legge, non gli spettava più dopo anni”.
Così inizia l’iter legale. Prima udienza, ricorso e ora ancora un’altra udienza sempre per un decreto d’urgenza richiesto dagli “Amici di Torquato”. Per farla breve, due giorni fa, il giudice ha dato ragione a Tonci e Mattei. Il “vecchio Torquato” deve togliere il nome dall’insegna, da ogni volantino pubblicitario, da ogni elenco telefonico, da internet…insomma non deve più appropriarsi di una cosa che, secondo il magistrato Azzurra Fodra, non gli spetta. Pena? Ogni giorno di ritardo dal ritiro del nome multa di cinquanta euro.
LA REAZIONE. Un provvedimento, quello del giudice Fodra, che il “vecchio” Torquato non sembra digerire bene. “Non abbiamo bisogno certo del nome – replica da dietro il suo bancone – Se la giustizia italiana poi permette di acquisire una cosa mai venduta…siamo messi bene”. La moglie, accanto a lui, è più laconica. “Che ci vuole scrivere nel suo articolo? Ci scriva qui giace Torquato. Ci hanno tolto il nome è vero, ma la qualità resta, e ai clienti interessa questo e non certo il nome”.
Grande soddisfazione invece a qualche metro di distanza. Davanti al forno in un locale pieno di ragazzi fin dal primo pomeriggio ecco sorridenti Luca e Michele. “Per noi è la fine di un incubo – spiegano insieme – Questa attività la abbiamo messa su per mandare avanti le nostre famiglie e pensare che non si poteva lavorare bene per colpa di questa incomprensione è stato pesante”. “Io mi sono sentito male più volte – spiega Tonci – gastriti, notti insonni, disturbi di ogni tipo. Per me è stato un vero e proprio incubo. Tante volte le ordinazioni non sono state ritirate al nostro locale per uno sbaglio di nome. Adesso finalmente questa storia, grazie al giudice Fodra e ai nostri avvocati Del Secco, finirà una volta per tutte”.

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