Carmen, sala gremita nell’incontro con il cast per “una riflessione al femminile”

Un’iniziativa promossa per discutere un tema di cui l’opera vuole essere portavoce, ovvero quello della drammaticità della violenza sulle donne

di ARABEL PADOVAN

Era gremita da un pubblico partecipe e attento, la sala Mascagni del teatro Goldoni, ieri pomeriggio durante l’incontro con il pubblico, del cast dell’opera Carmen.
Un’iniziativa promossa per discutere un tema di cui l’opera, in scena stasera e domani (14 e 15 novembre) al Goldoni, vuole essere portavoce, ovvero quello della drammaticità della violenza sulle donne in generale e più in particolare il tema del femminicidio. Per meglio spiegare le dinamiche di violenza che si instaurano nel rapporto tra uomo e donna sono intervenuti il Dr. Antonio Ciapparelli, psichiatra, dell’università di Pisa e la dr.ssa Simonetta Starnini, psichiatra, Unità funzionale di salute Mentale della ASL6 di Livorno. La discussione che è stata moderata dalla dr.ssa Schiavina, è partita dalla descrizione del personaggio Carmen, resa da una delle protagoniste, Laura Brioli, una Carmen non stereotipabile la sua “una donna che piange e si vede debole di fronte alla forza fisica dell’uomo, ma che vince il sopruso grazie alla sua personalità”.
La veridicità delle scene di violenza, voluta dal regista, ha reso l’immedesimazione nel personaggio molto forte “E’ stata una catarsi rispetto ad esperienze di violenza – ha aggiunto la Brioli- “vissute nel passato. La violenza o il sopruso da parte dell’uomo, sono un’esperienza, comune a molte se non alla maggior parte delle donne”.
“In realtà – ha spigato il dr. Ciapparelli – gli episodi di femminicidio non sono in aumento rispetto al passato, è solo cambiata la percezione che si ha di questi eventi e quindi oggi se ne parla molto di più. Se la donna è costituzionalmente soggetta all’ansia e alla depressione, l’uomo invece è incline all’aggressività. Maggiore è l’insicurezza dell’uomo maggiore sarà la sua aggressività e gli episodi di violenza delle odierne cronache sono frutto di questa aggressività. La divisione dei ruoli tra uomo e donna oltre che fatto sociale, fa parte del nostro biologismo, ma è in contrasto con la libertà di scelta della donna contemporanea ed il maschile ha difficoltà ad accettare il cambiamento degli eventi. L’aggressività e la violenza dell’uomo, si possono combattere solo con la cultura”. Starnini ha riportato alcuni dati riguardanti gli episodi di femminicidio nel 2012 “124 femminicidi, 47 tentati femminicidi, l’80% delle donne vittime erano italiane, il 70% aveva una relazione affettiva con il carnefice” questi ha spiegato la psichiatra “ sono numeri drammatici, però, non sempre sovrapponibili alla situazione di una donna che difende la propria autonomia”.
E l’intenzione di far riflettere su queste tragedie è stata dichiarata più volte nel corso di questa settimana, da Francesco Esposito. La riflessione al termine dello spettacolo è l’obbiettivo principale che il regista dell’opera in scena al Goldoni si è posto. Aperto e incuriosito al confronto non solo con gli psichiatri, ma anche con il pubblico, il regista ha posto più volte durante i suoi interventi l’interrogativo “Quando finirà?” riferendosi appunto al tema della violenza sulle donne.
Il giovane e affermato maestro d’orchestra Carlo Goldstein, ha posto l’accento sulla natura di Carmen “che è una donna libera oltre ogni schema possibile è questo” -ha sottolineato- “l’elemento di attualità del personaggio. Tutto ciò ha un riscontro, anche dal punto di vista musicale; con il suo arrivo in scena l’armonia musicale precedente svanisce, perché Carmen non risponde alle aspettative”.
Durante il dibattito sono emersi i punti di vista di altri interpreti del cast, che hanno esposto al pubblico le loro argomentazioni in materia, Valeria Esposito che interpreta il ruolo di Micaela, Dario Di Vietri che interpreta Don Josè, Giampiero Cicino Il Dancairo della Carmen. Da evidenziare la grande efficacia delle iniziative che hanno preceduto la messa in scena di Carmen, valorizzandone contenuti e messaggi e rendendo meno netta la distanza tra opera e pubblico.

 

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