Livorno Rugby, un ko che brucia contro Pesaro

di GABRIELE PRITONI

Rugby Livorno 1931 – Pesaro Rugby  20 – 29

Il Rugby Livorno 1931 perde in casa contro la capolista Pesaro in una partita, come troppo spesso accade, che lascia più di un rimpianto, visto che per i primi 35 minuti il dominio dei bianco verdi è stato assoluto.

Dopo 5′ Pesaro è costretta a un affannoso rilancio dai 5m ma Rispoli si fa sfuggire la presa commettendo in avanti. Sul successivo attacco Livorno torna a pochi passi dalla linea di meta, l’arbitro concede un vantaggio che non si concretizza ma Brancoli batte affrettatamente -senza che il pensiero dei pali lo sfiori- e Livorno commette di nuovo in avanti. Quando già la delusione diventa palpabile, il pacchetto di mischia ruba palla e Scapaticci sulla destra si invola in meta, con gli avversari in inferiorità per un giallo all’apertura. La posizione defilata e il vento contrario impediscono a Brancoli la trasformazione ma poco dopo, con Pesaro che sbaglia addirittura la rimessa, Livorno è di nuovo in attacco. Chiesa lascia partire un calcetto poetico sulla destra, Bonavia è il più rapido a raccogliere e va a segnare, con Brancoli che, dalla stessa posizione di prima, aggiusta la mira e porta i suoi sul 12 – 0. Al 26′ però è proprio Brancoli a perdere un brutto pallone e Pesaro sembra poter iniziare finalmente a manovrare: l’azione degli ospiti viene invece fermata da uno splendido placcaggio di Di Mauro che li costringe al fallo, Brancoli calcia benissimo in touche nei 22 e al 29’ Livorno sembra poter segnare la terza meta. Mancano pochi metri, Pesaro si difende con i denti e con due falli ma i bianco verdi non decidono mai per i pali e finiscono per perdere il pallone con una touche storta. E’ la svolta: su questo errore tattico Livorno quasi si spenge mentre Pesaro prende coraggio e nel giro di 5 minuti guadagna un calcio di punizione (palo e fuori) e sfiora la segnatura con Sperandio, spinto fuori dal campo a 3m dalla meta da un miracolo di Righetti. Sugli sviluppi della touche, però, Bufalini prende un giallo e senza di lui la spinta di Pesaro segna allo scadere, senza trasformare, per il 12 – 5.

Il secondo tempo inizia con Pesaro che sbaglia un up and under a metà campo e commette fuorigioco: sorprendentemente Livorno questa volta sceglie i pali anche se la distanza è considerevole ma Brancoli va cortissimo e il copione riprende con Pesaro più concentrata, determinata e concreta e che dimostra di meritare la cima della classifica. Al 10’ su uno sciagurato cambio touche -ancora storta- di Livorno sui propri 7 metri la difesa si addormenta e lascia in superiorità gli avversari sul lato opposto, subendo una facile meta per il 12 pari. La reazione del Livorno è scarsa, la squadra appare stanca e Pesaro, senza far niente di eccezionale, segna di nuovo al quarto d’ora, sugli sviluppi di una touche seguente a un fallo. Sul 12 – 19 i bianco verdi sembrano scuotersi ma è un fuoco di paglia e solo al 27’ Livorno torna a segnare grazie a una punizione di Brancoli per il 15 – 19. Sull’azione successiva Pesaro va però di nuovo in meta, con Martinelli che raccoglie un pallone rimbalzante – che i livornesi si limitano a guardare – e si invola in una difesa immobile. Al 35’, sul 15 – 26, Livorno riesce a trovare la meta grazie anche al giallo rimediato da Cardellini (appena entrato, fallo ripetuto la motivazione) ma non la trasformazione. Le occasioni perse e la grande rimonta subita pesano però come macigni: la resa finale avviene infatti poco dopo senza che mai, per tutta la ripresa, ci sia stata l’impressione di poter riacciuffare gli avversari. Intorno alla metà campo i bianco verdi non leggono una chiara superiorità numerica sulla fascia sinistra e si affidano a un calcetto maldestro che Pesaro raccoglie e trasforma in un drop per il 20 – 29 finale.

Così il vice allenatore di Pesaro Andrea Mancini: “Fatti i doverosi complimenti al Livorno, che nella prima mezz’ora ci ha letteralmente schiacciato, sono contento della grande prova di maturità dei miei, che anche in pesante svantaggio non hanno mai mollato. Alla fine siamo riusciti a imporre il nostro gioco e abbiamo anche chiuso in attacco. Per dei giocatori non professionisti queste trasferte lunghe sono difficili per cui siamo ancora più soddisfatti”.

Tra i livornesi regna l’amarezza di vedere, almeno per la terza volta, la partita che scappa dalle mani; alla nostra domanda sulla condizione fisica dei giocatori, che sono apparsi stanchi, Saccà risponde che “il problema è più mentale che fisico, ci sono mancate voglia e determinazione. Se da una parte, in una squadra giovane, è normale che ci siano dei cali di concentrazione, dall’altra non è ammissibile che una squadra con le nostre potenzialità non riesca a portare a casa le partite. Dovremo lavorare sull’atteggiamento in campo; detto questo, avevamo di fronte una squadra ottima”.

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