Rinaudo, bentornato nel calcio che conta: “Nicola l’artefice della mia rinascita. La dedica? A mia nonna”
"Quando mi allenavo con i disoccupati è arrivata la possibilità di venire ad allenarmi qui. Sapevo che ero in prova com'è giusto che sia e con grande umiltà mi sono messo al lavoro"
di rcampopiano
Il calcio a volte è davvero strano e per certi versi incomprensibile. Fai una carriera brillante: prima Palermo, poi Napoli e infine ecco la grande chiamata, la Juventus. Pensi di aver raggiunto l’apice e invece quel trasferimento segna l’inizio della tua parabola verso il basso. Davvero curiosa la storia calcistica di Leandro Rinaudo. Dal suo passaggio in bianconero (2010/2011) alla fine del contratto con il Napoli (2012/2013) ha giocato solo sei partite. Con il Livorno è già a quota quattro con tanto di gol nell’ultima giornata. Inutile quindi stare a sottolineare come la sua rinascita abbia i colori amaranto.
Il passato – Il difensore non ha peli sulla lingua. Sa che questa che gli dà il Livorno è una grandissima chance di rimettersi in luce dopo anni neri: “Ho avuto qualche momento negativo ma ho sempre cercato di guardare avanti sperando di avere occasioni come questa. Qui ho trovato un ambiente fantastico a partire dal magazziniere fino ad arrivare al massaggiatore. Tutti si lavora per un unico risultato e mi sono subito inserito benissimo. Non escludo che ci sono momenti in cui ho pensato di smettere perché gli infortuni cominciavano a pesare, ma la mia famiglia mi è stata sempre vicina e la nascita dei miei figli mi ha dato la forza di andare avanti”.
Livorno e Nicola – Rinaudo quindi non può che parlar bene dell’ambiente che ha trovato: “Livorno è stata una bellissima scoperta. Quando mi allenavo con i disoccupati è arrivata la possibilità di venire ad allenarmi qui. Sapevo che ero in prova com’è giusto che sia e con grande umiltà mi sono messo al lavoro. Piano piano ho scoperto i valori del gruppo e della società”. Una citazione a parte la merita Nicola: “Non mi piace mai parlare degli allenatori perché rischi di essere frainteso però in questo caso faccio volentieri uno strappo alla regola. Lui è una persona e un uomo che mette tutti sullo stesso piano sia che tu sia un ragazzo della Primavera o uno dei più esperti. Vive di calcio e penso che quello che mi stia dando Nicola non me l’abbia mai dato nessuno. Secondo me è il valore aggiunto di questa squadra”.
Napoli – Domenica il Livorno va al San Paolo e Rinaudo ritrova il suo passato: “Parliamo solo della partita. Noi abbiamo il dovere di provarci anche se sappiamo che di fronte abbiamo una squadra fortissima. Siamo su due piani differenti è inutile negarlo. Scenderemo in campo con il massimo impegno e ci diamo una speranza nel calcio può accadere di tutto”.
Verona e una dedica – Contro il Verona, il difensore è tornato al gol in serie A che gli mancava dal 2010: “Segnare è sempre bello anche se non me lo sono goduto fino all’ultimo perché era più bello uscire da Verona con almeno un punto. A fine partita ho ricevuto tanti messaggi ma quello che mi ha colpito di più è stato di Michele Pazienza che è stato a lungo mio compagno di squadra. Poi è logico che il pensiero va subito alla famiglia. E’ dai tempi della Salernitana che mi porto dietro il 77 perché è un omaggio alla mia nonna che vive sempre dentro di me”.
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