Livorno, tutti gli errori di un anno sciagurato

di rcampopiano

La stagione è finita come peggio non si potrebbe, con il Livorno incapace di centrare l’obiettivo minimo stagionale: l’ingresso nei playoff. Probabilmente neanche il peggiore dei pessimisti poteva immaginare che gli amaranto concludessero al nono posto uno dei campionati più mediocri di sempre. Probabilmente, questa è la posizione che più si adatta al Livorno per quanto fatto vedere durante l’anno. Un’amarezza del genere sarà dura da digerire specie se si pensa che questo era l’anno del centenario. Nessuno chiedeva di fare un campionato a sé, ma almeno che la squadra lottasse con tutte le sue forze per arrivare fino in fondo sì. Ma cosa non ha funzionato in questa stagione? Ci sarebbero tante situazioni da analizzare, ma preferiamo sceglierne tre: preparazione estiva, calciomercato e allenatori.

Il ritiro – Alzi la mano chi, leggendo la notizia sulla sede scelta dal Livorno, non si è strofinato gli occhi per la meraviglia.  Gli amaranto infatti si sono ritrovati a Castellaro dal 12 al 26 luglio, con la squadra che si è allenata al campo sportivo di Arma di Taggia. Provate a digitare su “Google immagini” quest’ultimo luogo e vedrete solo e soltanto mare, spiagge e paesaggi mozzafiato, non proprio il posto ideale dove svolgere una preparazione fisica. Lo stesso dicasi di Castellaro, paesino in provincia di Imperia posizionato 275 metri sopra il livello del mare. Per darvi un’idea, Castagneto Carducci (distante massimo quaranta minuti di macchina) è a 194. A questa altezza diventa difficile una qualunque preparazione, figuriamoci quella calcistica che deve “resistere” per più di quaranta partite. Non a caso a febbraio il Livorno era già con la lingua penzoloni. Ma ve le immaginate la Juventus o la Roma fare il ritiro a Porto Cervo o Capri?

Il calciomercato – In estate la squadra era stata costruita in maniera quasi impeccabile. “E’ davvero frutto di Spinelli?” pensavano i più maligni. Acquisti come Cutolo, Vantaggiato, Jelenic uniti alle conferme dei vari Siligardi, Galabinov, Ceccherini e compagnia bella avevano acceso la speranza di un campionato da protagonisti. Forse l’aspettativa che si è creata è stata troppa, anche se tutto è crollato con il mercato di gennaio, vera e propria bestia nera di Spinelli. Fino all’ultimo giorno, la società si era mossa bene. Dopo l’infortunio di Mosquera, mancava un regista vero e proprio e fu preso Pires dal Pescara. “Forse ha imparato la lezione” si pensava in riferimento a Spinelli, invece ecco la frittata. Nelle ultime ore è stato ceduto Cutolo all’Entella e per rimpiazzarlo è stato preso Rivas dal Varese. Due presenze, 47 minuti totali e poi ha preso la residenza in infermeria. Lo stesso dicasi per Strasser: fermo da addirittura otto mesi, può vantarsi di avere le stesse presenze di Rivas ma con un minutaggio superiore: 67. Infine ecco Empereur direttamente dalla Lega Pro. Solo undici minuti per lui.

Allenatori – Tre tecnici in una sola stagione rappresentano un piccolo record anche per Spinelli. La stagione era cominciata con la scelta di Gautieri, amante del 4-3-3 e del gioco offensivo. Dopo un avvio altalenante, l’ex Lanciano era riuscito a dare una certa continuità ai risultati. Magari il gioco non era quello del Barcellona, ma gli amaranto arrivavano almeno cinque o sei volte davanti al portiere. Se poi sbagliavano gol clamorosi non era certo colpa del buon Carmine. L’accusa principale che gli veniva fatta era che “gioca con la difesa a 4”. Questo tanto è bastato a Spinelli per cacciarlo all’indomani della sconfitta contro il Pescara con gli amaranto che erano a soltanto tre punti dal secondo posto. Spinelli opta per il risparmio e sceglie la soluzione interna: Gelain, tecnico della Primavera alla sua prima avventura su una panchina in prima squadra. Neanche 10 partite ed arriva l’esonero con il secondo posto distante sei punti. La terza scelta ricade sull’ennesimo esordiente, Panucci, vecchia conoscenza del patron. Anche lui però si rileva inadatto e paga a caro prezzo l’inesperienza tant’è che conclude la stagione con dodici punti in undici partite e il Livorno fuori dai playoff. In questi casi uno “scusa Gautieri” sarebbe la cosa migliore da dire e scrivere.

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