Panucci: “Porterò il Livorno in alto”

Primo giorno della sua nuova carriera da allenatore per Christian Panucci, arrivato a Livorno dopo l’esonero di Gelain. Il nuovo tecnico ha voluto subito conoscere la squadra e ha già diretto il primo allenamento. Il compito che lo aspetta non è dei più semplici perché deve recuperare una squadra con il morale sotto i tacchi e tentare la promozione in serie A. Per farlo avrà a disposizione undici giornate durante le quali cercherà di mettere in campo tutti gli insegnamenti ricevuti dagli allenatori con i quali ha lavorato, Capello e Lippi su tutti.

Mister, finalmente la sua strada si incrocia con quella di Livorno. 
“Quando ero con la Russia ai Mondiali c’è stato un primo contatto e da quel momento ho iniziato a studiarlo, come si deve, sia la serie B che il Livorno. Ho visto molte partite della squadra amaranto perché pensavo che prima o poi questa occasione mi sarebbe arrivata. Conosco bene tutti i giocatori e sono veramente contento di essere arrivato qui”.

A quando risalgono i primo contatti?
“Due giorni fa ho ricevuto la chiamata di Oscar Damiani, che cura i miei interessi, e mi ha detto che Spinelli era interessato a me come allenatore. Ieri (17 marzo) mi sono recato a Genova per parlare direttamente con il presidente e sono uscito con il contratto in mano. Spinelli è una persona speciale che mi ha subito messo nelle condizioni di poter lavorare con tranquillità. Con lui ho iniziato la carriera di calciatore a Genova e sono felice di iniziare sempre con lui quella di allenatore. Mi lascerà grande libertà, ma ci sentiremo quotidianamente per un confronto”.

Che idea si è fatto della squadra?
“Sta attraversando un momento difficile, ma è forte e può giocarsela alla pari con tutti. Servirà molta intensità e voglia di fare bene. Questa è la mia prima esperienza come allenatore, ma in Russia con Capello ho appreso molto e voglio ringraziarlo per l’opportunità che mi ha concesso perché mi ha insegnato molto. Anche con Lippi ho appreso tanto e pazienza se poi i rapporti non sono stati più buoni: nel corso della vita sono cose che possono capitare”.

Questa è una squadra che può fare bene. Ho sempre voluto venire qui fin da questa estate

Come gestirà il gruppo?
“Non ci saranno figli e figliastri. Chi si allena bene e con la giusta grinta scenderà in campo a prescindere dal nome. Mi prenderò dei rischi, ma già dalla prima seduta ho visto in tutti una grande voglia di riscatto dopo l’ultimo periodo”.

Si è dato un obiettivo?
“Ho detto al presidente che ci sono i presupposti per poter far bene, ma non me la sento di fare proclami o simili perché sono qui da pochissimo e perché mi piace vedere prima i risultati. Riceveremo applausi o fischi com’è giusto che sia, ma l’importante è metterci sempre la giusta cattiveria”.

Con una carriera così importante, come mai ha deciso di ripartire proprio da Livorno?
“Aspettavo da mesi una chiamata del genere. Non cerco di fare il ruffiano quando dico che sono finito nel miglior posto possibile. Quello che ho fatto nella carriera da calciatore non conta, sono arrivato nella piazza giusta”.

Quando sarà importante Siligardi per il suo progetto?
“Tantissimo, ma soltanto se sarà un Siligardi al 100%. Ha delle caratteristiche uniche e deve fare quello che sa perché uno così in questa categoria è introvabile”.

La sua difesa sarà a 3?
“Sicuramente. Essendo arrivato adesso è la soluzione migliore perché  è quella che secondo me fa rendere al meglio. Poi modificherò un po’ qualcosa mettendoci del mio, ma la base di partenza è quella”.

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