Gautieri: “Non sono preoccupato, ma c’è ancora tanto da lavorare”

di rcampopiano

Mister Gautieri si aspettava un debutto molto diverso. Il 4-2 finale lo amareggia specie per il modo con il quale è arrivato. L’allenatore però non fa drammi e invita tutti alla calma cercando di spostare l’attenzione al campionato: “Siamo partiti bene sfruttando qualche bella giocata, poi abbiamo commesso alcune disattenzioni che ci sono costate caro. Nella ripresa dopo 15’ siamo calati nettamente e loro sono stati bravi a uscire fuori. Inutile negarlo, bisognava gestire meglio alcuni momenti, specie quando le forze fisiche sono venute meno. Andiamo comunque avanti con il 4-3-3 che i giocatori devono ancora assimilare e se ci saranno problemi nulla vieta di cambiare in corsa”. Un’ultima battuta sul mercato: “C’è tempo fino al 31 agosto. La società sa cosa serve e quali sono state le mie richieste. Vorrei avere almeno due giocatori per ruolo, vediamo cosa succederà”.

Anche Bernardini non fa drammi per la sconfitta anche se digerisce male questo ko: “Non è certo l’inizio di stagione che tutti noi si voleva. Qualche buona giocata l’abbiamo fatta, ma poi ci sono state delle lacune che sono state difficili da colmare. Da parte nostra c’è grande voglia di fare bene per potercela giocare sempre alla pari con tutti. Ci sono ancora due settimane per lavorare e migliorare. Sono sicuro che questa squadra si può togliere delle soddisfazioni, ma ci vuole un pochino di tempo. Peccato aver perso, perché ci tenevamo ad andare all’Olimpico”.

Un po’ sottotono anche Emerson, capitano vista l’assenza di Luci: ”Forse da parte nostra c’è stato un errore nel sottovalutare gli avversari. Partite come queste sono diverse dalle amichevoli. Dobbiamo capire dove abbiamo sbagliato e migliorare perché il campionato è alle porte. Oggi tutti noi si è fatto la metà di quello che ci aveva chiesto l’allenatore e questo è stato pagato a caro prezzo. Serve essere intelligenti e capire come centellinare le forze e dobbiamo imparare a soffrire. Il primo gol? Pensavo di essere più distante, poi quando ho colpito di testa Mazzoni mi ha chiamato la palla, ma ormai era troppo tardi”.

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