Ippodromo, la Livornese Corse Cavalli alza la voce: “Vogliamo garantire le corse d’estate”
di GIANNI PICCHI (@PicchiGianni)
LIVORNO – Da alcuni mesi la nostra città attende una soluzione per l’ippodromo Caprilli. Oggi parla il Comune, domani parlano gli operai dell’ippodromo, poi l’Alfea. Qualcuno si sarà chiesto perché, tra tanti che parlavano, la Labronica non facesse sapere il proprio pensiero. E solo dopo alcune dichiarazioni dei rappresentanti dell’Alfea i rappresentanti della Labronica hanno deciso di indire una conferenza stampa. A capo tavola l’avvocato Andrea Ghezzani, che fu il presidente della Labronica, e alla sua sinistra Attilio D’Alesio, allora direttore.
“Questa conferenza – ha iniziato Ghezzani – l’abbiamo convocata con l’intenzione di fare un po’ di chiarezza sulla situazione della Labronica Corse Cavalli, che abbiamo avuto l’onore, e l’onere, di amministrare per tanti anni io e D’Alesio fin all’aprile del 2011. Ovviamente non ci permettiamo di dare alcun giudizio sull’operato altrui. Ci preme solo richiedere, a grana voce, grande rispetto per tutti coloro, amministratori, sindaci revisori, dipendenti, collaboratori, ed operatori ippici; ma, anche per i membri della Livornese, così come gli amministratori pubblici, che, in questi trentasette anni, hanno fatto grande il nostro ippodromo, conosciuto da tutti come un grande teatro, curato, ed accogliente, frequentato da intere generazioni, inaugurato nel 1894, e sempre gestito dalla Livornese Corse Cavalli da sola, od insieme al Comune di Livorno”.
“Questa Società – ha iniziato D’Alesio – costituita nel 1973 per volontà del Sindaco, Bino Raugi, e del presidente della Livorno Corse Cavalli, Cave Bondi, ha gestito l’ippodromo Caprilli per trentasette anni con grandi risultati, sia in termini economici, che strutturali, con investimenti importanti, e qualificanti, per l’ippodromo, e per la città. La Labronica, il cui consiglio di amministrazione veniva nominato, in modo paritario, tra i soci, ha avuto tanti consiglieri, e presidenti, che, con impegno, ed a titolo gratuito, hanno dato il loro contributo per la crescita dell’ippodromo, investendo in occupazione, e nel rispetto assoluto delle leggi, e delle regole, con un organico complessivo di oltre ottanta unità. Si pensi che, a Livorno, gli addetti al totalizzatore erano dipendenti, e, negli altri ippodromi, lavoratori autonomi”.
“E sentire parlare di sprechi – interviene Ghezzani – mala gestione, assunzioni farlocche, ed in esubero, o di inquadramenti del personale taroccati, ect, ect, da parte di persone, o disinformate, od in mala fede, od interessate a prendere possesso dell’ippodromo, ci offende, ed offende la nostra città. L’amministrazione comunale ha sempre sostenuto l’azione della Labronica Corse Cavalli, approvandone il lavoro, ed i bilanci, e dire che, la nostra azione, ha prodotto dei disastri economici è veramente inaccettabile, e grave”. “Venendo agli anni più recenti – ha ripreso D’Alesio – ricordiamo che, nel 2005, a Convenzione Unire, redatta dal Panzironi, ed annullata, su nostro ricorso, dal Tar e dal consiglio di stato, ha ridotto le entrate della Labronica di circa 600 mila euro annue. E’ opportuno evidenziare che, Livorno, subiva tagli, mentre altri ippodromi miglioravano, e molto, le loro entrate. Si pensi che, quella convenzione, pur ridotta del 50% nel 2012, è ancora in vigore”. “Nel 2010 – subentra Ghezzani – il Comune decise, prima di cedere le proprie quote societarie, come delibera n° 27 del 17 febbraio, poi decise di acquistare le quote della Livorno Corse Cavalli, che, peraltro, si era offerta, con lettera raccomandata al sindaco, del 24 novembre 2009,, di acquistare la quota del Comune, ricevendo, in data 21 dicembre 2009, un parere negativo, a firma del segretario generale. La Livornese, rispettosa della sua storia, e dei suoi valori, non si è mai tirata indietro dalle proprie responsabilità, ed , anzi, si è attivata, nel gennaio del 2011, per trasformare la Caprillina in Fondazione di Partecipazione, nella speranza, che potesse diventare, con i suoi, oltre, seimila soci, una nuova Livornese Corse Cavalli. Purtroppo le nostre proposte non sono mai state prese in alcuna considerazione dall’amministrazione comunale, la quale, dopo aver acquistato l’intera società, ed aver dimissionato l’intero consiglio di amministrazione, ha nominato un amministratore unico, poi diventato liquidatore nell’aprile 2011. Nel frattempo ha fatto un bando, andato deserto, poi fatto una trattativa privata con la sola Alfea, ed infine, con la determinazione dirigenziale n° 1853, del giugno 2012, ha concesso l’ippodromo, per trent’anni, alla Società Alfea, la quale, peraltro, ha gestito le stagioni delle corse del 2011, e del 2012, con un contratto di affitto di ramo di azienda per sei mesi, mentre al liquidatore restava la gestione degli altri sei mesi, quello senza corse”.
“Che poi – torna a parlare D’Alesio – la crisi dell’ippica, le scelte operate nel 2005, con la Convenzione Panzironi, alcune scelte politiche e le volontà egemoniche di qualcuno rendano necessaria la dismissione del Caprilli a noi non piace, ma non ci resta che prenderne atto. E tutto questo lo diciamo, prima di tutto, come cittadini livornesi, poi come amanti dell’ippica, e del nostro Ippodromo, per il quale crediamo di aver dato molto, e, che crediamo, debba rimanere in sintonia con la donazione fatta dalla Famiglia Cave Bondi, al Comune nel 1930, dell’area, dove si trova l’ippodromo, patrimonio della città, e gestito da un soggetto livornese no-profit, come è stato fin dalla sua inaugurazione. La Labronica gestisce l’ippodromo. Noi vorremo invitare a riprendere le corse. E poi perché, per salvare la stagione, non si dà la facoltà di gestire la sezione estiva delle corse alla Livornese Corse Cavalli anche se quattro corse, tra cui il Premio Livorno, sono andate a Firenze, e poi, a gennaio 2014 si parte con l’Alfea? Noi desideriamo che non si perda una stagione”.
Riproduzione riservata ©