Gare remiere: presentato il documento per valorizzare questo sport
di GIANNI PICCHI
Nella sala conferenze della Circoscrizione 2, è stato presentato un documento approvato dalle sezioni nautiche, dai comitati che organizzano le gare gare remiere, in primis il comitato del palio marinaro. Al tavolo erano presenti: Massimiliano Talini, presidente Coppa Barontini, Gino Corradi vice presidente Coppa Barontini, Nedo Gherardi in rappresentanza della Circoscrizione 2, Alessandro Neri imprenditore e partnership della Coppa Risi’atori, Mauro Nocchi speaker della “Barontini”, Bruno Mengheri vice presidente Livorno Sud, e Paolo Cantini presidente onorario coppa Risi’atori.
Le cantine, o se preferite, le sezioni nautiche sono aperte tutto l’anno e tengono un rapporto nei loro rioni, di divulgazione e di conoscenza di una pagina importante della nostra storia, e della nostra cultura. Nelle gare remiere si rivede il carattere livornese, difeso dai propri colori, amanti delle competizioni, e dello sport, essere squadra. Comprese tutte le diatribe che, ad ogni gara, od a fine gara, diventano prime attrici. Le gare remiere sono motivo di discussione, di scambio di idee, ed opinioni. Da anni coloro che popolano questo mondo cercano di migliorarlo, di modernizzarlo. Il tutto perché nel futuro si possa scrivere, ancora pagine, dal contenuto di storia e di cultura.
Il documento è stato creato per cercare di rafforzarne il valore di questo sport. In primavera ci sarà l’elezione per il nuovo sindaco; ebbene, questo documento, sarà presentato a coloro che si presenteranno “in lista” per l’lezione del primo cittadino, affinché, il contenuto del documento faccia parte del programma che presenteranno per cercare di ottenere i voti per essere eletti.
Di seguito riportiamo per intero il contenuto del documento.
Le gare remiere hanno una storia antica e radicata nella cultura marinara di Livorno e rappresentano un tratto fondamentale, unico e distintivo, della formazione e della personalità della nostra città.
Il decadimento lento e progressivo del vivere civile e il reale appannamento di valori fondamentali ci spingono a ritenere che richiamare i valori più intimi e veri delle gare remiere non sia un esercizio inutile e ininfluente, ma rappresenti un importante momento di confronto in vista delle prossime elezioni amministrative, un richiamo a leggere con attenzione il messaggio che proviene dalla nostra storia e dai suoi aspetti più popolari.
Livorno e il mare, Livorno e i suoi canali medicei, il rapporto tra terra e acqua, Livorno porto della Toscana, l’apertura al Mediterraneo, al mondo, alle culture e alle religioni, alle diverse storie, la volontà di costruire la pace e di essere sempre vicini a quelli che combattono per la libertà e per i fondamentali diritti umani e civili, l’aprirsi alle diversità,al la solidarietà, sono solo i titoli di alcuni capitoli che la nostra cultura popolare ci ha tramandato, di cui andiamo orgogliosi e che varrebbe la pena di approfondire, riscoprire e rendere attuali.
Le gare remiere, con la loro storia, con il confronto a viso aperto, duro e leale, stanno in questo contesto, ne sono espressione autentica e vitale. Il Palio marinaro disputato di fronte alla Terrazza Mascagni, in uno splendido scenario marino con il “Molo novo” e la Vegliaia che fanno da cornice e con alle spalle il movimento incessante dei traffici marittimi, la Risi’atori che unisce idealmente la Meloria alla terra ferma, la forza del mare aperto e la grande fatica dei vogatori, la Barontini con lo splendido scenario dei fossi medicei, dei quartieri storici, la magia delle luci e delle ombre rappresentano bene questi legami.
Da qui occorre ripartire e dal grande patrimonio che Livorno ha e che è frutto della sua storia e del suo radicamento popolare. Un patrimonio fatto prima di tutto di uomini, a cominciare dai vogatori, dai tecnici, dagli addetti alle cantine e dai componenti dei comitati organizzatori, un mondo che opera da sempre nel volontariato con passione e professionalità.
Da qui bisogna ripartire per affrontare con coraggio e con idee nuove le gravi difficoltà che anche il mondo del remo sta vivendo, consapevoli che la situazione attuale non può reggere ancora a lungo e che non è possibile continuare a vivere questa fase di stagnazione e di mancanza di prospettive.
Ripartire dall’impegno delle istituzioni e dei pochi privati che credono in questo mondo e prima di tutto dall’impegno dell’Amministrazione comunale, che pur in presenza di gravi difficoltà economiche, ha continuato a mettere a disposizione immobili, strutture, imbarcazioni, risorse finanziarie.
Il piano di riorganizzazione definito in questi ultimi anni, ancora in fase di attuazione, ha portato alcuni risultati significativi ed importanti che devono essere comunque oggetto di un’analisi attenta e completa e di una riflessione che sappia guardare al futuro. Ed è proprio in quest’ottica che preoccupano fortemente i ritardi, le difficoltà, il disimpegno riscontrati nell’affrontare temi rilevanti per la vita delle cantine e per il rilancio pieno delle gare remiere in un’ottica non solo sportiva ma anche culturale e turistica.
Richiamare questi aspetti in questa fase pre-elettorale ci sembra giusto, corretto e rispettoso di un rapporto positivo e costruttivo che vogliamo avere con le forze politiche, mettendo a loro disposizione le nostre conoscenze, idee e proposte .
Il primo aspetto che riteniamo di evidenziare assume una valenza prioritaria e generale.
Occorre che sia del tutto superata una visione delle manifestazioni remiere ancorata al solo aspetto sportivo. Le manifestazioni remiere sono gare, competizioni fatte di tempi, sudore e fatica, ma non solo questo. Se si dovesse prendere a modello una manifestazione non avremmo dubbi nell’indicare il Palio di Siena, certo con le dovute proporzioni e con grande rispetto per il prestigio che ha saputo conquistarsi nel mondo. Il Palio non è solo la gara in sé, anche se le contrade lottano duramente per vincere, il Palio è Siena e contribuisce a definirne un’identità forte e radicata nella sua storia secolare. Prenderemmo Siena ad esempio anche perché il Palio riesce a favorire non solo l’identità della città ma anche il senso di appartenenza dei suoi cittadini, un valore importante che la società di oggi ha bisogno di riscoprire, un legame necessario per la convivenza civile.
Ecco, “identità della città“ e “senso di appartenenza alla comunità”: sono questi gli obiettivi cui anche le nostre gare remiere potrebbero realisticamente dare un forte contributo. La sfida, il confronto tra i quartieri, tra i suoi abitanti, livornesi e non, purché residenti. Ci deve guidare una visione aperta e solidale verso tutti coloro che hanno scelto di vivere a Livorno. Questa “livornesità” popolare e moderna si pone al servizio di questi obiettivi.
Non esistono in Italia, tra le città che si affacciano sul mare, realtà paragonabili a Livorno in quanto a presenza sul territorio di sezioni nautiche e cantine, di comitati organizzatori, d’iniziative diverse che compongono un programma che va dall’aprile ad agosto. E dietro a tutto ciò c’è la storia della nostra città, del suo sviluppo economico e sociale, del suo legame profondo con il mare, delle sue tradizioni più autenticamente popolari di cui gli “Scarronzoni” sono una delle più alte espressioni.
Operare perché le manifestazioni remiere assumano un grande valore culturale che accompagni l’immagine della nostra città diviene perciò fondamentale. Dare dignità a questo settore e inserirlo tra i programmi culturali in stretto rapporto con gli altri appuntamenti diviene necessario. Creare integrazioni può anche significare economie e risparmi; un invito quindi a definire per tempo il programma delle iniziative culturali e turistiche del nostro territorio e verificare, anche d’intesa col mondo remiero, come e quando inserirvi le singole gare remiere. Rivendicare in Regione questa specificità livornese e chiedere collaborazione e sostegno, specialmente sul fronte turistico, appare, in quest’ottica, del tutto logico e giusto. Integrare le manifestazioni remiere con iniziative commerciali e artigianali di rilievo e qualità renderebbe più vivace e accattivante, anche fuori dei confini provinciali, il programma remiero producendo altresì un indotto economico.
Le sedi delle cantine assumono in questa visione un significato di assoluto rilievo. La riduzione del numero delle cantine e la trasformazione delle sezioni in associazioni sportivo-culturali sono atti compiuti e già operativi e possono facilitare un’operazione che tenda, in tempi medi e compatibili con le risorse finanziarie, a caratterizzare le cantine come luoghi di rappresentanza sul territorio, dove si tengono le imbarcazioni e dove si svolgono durante tutto l’anno e specialmente nel periodo primaverile ed estivo incontri, iniziative, manifestazioni. La cantina come sede naturale della vita associativa, luogo di aggregazione da caratterizzare partendo dalla storia della sezione e del quartiere e da presentare con orgoglio ai livornesi ed ai turisti, dove si vivono con emozione e partecipazione i giorni che precedono le singole gare. In questa visione potrebbe essere necessario spostare gli allenamenti in altri luoghi, del tutto adeguati e finalizzati alla formazione atletico sportiva. Luoghi di allenamento adeguati al numero degli atleti e al rispetto della loro salute, con preparatori sportivi che abbiano le dovute certificazioni.
Fermo restando il principio che l’Associazione culturale-sportiva rappresenta il soggetto fondamentale per la nascita di un rapporto costruttivo e articolato con le realtà del territorio, si ritiene necessario che in una fase di rilancio quale quella prospettata si debba procedere d’intesa con l’Amministrazione comunale per affrontare temi significativi quali ( e li indichiamo solo per capitoli rinviando, per una lettura più articolata, al documento ad hoc predisposto da un’apposita commissione comprensiva di rappresentanti del comune, delle circoscrizioni, delle sezioni nautiche e dei comitati organizzatori) i rapporti con le scuole, la spettacolarizzazione degli eventi, i rapporti con il mondo dello spettacolo, della cultura e dello sport con l’individuazione di testimonial che siano gli animatori delle iniziative di ogni cantina, l’organizzazione di feste rionali e di una grande festa cittadina, il “battesimo laico di appartenenza”un rapporto che si definisce tra il singolo cittadino e l’Associazione e che rende più forte lo spirito di cittadinanza.
Ultimo tema da affrontare rimane quello degli strumenti operativi, con particolare riferimento alla possibilità di costituire un soggetto giuridico esterno all’Amministrazione comunale che abbia potere e competenze per governare questo settore . Un soggetto che unisca pubblico e privato e che partendo dagli impegni attuali dei singoli soggetti si apra alla città e alle sue forze economiche e imprenditoriali, con particolare riguardo a quelli che operano in attività collegate al mare. Anche in questa visione è chiaro che un ruolo determinante dovrà comunque essere svolto dalla Amministrazione comunale.
E’ del tutto evidente che inquadrare le gare remiere in quest’ottica comporta anche la conseguente capacità di verifica degli attuali assetti organizzativi del mondo del remo e della loro corrispondenza alla profondità del rinnovamento proposto.
Analoga considerazione è da farsi anche sul piano più tecnico. Le Carte della Stagione remiera, recentemente rielaborate e che costituiscono la base fondamentale per la creazione di regole operative condivise, avrebbero la necessità di essere ripensate e adeguate al nuovo modello organizzativo.
Quella che, per brevi linee, abbiamo cercato di delineare, tralasciando volutamente le questioni più strettamente tecniche ed operative, è un’idea progettuale che potrebbe contribuire a dare un futuro positivo al mondo del remo e, nello stesso tempo, allo sviluppo civile e sociale della città. Consapevoli che le linee tracciate avrebbero bisogno per la loro attuazione di tempi programmabili all’interno di tutto il prossimo mandato amministrativo, ci rendiamo disponibili per ogni approfondimento e chiarimento.
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