Editoriale. Il giorno nero degli allenatori livornesi Nicola e Allegri

di rcampopiano

Se Sparta piange, Atene (in questo caso) non ride di certo. Oggi, 13 gennaio, sarà ricordato come la Caporetto degli allenatori livornesi. Allegri (sul web sono già comparsi i primi fotomontaggi. Il più solidale con Allegri mostra una foto del tecnico e un celebre detto: “Meglio disoccupato all’Ardenza che ingegnere a Milano”) e Nicola infatti hanno dovuto terminare in anticipo le loro avventure sulle panchine di Milan e Livorno. Agli opposti dal punto di vista degli obiettivi stagionali, ma simili nel pagare per errori non loro. Entrambi infatti hanno dovuto fare i conti con delle scelte societarie ai limiti dell’assurdo. L’unica differenza tra i due è che Nicola ha goduto della stima della società fino alla settimana scorsa a differenza di Allegri che era ai ferri corti con la famiglia Berlusconi già dall’anno scorso.
Entrambi però hanno avuto il loro angelo custode. Da una parte c’era Galliani, dall’altra Perotti. L’amministratore delegato della società rossonera ha difeso a spada tratta Allegri fino a che ha potuto. E’ andato contro l’amico di sempre Berlusconi e si è fatto addirittura da parte quando ha capito che il destino di Allegri era già segnato. Questo però non è servito a far cambiare idea al Milan che oggi ha comunicato l’esonero al tecnico livornese. Nicola, nei periodi difficili, ha sempre avuto Perotti a coprirgli le spalle. E’ stato il direttore dell’area tecnica che lo ha sempre difeso, anche quando Spinelli, dopo il 3-0 col Chievo, voleva cacciarlo. Nicola è stata una sua scelta e ha provato a difenderla in tutti i modi possibili. Purtroppo anche lui, come l’amico Galliani, si è dovuto arrendere al desiderio del capo, ma con una differenza: Perotti tornerà addirittura in panchina, Galliani no.
Parlando con il senno di poi, Allegri e Nicola hanno pagato a caro prezzo la scelta di continuare l’avventura sulle rispettive panchine. Il primo infatti avrebbe dovuto lasciare l’anno scorso quando, con un’incredibile rimonta, aveva portato il Milan fino al terzo posto nonostante tutti lo davano già per spacciato. Anche Nicola doveva dire “grazie e arrivederci” quando ha visto che Spinelli non aveva intenzione di spendere neanche un euro per rinforzare la squadra. Tuttavia lui, uomo dal grande senso di gratitudine, ha accettato senza pensarci due volte.
Entrambi hanno dimostrato di essere prima di tutto dei vincenti (i numeri sono dalla loro parte). Ora staranno fermi fino a giugno, dopo partirà la caccia perché due allenatori così sono destinati a far grandi cose. Non ce ne voglia Allegri, ma auguriamo a Nicola tutto il bene di questo mondo perché una persona così si trova una volta ogni morte di papa. Solo Spinelli è stato così cieco da lasciarselo sfuggire nonostante la promessa, una delle tante che si perdono nell’aria: “Con me Nicola può stare tranquillo”.

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