Allegri: “Amo Livorno ma si è autodistrutta”
Giornata intensa quella del 19 giugno per Massimiliano Allegri, da giorni a Livorno impegnato con il Mr. Allegri Junior Camp. Prima della cerimonia finale, l’allenatore della Juventus ha incontrato la nazionale sperimentale di Basket, non prima di aver visto il sindaco Nogarin per uno scambio di gagliardetti: quello della città con quello della nazionale italiana. Dopo, come detto, di corsa ai campi dell’Armando Picchi a Banditella per la consegna dei diplomi ai bambini che hanno partecipato al camp. Al termine il tecnico è stato letteralmente sommerso dai ragazzini tutti a caccia di una foto o di un autografo firmato da “acciuga”.
Mister, partiamo dal camp. Una bella iniziativa?
“Assolutamente sì. E’ più difficile allenare i ragazzi che i campioni della Juventus. Tutto questo però ti riporta indietro con gli anni dove contava solo la spensieratezza e la voglia di divertirsi. Sicuramente l’anno prossimo verrà ripetuto visto il grande successo ottenuto”.
E’ bello vedere che porti sempre un pezzetto di Livorno con te.
“Questa è una città che mi ha dato tanto a partire dagli amici fino alla formazione calcistica. Se sono diventato questo Allegri molto lo devo alla mia città e mi sembrava giusto ripagare con questa iniziativa che vuole fare avvicinare i bambini allo sport”.
Com’è il tuo rapporto con Livorno?
“E’ come quello con il tuo migliore amico. Puoi non vederti per trent’anni ma quando ci si incontra si rivivono le stesse emozioni”.
Come vedi la città?
“Penso che si arrivato il momento di fare delle scelte importanti dopo trent’anni di autodistruzione. Dove essere modernizzata a partire dal turismo e lavoro. Ci sono le possibilità così come in tutta Italia ed è un peccato non sfruttarle”.
Parliamo della Juventus, a che punto è il rinnovo?
“Ho parlato con la società e siamo più o meno d’accordo su tutto. Ci rivediamo il sei ma penso che non ci saranno problemi. Quest’anno abbiamo fatto un buon lavoro e la Juventus è una società sana anche se l’anno prossimo sarà veramente difficile. Confermarsi dopo quattro anni a questo livello non è semplice”.
Pensi ancora alla finale di Champions persa?
“Non ho più voluto vedere quella partita. Abbiamo avuto il momento di colpire e fare male ma non ci siamo riusciti e poi sappiamo tutti com’è finita. Contro il Barcellona non puoi provare a gestire perché loro hanno dei campioni tali che ti puniscono subito e purtroppo così è stato”.
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