Fioravanti e quel successo a Domodossola: “Annata straordinaria, grazie a tutti”
L'allenatore livornese ha conquistato una storica promozione in serie B con la squadra piemontese di basket
di rcampopiano
Nella Val d’Ossola, più specificatamente nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola, c’è un comune italiano di poco più di 18 mila anime: Domodossola. Il nome si usa sempre alla domanda: “una città che inizia con la D”. In pochi forse sanno che Domodossola ha una squadra di basket che, per la prima volta nella sua storia, è stata promossa in serie B. “E cosa c’entra con Livorno?” verrebbe da chiedersi. L’allenatore è Alessio Fioravanti, livornese doc, alla sua prima esperienza sulla panchina piemontese. E ha fatto subito centro, portando la squadra là dove nessuno pensava.
Il tecnico si è avvicinato al basket fin da ragazzo e dopo le giovanili con il Don Bosco (con cui ha vinto uno scudetto juniores) ha girato la Toscana vivacchiando tra C2 e D. Poi è passato dall’altra parte: Viareggio, Lucca, vice a Empoli per due anni poi promosso primo allenatore. Ed ora ecco la soddisfazione più grande.
Alessio, che risultato è stato?
“Abbiamo fatto un qualcosa di straordinario perché la squadra non era mai stata in B. Abbiamo fatto appassionare una città intera tant’è che per la finale di gara 5 molte persone sono dovute restare fuori dal palazzetto”.
Te lo aspettavi?
“E’ stata una bella impresa anche perché all’inizio ci davano sì tra le favorite, ma non in grado forse di arrivare fin qui. Oltretutto durante i playoff ho dovuto fare i conti con moltissimi infortunati, ma nelle difficoltà è uscito fuori il vero gruppo. Gara 5 infatti è stata giocata più sui nervi che sul parquet”.
Al tuo arrivo che squadra hai trovato?
“Fortissima nelle individualità ma che doveva ancora trasformarsi in un team. Abbiamo capito che il ‘noi’ doveva venire prima dell”io’. Siamo cresciuti moltissimo durante l’anno e questo è il risultato”.
C’è stato un momento dove hai pensato che il sogno si sarebbe infranto?
“Abbiamo perso gara 3 e per arrivare a giocarci la finale dovevamo battere Alba in casa quando nel campionato non aveva mai perso davanti il proprio pubblico. L’attesa è stata straziante ma lì abbiamo colto un successo prezioso. Poi ho perso gara 3 proprio nel giorno del mio compleanno e ero ancora di più arrabbiato. Fortuna che poi il regalo ricevuto al termine della finale è stato bellissimo”.
Il momento più bello della stagione?
“Sarebbe scontato dire quando siamo stati promossi. In gara 3 a Bra mancavano cinquanta secondi e noi eravamo sotto di 5. Ho temuto di non farcela ma poi abbiamo realizzato un parziale di 12-0 e siamo usciti vincitori. Non puoi capire la gioia che ho provato in quel momento”.
Prospettive per l’anno prossimo?
“Intanto godiamoci la promozione. Non penso che ci saranno problemi nel restare qui ma comunque è sempre bene metterci intorno ad un tavolo e parlarne”.
Come si vive a Domodossola, lontano dalla tua Livorno?
“Sarò sincero. Quando ho firmato per qui avevo più di un dubbio. Poi sono stato accolto benissimo e ho trovato persone molto simili a me. Piano piano la gente mi ha dimostrato affetto e la lontananza si è fatta sentire meno. Non torno a Livorno da Pasquetta ma questi mesi non mi sono pesati. Adesso rimango qui fino al termine di giugno e poi mi godo la mia città anche perché non mi sono ancora abbronzato…”.
Nel tuo futuro ti vedi come coach in una squadra di Livorno?
“Onestamente io credo che sia molto difficile essere profeti in patria. Quindi per ora dico di no ma nella vita mai dire mai”.
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