Don Bosco, arriva anche Liberati
Giovani e livornesi. La Pallacanestro Don Bosco Livorno continua la sua campagna acquisti puntando su queste caratteristiche. Caratteristiche che si addicono, perfettamente, a Davide Liberati, da oggi ufficialmente parte del Don Bosco. Anche per Davide, così come per coach Quilici, il PalaMacchia è una meta di ritorno, dato che ha trascorso gran parte delle giovanili proprio a Livorno: “Sono nato cestisticamente e non a Venturina, e dopo un anno a Piombino arrivai a Livorno giocando al Don Bosco nella categorie under 17 e under 19. Con quest’ultima raggiungemmo anche una Finale Nazionale”. La voce di Davide si emoziona all’idea del ritorno a casa in un campionato arduo come quello di Serie B dove rappresentare la città di Livorno è un grande motivo di orgoglio.
Liberati, classe 1992, però non è una matricola dei campionati senior: “Già al mio ultimo anno di giovanili qui a Livorno, giocavo stabilmente in prima squadra. Poi ho avuto la fortuna di toccare la DNA (oggi Legadue Silver) a Fabriano a fianco di un certo Mario Gigena. Quindi ritornai in Toscana, precisamente a Piombino dove raggiungemmo la promozione dalla Serie C alla Serie B. Infine l’anno passato a Torino ancora in DNB”.
Davide è un esterno dalle grandi doti atletiche e fisiche capace di segnare con ottime percentuali, ma anche di aiutare la squadra dal punto di vista della regia.Un innesto fondamentale per coach Quilici.
E per Davide non ci sono limiti alla stagione della Pallacanestro Don Bosco 2014-2015: “Dovremmo certo formare un gruppo solido, capace di affrontare insieme tutte le difficoltà che certamente un campionato come questo riserva. Ma la nostra gioventù non sarà un difetto, anzi avremmo energie ed entusiasmo che altri sono sicuro non avranno”.
Per Davide Liberati, così come per Mattia Venucci, Mario Gigena rappresenta un esempio da seguire che può solo far bene alla rispettiva carriera: “Ho già giocato con Mario e so che è una fonte inesauribile di consigli, dentro e fuori dal campo. Sara un’ altra grande esperienza quella di giocare di nuovo al suo fianco”.
“Al Don Bosco ritroverò un’organizzazione perfetta, che già mi ha permesso di crescere in passato come giocatore e come ragazzo. Al PalaMacchia si respira l’aria delle grandi società e la voglia di lavorare oltre all’entusiasmo sono contagiosi. Vogliamo davvero vincere e far divertire i nostri tifosi, rappresentando al meglio una città che mangia e vive di basket”.
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