Lombardi a Doha è campione del mondo
di Gabriele Pritoni
Marco Lombardi ha vinto la 50km di Doha, in Qatar, laureandosi campione del mondo della categoria Open. L’atleta livornese è infatti giunto primo tra gli atleti non appartenenti alle squadre nazionali e dodicesimo assoluto, al termine di una competizione massacrante per le avverse condizioni ambientali: in aggiunta ai 40°C e all’umidità dell’80%, gli organizzatori hanno pensato bene di far correre la competizione su un anello di 5km pavimentato a mattonelle, bello a vedersi ma deleterio in quanto a aderenza, visto il continuo bagnarsi di tutti gli atleti.
Marco, qualche mese fa, ci aveva raccontato del suo sogno di partire per l’appuntamento mondiale di Doha ed è quindi immaginabile la sua grande soddisfazione; non si può però dire che sia stato esaudito compiutamente. L’obiettivo dell’ultramaratoneta della Libertas era infatti non la 50km bensì la 100km, che avrebbe voluto correre con la maglia azzurra. E forse lo avrebbe pure meritato, visto che i posti disponibili erano sei (più quattro donne) e lui era terzo nel campionato italiano; così però non è stato, la federazione ha scelto altri sei atleti (molti dei quali non fanno da anni un tempo degno di nota su una 100km) e Marco è rimasto… a piedi. E’ solo grazie alle proprie forze che è riuscito a ottenere una sponsorizzazione dalla Knauf, azienda tedesca di cartongesso presente in tutto il mondo, e a partecipare alla gara corta (la categoria open nella 100km non era prevista quest’anno). Non c’è astio né polemica nelle parole del livornese, che non si spiega la mancata convocazione: “Forse c’è ancora il pregiudizio verso il mio aspetto fisico, forse si è preferito scegliere atleti più maturi, non so…”. Marco, a guardarlo, in effetti non sembra avere il fisique du role, vista la muscolatura piuttosto pronunciata ma quello che conta nell’atletica dovrebbero essere i risultati; tra i criteri di selezione, inoltre, sta scritto di favorire i giovani e Marco, 33 anni, per la disciplina è addirittura giovanissimo. Il nostro parere è che le convocazioni siano state gestite “all’italiana”, senza alcun criterio meritocratico, come succede in altre federazioni e, purtroppo, anche nella vita.
Tornando alla gara, che è la cosa più importante, Lombardi è partito subito forte (a circa 3’30” a km) per rimanere nel gruppo dei primi e ha tenuto duro nonostante seguisse maratoneti di livello mondiale, gente con personali sulla gara più antica del mondo di 2h10’. Con il passare dei km molti atleti sono rimasti vittime di caldo e disidratazione, anche tra i circa trenta “top runners” delle varie nazionali del mondo. Dei venti giunti al traguardo, otto sono arrivati dietro Marco che avendo puntato la preparazione sulla 100km non era neanche eccessivamente provato e ha concluso la prova assumendo solo mezza banana, Sali minerali e maltodestrine. Le stazioni di rifornimento, organizzatissime, erano ogni 1,5km, pochi in generale ma fin troppi in quelle condizioni, vista la velocità con cui gli atleti si surriscaldavano. Il tempo di Lombardi è stato di 3h36’’, non eccezionale ma buono se si tiene conto delle condizioni ambientali. In generale, nelle gare internazionali, i tempi sono sempre più alti del normale per via – si può pensare – della presenza dei controlli antidoping; oltre alla soddisfazione personale, un altro motivo per cui Marco, pulito dalla punta dei capelli alla punta dei piedi, sarebbe entusiasta di poter vestire la maglia azzurra è proprio quello di poter competere ad armi pari con gli altri atleti, cosa che nelle gare locali non è affatto garantita.
“Dedico questa vittoria ai miei quattro figli, a mia moglie, ai miei genitori e al mio allenatore Luca Panichi. Ringrazio poi la Libertas per il supporto logistico e burocratico e soprattutto Luca Saladino, mio amico personale e Geometra della Knauf, senza il quale la sponsorizzazione non sarebbe stata possibile”. Sponsorizzazione che, con grande suspance, è arrivata il giorno prima della partenza, con Marco che aveva anticipato il viaggio di tasca propria ed era già pronto ad avvalersi della polizza assicurativa di rimborso rinunciando a partire. Al termine della gara Marco è stato avvicinato dagli organizzatori, che oltre ai complimenti gli hanno offerto un invito a partecipare alla 100km; a Marco sono brillati gli occhi ma una volta dichiarata la sua età è risultato troppo giovane, gli inviti sono infatti riservati a over 35. Deus non vult.
Oltre al titolo vinto venerdì in Qatar, questo finale di stagione aveva regalato a Marco anche il campionato italiano di durata, corso a settembre a San Giovanni Lupatoto (VR), sulla misura di 8h. Per il 2015 l’amaranto vorrebbe preparare una maratona come si deve, e non solo come allenamento per gare più lunghe, anche se questo vorrebbe dire rinunciare alle ultramaratone per diversi mesi. L’obiettivo più importante sono però gli europei della 100km del 2015, sperando che la federazione, che ancora non lo ha chiamato per complimentarsi, si accorga che all’ombra dei Quattro Mori c’è un atleta di valore. “E’ difficile che mi convochino ma io ci spero sempre e non mollo”. E come potrebbe mollare uno che fa 100 (cento) km di corsa?
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