Il sindaco gioca a baseball: inaugurato lo stadio “Sisi”
di gniccolini
Una giornata da ricordare quella per il baseball livornese. Lo stadio di via Sommati è stato intitolato ad Alfredo Sisi, padre fondatore del batti e corri labronico che nel 1948 istituì la società Baseball Club Livorno. Nogarin non solo ha tenuto a battesimo la cerimonia di intitolazione, ma ha anche provato a giocare (clicca sui link in fondo all’articolo per vedere fotogallery di Simone Lanari e il video del sindaco mentre gioca a baseball) allo sport che nell’immediato dopoguerra i nostri nonni importarono dagli americani.
Una cerimonia partecipata e toccante quella andata in scena questa mattina dalle 10,30 in poi con i tanti volti storici del baseball amaranto, del softball Liburnia e dei Blue Angels che si sono mescolati alle nuove leve del futuro. Ha fatto gli onori di casa il presidente Marco Piludu che si è detto onorato di essere l’ultimo erede di un grande uomo come Sisi. A prendere parola anche tutta la famiglia di Alfredo, i figli Marco e Patrizia, la moglie e il fratello Giovanni, lo “zio” di questo sport livornese che ha raccontato di come le prime divise fossero fatte di lenzuoli e cucite con la mitica macchina Singer .
“L’esempio di Alfredo Sisi si porti avanti in tutti i campi -ha sottolineato il primo cittadino Nogarin davanti a vecchie divise e nuovi prospetti – un uomo che ha fatto della passione di questo sport un motivo di vita è soltanto da imitare affinché i giovani possano vivere in questa città che ha tanto da esprimere”.
Nogarin poi non si è sottratto alla voglia di provare a prendere una mazza in mano e a battere due palline. Prima nel tunnel di battuta riservato agli allenamenti, poi subito dopo, ha voluto provare a calcare il campo salendo sulla terra rossa con tanto di guantone e pallina prima, (in versione lanciatore) e caschetto protettivo subito dopo (in versione battitore). Il simpatico siparietto messo in piedi insieme al giornalista di Granducato Francesco Gazzetti è andato in scena alla fine della cerimonia dove è stata scoperta la targa che intitola lo stadio di via Sommati a Sisi che campeggia sopra una bellissima ed eloquente scritta in amaranto su campo bianco: “Grazie Alfredo”. Il presidente Piludu ha poi mostrato la maglia ritirata e incorniciata con il cognome di Sisi e il numero “1” che sarà appesa nella bacheca della Hall of Fame dove già campeggiano quelle di Cavallini, Messerini e Martini.
“La speranza è che ogni ragazzino che entrerà qui per la prima volta possa domandare chi fosse stato per tutti noi Alfredo Sisi – ha chiuso Marco Piludu – E con estrema gioia e sincerità gli spiegheremo cosa ha fatto per tutti noi e per lui, anche se non lo sa”.
Chi era Alfredo Sisi – Alfredo Sisi è considerato il padre del “batti e corri” di Livorno. Nato nel 1924, scopre il baseball ventenne, con l’arrivo a Livorno delle truppe americane alla fine della seconda Guerra Mondiale. Insieme agli amici inizia a familiarizzare con questo sport e si assume l’incarico di tradurre il regolamento in Italiano, per poi promuovere partite con i militari. Nel 1948 nasce ufficialmente il Baseball Club Livorno, del quale oltre a essere giocatore, Sisi diviene Presidente, carica che mantiene quasi ininterrottamente fino al 2000. Fonda anche il Softball Liburnia e il Baseball Amaranto. Membro del Panathlon International dal 1970, quando i Club di Livorno e Pisa sono ancora uniti, ne ricopre l’incarico di Segretario. Fiduciario Provinciale e Commissario Straordinario della Fibs (Federazione Italiana Baseball Softball) della Toscana, viene insignito delle Stella Argento e Oro al Merito Sportivo del Coni e della Medaglia d’Oro della Provincia di Livorno. Partecipa alle attività della Sezione Livornese dell’Unvs (Unione Nazionale Veterani Sportivi). Nel dicembre del 2008 diviene dirigente alla Hall of Fame del baseball e del softball italiani. Alla sua scomparsa, nel giugno del 2013, il Presidente Fibs Riccardo Fraccari lo aveva ricordato sul sito della Fibs: “Nonostante l’età avanzata, era ancora molto presente e assiduo, sia che si svolgessero attività della prima squadra, sia che a giocare fossero i più piccoli. Ci ha lasciati senza clamore e con la sua solita e innata semplicità, ha voluto salutarci indossando la tuta del suo BC Livorno, portando con sé una mazza e una pallina”.
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