Un livornese su Sky: “Così ho portato la città in tv”

Boncompagni: "Un grazie lo devo spendere per la mia famiglia che mi ha appoggiato in questa scelta"

Dal 7 novembre, su Bike Channel (canale 214 di Sky)  è in onda il reality “Milano-Roma, la sfida”. Due team, seguiti da due direttori sportivi (Giovanni Fidanza e Riccardo Magrini), si sfidano per coprire nel minor tempo possibile le otto tappe per coprire i 1500km del Milano-Roma andata e ritorno, il tutto sotto la supervisione di Paolo Savoldelli. Le telecamere di Bike Channel accompagneranno tutta l’avventura dei protagonisti, raccontando le loro difficoltà e le loro emozioni in una sfida in cui servirà coraggio, lucidità e soprattutto spirito di squadra e di collaborazione per raggiungere tutti insieme lo stesso obiettivo. All’evento ha preso parte anche un cicloamatore di Livorno, Alessandro Boncompagni, 35 anni, padre di due bambini: Sara di 8 anni e Diego di 14 mesi. Alessandro è stato ospite nella nostra redazione per raccontarci come ha vissuto questa avventura naturalmente senza svelare nulla di quanto andrà in onda (compreso il risultato finale).

Alessandro, come nasce questa passione e come sei venuto a conoscenza del programma?
“Sono un appassionato da otto anni. Io vengo dal canottaggio, altro sport di estrema fatica, e quando ho mollato per impegni personali, ho deciso di dedicarmi al ciclismo che ti lascia più tempo libero e ti puoi autogestire. Mi piace durare fatica e preferisco farlo in questo modo che non andando in palestra a tirare su il bilanciere. Vidi in televisione il promo del programma, sicché mi sono iscritto online. Al momento dell’iscrizione mi chiedevano varie informazioni: rientrare in una certa fascia d’età, quanti chilometri percorro ogni anno e che tipo di allenamento facevo”.

E dopo che ti sei iscritto cos’è successo?
“A fine primavera, sono stato convocato a Milano per fare i provini. Tra le oltre 2000 iscrizioni, siamo stati chiamati in 80 negli studi di Bike Channel. Lì ci hanno fatto presentare noi stessi, è stata una chiacchierata tranquilla. Dopo siamo rimasti in 20 e a quel punto è arrivata la chiamata che aspettavo”.

Come sono proseguite le selezioni?
“A fine settembre mi hanno convocato per fare quattro giorni sul Lago di Como per affrontare la famosa salita del Ghisallo. Dopo due giorni, se passavi le prove allora eri preso e sono cominciate le registrazioni. A questo punto siamo rimasti in dieci e abbiamo formato due squadre. Entrambe erano composte da tre uomini e due donne”.

Che tipo d’esperienza è stata per te?
“Si è trattata di una grande emozione. Ho toccato con mano l’ambiente del ciclismo. E’ stato come per un calciatore fare una partita allo stadio con un allenatore e uno staff vero. Per tutto il programma sono stato seguito proprio come un professionista, curato in tutto e per tutto”.

In famiglia come hanno accolto questa tua decisione?
“Se ho partecipato è grazie anche a Claudia, la mia compagna che ha subito avallato questa mia decisione. Durante la settimana mi alleno per quattro volte e faccio un migliaio di chilometri al mese. Questo sicuramente è stato importante per essere stato preso nel programma”.

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