Tutto comincia dal “Basso”, successo per l’evento all’Arci Coteto

di Renzo Pacini
Finalmente il giorno tanto atteso da tutti i cotetini è arrivato. Al Circolo Arci di Coteto sabato 23 maggio una folla di giovani e meno giovani hanno atteso e applaudito cantanti e complessi che si sono esibiti nel corso della non stop musicale “Tutto comincia dal basso”, organizzata da i membri del ricostituito complesso degli anni “60 “I Pianeti” e realizzata con successo grazie alla partecipazione volenterosa di tutti i protagonisti della serata; protagonisti sul palco ma anche nell’ allestimento del palco e il successivo smontaggio. Ed il lavoro è stato doppio poichè a causa delle condizioni atmosferiche avverse è stato necessario trasferire tutta l’ attrezzatura, già montata e pronta nell’ arena del circolo, all’ interno del salone. Per cui i musicisti si sono dimostrati eccezionalmente coesi anche in queste operazioni di logistica imprevista. Un ringraziamento particolare a Giulio e Andrea Moretti padre e figlio che hanno messo a disposizione dei gruppi la loro attrezzatura professionale, per la riuscita della festa e che hanno curato la realizzazione della maglietta con il logo “Tutto comincia dal basso” distribuita all’ ingresso del locale.
La giornata è stata bellissima sotto tutti gli aspetti, per la qualità della musica offerta e per la risposta del quartiere che aspettava questo evento da molto, sapendo che da mesi erano erano in corso i preparativi; il salone è stato riempito completamente 4 generazioni di cotetini, che hanno senti proprio questo evento. Coteto è un quartiere un po’ speciale, che fotografa un fenomeno urbanistico, comune anche ad altre città: quello delle città satellite. Alla fine degli anni cinquanta completata la costruzione del quartiere vi fu l’ insediamento delle nuove famiglie tipiche dell’ epoca: prevalentemente operaie con genitori sulla trentina con uno, due figli (ma anche di più), già al seguito ed altri che arriveranno a breve. Quindi una prole che è cresciuta assieme in un tessuto sociale omogeneo ed urbanisticamente favorevole alla socializzazione; cortili sicuri in cui i ragazzi potevano scorrazzare in libertà, nuove scuole, nuovi negozi. Tutt’ altro che quartiere dormitorio Coteto “obbligava” alle relazioni anche le persone più schive. Ecco perchè anche il fenomeno musicale comune, a tutta la città, della nascita dei gruppi musicali veniva vissuto collettivamente e il successo di alcuni di questi gruppi era un orgoglio per tutto il quartiere. Ecco perchè I Pianeti, i Doars, I Cerbiatti erano così acclamati, perchè la loro giovane età suscitava reazioni tenere nella gente del quartiere che sentiva propri i loro successi. E questo sentimento ieri si sentiva nell’ aria, non sono mancati momenti di commozione, ma in genere si vedeva che tutti si sentivano in famiglia. Lo spettacolo è stato aperto da Stefano Gioia, anche lui giovanottello negli anni sassanta, cominciò a suonare con me e Roberto Granata che avevamo fondato assieme ad un batterista di cui non ricordo il nome un tutt’ altro che longevo gruppo dal suggestivo nome “I Nobili”; Stefano dopo alcune esperienze con altri complessini, ha continuato a cantare e suonare fino ad oggi. La serata e poi proseguita con l’ esibizione dei Cerbiatti ritrovatisi per l’ occasione attorno ad Alessandro Caldari anche lui giovane musicista bambino che ha continuato a suonare fino ad oggi. Sempre attorno ad Alessandro ruota il complesso dei Doars, in cui suonano anche i suoi figli e che si è esibito dando prova di elevata professionalità nell’ eseguire brani classici della musica rock, molto apprezzati. Poi è stata la volta di una piccola artista in erba, la figlia di Giancarlo Di Cagno che l’ aveva già preceduta esibendosi come cantante con i Cerbiatti; la bimba (di 10 anni) ha mostrato doti canore veramente eccezionali che hanno infiammato il pubblico, che ha chiesto un bis e l’ ha voluta riascoltare dopo cena prima dell’ esibizione finale dei Pianeti. La non stop è stata presentata da Massimo Volpi autore di due libri sul fenomeno dei complessi a Livorno negli anni “60 e “70; è stato bravo nel far rivivere a tutti i presenti l’ atmosfera di qui tempi e nel ricordare nel modo giusto i due defunti bassisti Raoul e Fabio cui era dedicata la serata. I Pianeti ricostituiti e rinforzati dalla presenza di figli (Luca Carotenuto e Dario Laucci) ed io loro amico da sempre e “maestro per caso”, hanno concluso la serata in una sala che piano piano si era riempita in modo incredibile raccogliendo applausi suscitati forse più che dalla loro bravura (fra l’ altro riconosciuta anche i loro colleghi musicisti presenti in sala) dall’ affetto che si percepiva inequivocabilmente nell’ aria. Purtroppo la serata è finita prima del previsto per l’ intervento dei Vigili Urbani chiamati da qualcuno che si sentiva disturbato dalla musica e dagli applausi che provenivano dalla sala; ciò ha impedito al gruppo di esibirsi in una serie di pezzi di ritm and blues appositamente preparati per dare spazio al sax, strumento assente nella formazione originale, di sicuro effetto. Pazienza tutti si sono divertiti lo stesso, come ultimo pezzo è stato eseguito “Un avventura” di Lucio Battisti, che è stato cantato da Mauro Casali che aveva provato assiduamente con i propri amici pianeti e che è stato apprezzato molto. Poi alla barba di che ha chiamato i vigili, tutti sul palco a cantare “La canzone del Sole” e poi tutti a smontare gli strumenti fino a notte fonda. Una sera così ci voleva proprio ! Chissà che non si possa riproporre?

Renzo Pacini

 

Riproduzione riservata ©