Storie livornesi. Il “Teatro degli Avvalorati” al Circolo Masini
Da mercoledì prossimo, 14 ottobre, ore 16. 30, il Circolo Masini organizza una serie d’incontri dedicata alla storia cittadina e affidata al presidente Fulvio Venturi. Il primo appuntamento è riservato al Teatro degli Avvalorati, che per un secolo intero fu il punto di riferimento della vita culturale livornese.
Il Teatro degli Avvalorati fu inaugurato nel 1782 come “Teatro Nuovo”; esso, infatti, fu costruito per sostituire a Livorno il Teatro di San Sebastiano, ritenuto ormai insufficiente. Il Teatro Nuovo assunse poi la denominazione definitiva, con la quale è ricordato, nel 1790, dopo che l’Accademia degli Avvalorati, ne acquistò l’immobile. Per quanto s’ignori il nome dell’architetto che disegnò l’edificio, il Teatro degli Avvalorati ebbe interni eleganti, ben congegnati e funzionali per i tempi, nonché una raffinata cavea, impreziosita dalle pitture di Giuseppe Maria Terreni, sulla quale si affacciavano quattro ordini di palchi. La cronistoria di questo teatro è avvincente, i personaggi di gran livello che si sono avvicendati sulle tavole del suo palcoscenico sono veramente moltissimi, sia nel campo dell’opera lirica che in quello della prosa. Il periodo aureo di questo teatro si colloca tra il 1790 ed il 1840, quando la sua attività si arricchì di alcune “prime” assolute ed il suo albo d’oro dei nomi di artisti come Luigi Marchesi, Girolamo Crescentini, Giuseppa Grassini, Elizabeth Billington e John Braham. Anche in seguito, tuttavia, questo teatro seppe sempre tenere alto il vessillo dell’arte. Basti dire che ancora nel 1920, quando gli Avvalorati furono riaperti dopo un lungo e radicale restauro, l’evento che festeggiò la nuova inaugurazione fu l’allestimento di un’Aida con una stellare distribuzione d’artisti, nella quale spiccò il nome del tenore spagnolo Miguel Fleta. Gli Avvalorati furono anche il teatro dove Alessandro Lanari, forse l’impresario più importante del primo Ottocento italiano, svolse a Livorno la propria cospicua attività. L’edificio fu duramente colpito nel corso di un bombardamento aereo avvenuto il 28 maggio 1943 e definitivamente abbattuto nel dopoguerra.
Sul luogo ove si innalzava oggi scorre l’omonimo viale.
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