Sestini firma il Calendario Polizia di Stato 2016

La Polizia di Stato inizia a svelare il progetto del calendario istituzionale edizione 2016. La realizzazione dei 12 scatti che avranno il compito di ritrarre il delicato ruolo degli uomini e delle donne della Polizia di Stato è stata affidata alla professionalità del noto fotografo Massimo Sestini, tra i vincitori quest’anno, del premio General News del World Press Photo of the Year. Dal 1995 uno dei più importanti premi foto giornalistici al mondo. Le fotografie rappresenteranno l’operatività della Polizia di Stato immortalata da una originale prospettiva: lo zenit, il punto più in alto, perpendicolare all’osservatore. ”Un’immagine scattata dalla prospettiva zenitale offre una nuova visione, esaltando dettagli e colori. Una percezione della realtà che risulta completa e rappresenta un mondo non altrimenti percepibile” sostiene il fotografo. Gli scatti aerei di Sestini, infatti, catturano l’attenzione e calano dall’alto l’osservatore nell’operatività dell’attività di polizia.
Anche quest’anno la realizzazione del calendario della Polizia di Stato ha trovato la partenship di Unicef. Il ricavato della vendita verrà devoluto al Comitato italiano per l’Unicef Onlus per sostenere il progetto “Sud Sudan – protezione per i bambini vittime dell’emergenza umanitaria” per garantire protezione e istruzione di base ai bambini sfollati. Grazie a questa consolidata partnership dal 2001 ad oggi sono stati complessivamente raccolti più di 2 milioni di euro e completati diversi progetti, di cui alcuni a sostegno dell’infanzia e contro lo sfruttamento dei minori in Cambogia, Benin, Congo, Guinea, Repubblica Centro Africana.
Tutti i cittadini potranno prenotare il calendario da parete (costo 8 euro) e il calendario da tavolo (costo 6 euro), entro il prossimo 21 settembre, facendo un versamento sul conto corrente postale nr. 745000, intestato a “ Comitato Italiano per l’Unicef”. Sul bollettino dovrà essere indicata la causale “Calendario della Polizia di Stato 2016 per il progetto Unicef “ Sud Sudan – protezione per i bambini vittime dell’emergenza umanitaria”.
La ricevuta del versamento dovrà poi essere presentata agli Uffici Relazioni con il Pubblico di tutte le Questure d’Italia che forniranno dettagli sulla consegna.

Massimo Sestini, 52 anni è da trenta impegnato nell’arte della fotografia e sempre alla ricerca dello scatto unico, particolare, come quello zenitale che contraddistingue la sua firma: lo Zenit, ovvero la ripresa perpendicolare, è una prospettiva ancora diversa e che a livello grafico offre un impatto dimensionale totalmente opposto a quello che si vede dal basso. Tra i suoi reportage ha documentato la stagione degli omicidi di mafia in Sicilia, la strage di Capaci e i disastri dei terremoti di questo trentennio. Abituato nel suo lavoro di fotoreporter in parte a progettare il servizio ma soprattutto a improvvisare e a prendere decisioni al momento, il suo stile nasce proprio dalla necessità di fare foto diverse da quella di tutti gli altri colleghi. Per questo in molte situazioni ha realizzato scatti stando dall’alto in modo da avere una prospettiva diversa e cogliere particolari che dal basso non si notano.

Qual è il tuo modo di affrontare un lavoro? Ho imparato che nel mio modo di intendere la fotografia spesso e volentieri all’ultimo minuto tutto cambia o potrebbe cambiare. Quindi, quando sono sul posto, so che devo affrontare una situazione in cui anche se tutto volge al peggio e sembra impossibile, non devo mai pensare di non farcela.

Qual è la differenza tra il fare foto per i giornali e fare le foto per un calendario? Fare un calendario è la cosa più bella del mondo perché a differenza delle foto giornalistiche non devi stare a pensare ai tempi ristretti che hanno le redazioni. Fare un calendario ti da la possibilità di progettare e realizzare un’idea in totale libertà. Ti fa riassaporare il gusto di fare fotografia.

Quale è stata l’idea ispiratrice per rappresentare la Polizia di Stato? Rispetto a quello che ho realizzato nel 2009 in cui ho prediletto immagini avventurose e di reportage, questo doveva essere un calendario memorabile, unico; quindi ho pensato a delle foto in verticale che possono essere dall’alto verso il basso (Zenit) o dal basso verso l’alto (Nadir) di situazioni rappresentative e operative.

Sono iniziate le prenotazioni del calendario, cosa speri di trasmettere ai tanti affezionati della Polizia di Stato e a coloro che lo vogliono diventare? Vorrei far nascere l’interesse di vedere le cose che abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni, da una prospettiva diversa perché questo ci da la possibilità di apprezzarla di più, ci rende più consapevoli di quanto sia bella.

Non è la prima volta che fai lavori con la polizia di stato, che cosa hai tratto dalle precedenti esperienze? Mi sono reso conto di quanto le persone che appartengono alla Polizia di Stato svolgono il loro  lavoro con dedizione, danno il massimo anche in condizioni estreme e non parlo solo di coloro che fanno servizio operativo ma ad esempio anche di coloro che sotto il sole cocente fanno l’accoglienza dei migranti.

Come è nata la foto del barcone allo Zenit che ha vinto il World Press Photo? Sono stato 12 giorni su una fregata della Marina impegnato in un reportage sui migranti, ed ogni giorno sono stato in attesa del momento ideale per realizzare quello che avevo in mente: trovarsi all’improvviso sullo Zenit di un barcone pieno di migranti e cogliere il loro saluto di speranza per essere stati avvistati. L’attesa è stata premiata in tutti i sensi.

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