Pisa “scippa” Modigliani alla sua Livorno. Replica dell’assessore Tredici

"Le risorse disponibili per mostre nel bilancio del Comune sono pressoché uguali a zero. Non per scelta. E con il "gaò" e il "boia deh" non si va da nessuna parte"

Alcune precisazioni in merito alla mostra su Modigliani che spero aiutino tutti a comprendere la situazione e riacquisire un semplice principio di realtà.

1) Le risorse disponibili per mostre nel bilancio del Comune di Livorno sono pressoché uguali a zero. Non per scelta.

2) Infatti in base alla legge n. 122 del 2010 le risorse sono state obbligatoriamente tagliate dell’80% del consolidato 2009. In pratica per spese di rappresentanza, relazioni pubbliche, convegni, mostre e pubblicità, tutto insieme, si è scesi da 343mila euro del 2009 ai 33mila del consuntivo 2013. Tra l’altro è bene ricordare che dal 2012 cultura, sport e turismo non sono più tra le funzioni fondamentali dei Comuni (cioè senza finanziamenti statali). Pur in questo contesto abbiamo difeso e difenderemo le nostre istituzioni, a partire dal Goldoni e dal Mascagni.

3) Questo vale per tutti i comuni e le amministrazioni pubbliche. Ciò vale per Livorno come per Pisa e gli altri 8000 comuni italiani.

4) Le uniche risorse oggi disponibili sono quelle private e quelle delle Fondazioni.

5) Basta elementarmente dare uno sguardo ai bilanci della Fondazione Pisa per svelare l’arcano delle diverse potenzialità. Con un patrimonio di 604 milioni di euro, la Fondazione, costituita nel 2008 la Fondazione Palazzo Blu, l’ha capitalizzata nel 2012 con 14milioni di euro, mentre nel 2013 per la città di Pisa e territorio di competenza sono stati erogati 10milioni di contributi. La Fondazione Livorno ha un patrimonio di 220milioni (qualcuno ricorda il crac della Cassa di Risparmi del 1976, il che spiega questa enorme differenza?) e nel 2013 ha erogato circa 2,8 milioni di euro per tutta la provincia di Livorno di cui circa 800mila euro per cultura e beni culturali. La Fondazione Livorno è sempre stata vicina alla nostra città e alle sue istituzioni culturali e di questo la ringrazio.

6) Non si tratta quindi di dover andare in cerca i fondi, quanto di averceli o no. E io personalmente sono grato alla Fondazione Pisa e alla Fondazione Palazzo Blu per le mostre che ha organizzato e per quelle che organizzerà. Le ho visitate e le visiterò.

7) Quando due anni fa ci siamo posti il problema di organizzare una mostra su Modigliani per i 130 anni, i costi minimi assommavano a molte centinaia di migliaia di euro. Fuori dalla nostra portata, di allora e di oggi.

8) A chiacchiere c’è sempre chi poteva fare meglio, che si strappa i capelli per immaginari “scippi” tra città (per chi si pasce di cultura questa è proprio una bestemmia), che parla di schiaffi e moraleggia di vergogne varie, che si alimenta di campanilismi medievali. E qui si sa dove si comincia, ma non dove si finisce. Infatti con il “gaò” e il “boia deh” non si va da nessuna parte.

9) Non si dovrebbe far torto alla sia pur modesta intelligenza e cultura di chi protempore amministra la cosa pubblica. Ma la realtà (la dura realtà) è che nel caso Modigliani (e dei grandi pittori) a farla da padrone è il mercato., con costi insostenibili per le amministrazioni pubbliche. La pur sempre legittima vis polemica non dovrebbe ignorare i semplici fatti che ho cercato di evidenziare.

Mario Tredici assessore alle culture del Comune di Livorno

La cronaca – E venne il giorno in cui Pisa scippa Modgliani alla sua città natale: Livorno. Dopo il grandissimo successo della mostra dedicata ad Andy Warhol che la vicina città universitaria ha ospitato a Palazzo Blu e conclusasi poche settimane fa, ecco che in autunno si apriranno i cancelli per un’altra esposizione di altissimo livello dedicata al pittore di casa nostra: Amedeo Modigliani. A confermarlo è proprio il presidente della Fondazione Palazzo Blu, Cosimo Bracci che non ha nascosto come ci sia in corso un contatto con il Beaubourg Museum di Parigi per far pervenire importanti opere della sua collezione all’ombra della Torre Pendente. La mostra che verrà allestita dunque fra qualche mese in riva all’Arno vedrà esposti anche dipinti provenienti da collezioni private. Ancora una volta il proverbio nemo profeta in patria si dimostra più che mai azzeccato. Se qui, nella città che diede i natali al grande artista stimato in tutto il globo, si è discusso a lungo se aprire un’esposizione con le false teste di Modì recuperate anni fa nei fossi, i cugini pisani non perdono tempo e con un ingente esborso di denaro ecco che servono sul piatto d’argento della cucina dell’arte internazionale il piatto forte di Modì. E ancora una volta, noi livornesi, per ammirare le opere di colui che nacque in via Roma a due passi dall’attuale A dell’artista Spagnoli, saremo costretti a migrare a Pisa (magari con tanto di capatina all’Ikea).

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