Livorno vista dai bimbi, mostra alle Borsi

Il ricavato verrà devoluto a favore di un ente no profit per l’acquisto di kit di vaccini per bambini meno fortunati

Integrazione, educazione civica ma anche riflessione sulla drammaticità dello scenario cittadino. Questi i temi cardine della mostra fotografica “Livorno in bianco e nero” presentata il 18 dicembre alla scuola media G. Borsi di Livorno alla presenza dell’assessore alla cultura Serafino Fasulo. L’iniziativa ha visto interessati 52 alunni delle classi quinte sezioni A e B della scuola primaria D’Azeglio nell’ambito del progetto di continuità educativa fra i due diversi ordini di scuola. Ogni bambino con la sua macchina fotografica ha cercato attraverso l’immagine  di cogliere gli aspetti più caratteristici della nostra città.
“Già lo scorso anno – ha spiegato la professoressa Silvana Zenga – avevamo affrontato un progetto analogo con un’elaborazione digitale. Dopo aver fotografato e vestito i bambini con costumi d’epoca avevamo creato un fotomontaggio nei reperti fotografici della Livorno antica. Gli alunni si trovavano in posa in ambientazioni che non ci sono più o che sono sensibilmente cambiate. Quest’anno, invece, per mantenere una sorta di continuità abbiamo portato le classi in giro fra il quartiere Venezia, la zona porto e la Sinagoga invitandoli a scattare ciò che per loro rispecchiava maggiormente la città. Ce ne sono alcuni che hanno fotografato il volto di un extracomunitario, una cabina telefonica ricoperta di sporcizia, chi un pescatore intento a rammendare le reti ed un nostro alunno, figlio del Rabbino capo: un’immagine che rispecchia la cultura ebraica. Sono 52 immagini davvero belle, che fanno riflettere, tutte rigorosamente in bianco e nero, simbolo della mancanza di colore, che contraddistingue questo difficile periodo”.
Oltre alla dott.ssa Zenga diversi sono i docenti della scuola primaria D’Azeglio che hanno contribuito a questo progetto come D’Arrigo, Stagno, Cardella e Satriano. Mentre per le scuola G. Borsi, il prof. Luca Paolini.
I lavori dei bambini verranno venduti al prezzo simbolico di 5 euro ai genitori. Il ricavato verrà devoluto a favore di un ente no profit per l’acquisto di kit di vaccini per bambini meno fortunati.

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