La riflessione del vescovo alla messa di Pasqua

di Roberto Olivato

Con la S.Messa di Pasqua celebrata domenica mattina in Cattedrale, il vescovo Simone Giusti, alla vigilia della sua partenza per la Terra Santa in occasione dell’incontro mondiale dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione, parlando della Resurrezione di nostro Signore ha ricordato come grazie al sacrifico della sua morte Gesù ci abbia fatto conoscere la luce della vita eterna. “La morte che ci toglie la presenza di una persona cara, in realtà ci allontana da lei solo apparentemente, fisicamente, perché il suo spirito vivrà sempre in tutti coloro l’avevano conosciuta.” Della morte il vescovo Giusti ne ha sempre parlato in più occasioni, ricordando come solo l’amore per la persona cara riesca a farcela sentire viva accanto a noi, nei nostri cuori, tanto da riuscire anche a parlarle nelle preghiere o nelle visite al cimitero: “La morte non è come un ricordo – ha proseguito – perché il ricordo svanisce nel tempo, ma quel momentaneo drammatico evento che ci ha portato via una persona, non ha cancellato l’affetto che provavamo per lei, anzi quell’amore si rafforza nel tempo perché grazie alla Fede sappiamo che ad attenderci c’è l’ amore eterno di Dio che, per amore nostro, ha donato suo Figlio”.
Non poteva mancare un pensiero per l’ultima barbara strage dei centocinquanta giovani, ma alcune fonti parlano di oltre duecento, studenti di Fede cristiana, uccisi in Kenya ed ai tanti cristiani uccisi nel mondo, nuovi martiri che  dopo essere stati identificati quali cristiani e separati dagli studenti mussulmani, sono stati barbaramente uccisi e per i quali, ha ricordato il vescovo “ l’Occidente sempre attento ai diritti civili, è sordo di fronte alla strage di questi giovani, solo perché sono cristiani, quando vedremo i paladini dei diritti civili fare una mobilitazione di massa per questi morti?”.

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