La Livorno di Chelli nel suo ultimo libro
L’ultimo romanzo di Otello Chelli, pubblicato da MdS Editore che verrà presentato sabato 23 maggio, alle 17,30, negli splendidi locali medicei della Cantina sede della Coppa Barontini, sugli Scali del Ponte di Marmo, nel cuore della Venezia.
Una Livorno dimenticata, ma viva, pulsante, quella dei lontani anni ’50, nei quali la passione politica, gli ideali, la lotta per far risorgere la città distrutta dai bombardamenti e ricreare le condizioni per ridare lavoro e speranza ai cittadini, fanno da sfondo ad una grande storia d’amore, dominata dalla passione politica, dalla lotta tra una fede religiosa incrollabile e un sentimento proibito.
E’ questo, in sintesi, il contenuto dell’ultimo romanzo di Otello Chelli, pubblicato da MdS Editore che verrà presentato sabato 23 maggio, alle ore 17,30, negli splendidi locali medicei della Cantina sede della Coppa Barontini, sugli Scali del Ponte di Marmo, nel cuore della Venezia.
L’ultima fatica letteraria dell’apprezzato componente di una cultura popolare legata alle più autentiche radici labroniche, è ancora incentrata sulla sua Livorno, sulla sua gente, sui luoghi della storia cosmopolita di quella che fu la “grande città delle nazioni” che fa da cornice ad un amore “maledetto” dalla Chiesa e dalla comune morale di quei tempi lontani. Rizio Morgiano, giovane consigliere comunale comunista, appena maggiorenne, che ha conosciuto il carcere inseguendo i suoi ideali e la ventiseienne Valeria, sua collega democristiana in consiglio comunale, appartenente ad una famiglia di ricchi imprenditori molto noti, cattolica, autentica credente, sposata con due figli, intrecciano i loro destini nel corso degli impegni politici ai quali dedicano gran parte della loro esistenza. Gli scioperi, quello storico del Cantiere Navale, il grande dibattito sulla ricostruzione della città, gli ideali, le battaglie politiche e non solo, la necessità di lavorare per mantenere la tribù dei fratelli, Rizio che abita nelle baraccopoli della Fortezza Nuova, appartiene ai più diseredati della città, gli “ultimi” come li definisce lui, ma è un autodidatta colto, carattere formato nel crogiolo della guerra, non assimilabile all’unanimistica nomenklatura dell’epoca.
Vasco Iacoponi, gran console dei portuali, di ritorno da un viaggio in Cina, antico amico del nonno di Rizio, portuale morto nelle patrie galere per la sua appartenenza al partito comunista, riconosce al giovane il diritto di entrare quale socio nella “Compagnia” ed è una svolta positiva per la numerosa famiglia del giovane. Per le posizioni espresse nel partito e nel corso dei lavori in consiglio comunale, il giovane corre il rischio di essere cacciato dal Pci, ma Ilio Barontini, segretario del partito, una leggenda della Resistenza, l’apprezza, lo stima per il coraggio e per la sincerità assoluta dei suoi ideali e smorza ogni animosità nei suoi confronti. Su tutto, però, si distende il sentimento che s’insinua nell’anima di Rizio e che supera anche le barriere erette da Valeria per resistere alla crescente presenza di lui nel suo cuore. Cerca di non cedere la splendida donna che considera sacrileghi i sempre più frequenti pensieri rivolti a quell’essere che ammira per la spiccata personalità che esprime , ma alla fine, l’amore esplode anche nella sua anima.
La morte di Ilio Barontini e dei suoi compagni, Leonardo Leonardi e Otello Frangioni colpisce dolorosamente la città e Rizio non perde solo un compagno e un amico caro al suo cuore, ma si trova esposto ai fulmini dei vertici di un partito che non ammette il dissenso, ma nemmeno posizioni personali su problematiche da sviluppare collettivamente. L’invito di Enrico Berlinguer ad entrare nella segreteria nazionale della Federazione Giovanile Comunista, grazie ad una segnalazione del segretario federale scomparso, lo mette al sicuro dagli strali dei nuovi dirigenti.
Anche Valeria sale rapidamente la scala gerarchica della Democrazia cristiana e i due si incontrano nella bellezza di una Roma fantastica. Una sera di plenilunio, in cima a Trinità dei Monti, di fronte alla magia della città eterna immersa nell’argento lunare, i due giovani confessano l’uno all’altro il loro amore e ai baci, al desiderio senza fine che li invade, la donna, forse per la prima volta nella sua vita si trova immersa nell’estasi, sta per cedere, ma entra in conflitto con la sua fede, con il suo dio e, con uno sforzo sovrumano, si stacca da quell’abbraccio. Rizio Morgiano viene inviato dal partito in una base militare sovietica in Siberia, dove vengono addestrati gli Spetnaz, la elite dell’Armata Rossa e diventa uno specialista in guerriglia e preparazione di qualsiasi tipo d’esplosivo. Il mondo delle guerre d’indipendenza ha bisogno di supporto e l’Urss, in accordo con il Cominform e i partiti comunisti, addestra giovani provenienti da tutto il mondo per inviarli nei punti dei caldi del pianeta. Un anno lontano dall’Italia, dalla famiglia, da Valeria, l’amore, ormai ne è certo, della sua vita.
Ufficialmente il giovane frequenta un corso all’Università di Mosca e al ritorno, nella sua prima sera a Roma, sente irresistibile il richiamo di Trinità dei Monti e mentre ammira Roma distesa sotto i suoi occhi, sente sussurrare il suo nome. Pensa di essere in preda ad un’allucinazione, ma quando si volta, Valeria è davanti a lui, il volto immerso nelle lacrime di un pianto convulso e i due si stringono in un abbraccio senza fine, liberatorio e nel bacio che fonde le loro labbra, il loro destino si compie dando vita ad una storia d’amore degna dei maggiori poeti.
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