Keep Calm I’m Factotum. Ecco il ‘Barbiere’ 2.0

“Keep Calm I am Factotum” mostra orgoglioso Figaro ben impresso nella sua divisa da “Barbiere di Siviglia” all’ingresso sulle scene del Teatro Goldoni nel nuovo allestimento del capolavoro rossiniano atteso venerdì 6 e sabato 7 febbraio, sempre alle 20.30, per la nuova avventura di Opera Studio, il progetto lirico di formazione e specializzazione per giovani cantanti condotto da quindici anni dai tre Teatri di Tradizione della Toscana (in foto un mitico Ettore Cresci nei panni di Figaro nel 1956 al Goldoni).

Una trovata scenica che da il “la” alla celeberrima cavatina iniziale e che perfettamente si sposa con la smagliante edizione disegnata da uno scenografo del calibro di Pier Paolo Bisleri e la regia sospesa tra modernità e tradizione ideata da Alessio Pizzech: come frammenti di un gioco, spiegano i due artisti, i personaggi entrano in scena ed allo stesso tempo fanno la loro irruzione la porta, la finestra, il balcone, la sedia da barbiere, la scala. L’impianto scenico, con il coloratissimo disegno luci di Claudio Schmid, è una macchina, che accompagna il passare dell’opera in un continuo danzare d’oggetti improntato sulla vivacissima musica Rossiniana, dove tutto perciò diviene azione e movimento. “Rossini stesso forse non pensava che Figaro con la sua folle sortita e con la sua esuberanza e simpatia viscerale potesse entrare così immediatamente nei cuori della gente, in maniera così irruenta fin dalla prima esecuzione – afferma il direttore d’orchestra Nicola Paszkowski – Figaro è colui che con successo o meno muove la scena, dà vita alle maschere della tradizione dell’opera buffa donando loro ombre e luci, così da suggerire forse a quel grandissimo uomo di teatro che era Rossini di cambiare subito il titolo all’opera inizialmente previsto ne Il Conte di Almaviva e di dedicarlo al personaggio che rimane uno dei personaggi più attuali che il mondo dell’opera ci ha donato”.
Figaro motore dell’azione nell’intricata e divertentissima storia d’amore tra il Conte e Rosina e proprio in ricordo dell’ultima apparizione del melodramma buffo sulle tavole del Goldoni risalente a quasi 60 anni fa (era l’aprile del 1956), il Teatro Goldoni dedica questo ritorno a colui che ne fu un brillante interprete: il baritono Ettore Cresci, scomparso in anni recenti, interprete estroso, sempre pronto alla battuta ed a smorzare con il suo umorismo anche i momenti di tensione tipici della preparazione di una produzione operistica. Ettore, come ricorda il direttore artistico Alberto Paloscia, si era imposto alla fine degli anni Settanta nei più importanti teatri italiani (Genova, Torino, Firenze) nei cosiddetti ruoli ‘di fianco’, ma la bella sua voce di autentico baritono brunito gli aveva consentito di affrontare con successo anche quelli principali, soprattutto nel repertorio tardo ottocentesco e verista, portando ovunque alto il nome della sua città natale.

Il gruppo dei giovani cantanti provenienti dall’Italia e dall’estero che saranno protagonisti di questo ritorno del capolavoro rossiniano, è frutto del lungo periodo di selezione e formazione di Opera Studio: saranno così protagonisti delle due recite a Livorno Alfonso Zambuto / Bechara Moufarrej (Il Conte d’Almaviva), Diego Savini / Davide Franceschini (Don Bartolo), Laura Verrecchia / Alessia Martino (Rosina), Eugenio Di Lieto / José Gabriel Morera (Don Basilio), Simona Marzilli / Máriam Guerra Chamorro (Berta), Federico Cucinotta / Lorenzo Malagola Barbieri (Fiorello), Andrea Gambuzza (Ambrogio).

 

Ultimissimi posti disponibili per entrambe le rappresentazioni, che si avviano al “tutto esaurito”, presso il botteghino del Teatro Goldoni (tel. 0586 204290) aperto con orario 17-20; tutte le notizie sulla produzione su www.goldoniteatro.it

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