Ddl “Buona Scuola”, l’incontro alla Belforte

Procede con vivo interesse il ciclo di tre incontri informativi aperti alla cittadinanza sul Ddl “La Buona Scuola”, che si concluderà con l’ultimo, previsto per mercoledì 27 maggio alle ore 21, presso la Libreria Belforte.
Martedì 26 maggio si è tenuta la seconda conferenza presso la Scuola Media Bartolena. Il relatore, dott. Sergio Tamborrino, ex presidente del consiglio di Istituto e attuale membro rappresentante dei genitori del liceo Capponi-Machiavelli di Firenze, ha parlato a genitori e studenti intervenuti, spiegando i reali cambiamenti che la riforma porterà nei vari cicli di istruzione. Sono state quindi illustrate le nuove forme di finanziamento della scuola e lo ‘school bonus’, le risorse per il sostegno, l’autonomia, l’alternanza scuola-lavoro.
In particolar modo il relatore ha posto l’accento sul fatto che nel Ddl La Buona Scuola si dichiara che le risorse pubbliche per la scuola statale non saranno mai sufficienti a coprire il fabbisogno, introducendo così il ricorso al finanziamento privato, anche a carico delle famiglie.
L’alternanza scuola-lavoro prevede 400 ore nel triennio superiore professionale e 200 ore per i licei e altre scuole, da svolgersi in parte durante l’anno e in parte durante le vacanze scolastiche. Di fatto questo si traduce in un taglio alle ore di formazione dei ragazzi: si tolgono loro ore di scuola per introdurre stage di lavoro non retribuito. Le aziende private o enti presso cui svolgere il tirocinio saranno scelti dai dirigenti scolastici.
La prima delle tre conferenze, rivolta a docenti e ATA, si è tenuta lunedì 25 maggio. Il relatore, prof. Nicola Moscardi dell’Istituto Comprensivo di Pelago (FI) ha illustrato i vari punti della riforma che cambieranno i meccanismi di reclutamento, valutazione, progressione di carriera, e funzioni dei docenti.
La riforma ad esempio “cancella” la parola ‘ruolo’ introducendo un sistema per cui gli assunti resteranno in carica per tre anni, ma se non saranno riconfermati nella stessa sede, o scelti da altri presidi in altre sedi, potrebbero assumere uno status assimilabile a un ‘super-supplente’ tappabuchi.
I meccanismi della mobilità docente saranno stravolti, non si potranno più esprimere preferenze di trasferimento in una sede o nell’altra e non esisteranno più graduatorie, ma ci si potrà soltanto inserire in un albo provinciale da cui i presidi attingeranno liberamente a seconda delle necessità della scuola.
I supplenti precari in futuro non potranno svolgere più di tre anni di servizio anche non continuativi: dopo ci sarà il licenziamento, non si potrà lavorare più nella scuola.
Nell’assunzione in prova, nel caso di non superamento della valutazione finale (deciso dal preside, sentito il comitato di valutazione) il decreto prevede la sospensione immediata dal servizio, ovvero il licenziamento in tronco, senza neanche l’obbligo del preavviso, a differenza di ogni altro impiego di qualsiasi categoria.
Preoccupano anche le deleghe in bianco, ovvero la possibilità data al Governo di legiferare in futuro su materia contrattuale, come l’orario di lavoro, il reclutamento e formazione dei docenti, che sono stati fino ad oggi materia di contrattazione sindacale tramite Contratto Collettivo. Quest’ultimo di fatto perde il suo senso, anche alla luce di uno degli ultimi articoli del decreto che stabilisce che le norme in esso contenute sono inderogabili, e che quanto previsto dal Contratto Collettivo, se in contrasto con esse, diventa nullo.
Mercoledì 27 maggio alle 21 alla Libreria Belforte in via Roma 69 l’ultima delle conferenze, aperta a tutti. Il relatore sarà il dott. Corrado Mauceri, Avvocato del lavoro, e Coordinatore nazionale dei Comitati per la LIP, Legge di Iniziativa Popolare per la scuola della Repubblica.

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