Tra le imprese livornesi e l’Armenia

di Roberto Olivato

A distanza di due giorni dalla visita livornese di Sergis Gazaryan, ambasciatore in Italia della Repubblica armena, nel corso della quale ha incontrato il sindaco Nogarin ed altri esponenti di Istituzioni cittadine, è ancora viva la soddisfazione della piccola comunità armena presente a Livorno, per aver avuto la possibilità d’incontrare, per la prima volta, il proprio ambasciatore. A fare gli onori di casa presso la chiesa degli armeni, intitolata a San Gregorio Illuminatore in via della Madonna, è stato il professor Giangiacomo Panessa rappresentante a Livorno del Patriarcato armeno di Cilicia ed un folto pubblico di membri di associazioni culturali nate a sostegno della causa armena. Professore qual’è il significato di questa visita livornese dell’ambasciatore armeno? “ Per la verità questa è stata la seconda visita livornese dell’ambasciatore Gazaryan, l’anno scorso si recò alla camera di Commercio, dove incontrò un gruppo di nostri imprenditori e subito dopo andò all’università di Pisa. Mercoledì invece è stata una visita ufficiale a Livorno, città storica delle nazioni, tra le quali si annovera anche quella armena. L’ambasciatore ha voluto conoscere alcuni degli armeni residenti nella nostra città,  presenti fra gli altri Manuela Mirman discendente della famiglia Mirman de Ghirac e Gaiané Badalaian promotrice dell’accordo culturale tra regione Toscana ed Armenia ”. Parlando di chiesa armena vengono in mente i reperti abbandonati a villa Fabbricotti, l’ambasciatore è al corrente? “Assolutamente si ed ha rivolto un appello alle autorità cittadine affinché realizzino un piano, non solo per il recupero di quei marmi in se, ma a salvaguardia del valore turistico e culturale che rappresentano e che la Livorno delle Nazioni non può permettersi di disperdere, vista la coincidenza col centenario del genocidio armeno, precursore di quello ebraico, che sarà ricordato il prossimo anno.”

 

Riproduzione riservata ©